Lavorare in ambienti green friendly: ecco l’obiettivo di questi 3 coworking in giro per il mondo a cura di Fabiana Valentini Essere freelance significa doversi spostare spesso e talvolta avere bisogno di punti di appoggio per una riunione o per incontrare un cliente. I coworking nascono per soddisfare queste esigenze: si tratta di spazi di lavoro polifunzionali dotati di ogni comfort. Ci sono alcune hub creative che mettono a disposizione ambienti in cui lavorare e rilassarsi circondati dal verde: andiamo alla scoperta di tre incredibili progetti di coworking eco-sostenibili, luoghi di lavoro alternativi davvero unici. TreeXOffice – Londra Un progetto di coworking che più green non si può: stiamo parlando dell’innovativo TreeXOffice (img in apertura), l’installazione creata dallo studio londinese Tate Harmer. Uno spazio di lavoro particolare e creativo quello progettato a Hoxton Square in occasione del London Festival of Architecture: la struttura ruota attorno a un tronco di albero ed è completamente immersa nel verde cittadino. Il TreeXOffice è completamente immerso nella natura: il progetto fa parte dell’iniziativa Park Hack Project, voluta dalla città di Londra per sollecitare i cittadini a vivere il parco. Il progetto creato dai designer Natalie Jeremijenko, Shuster + Moseley, Tim Lucas Prezzo e Myers fa parte dell’iniziativa Park Hack Project voluta dalla città di Londra per stimolare i cittadini a vivere maggiormente le aree verdi. L’ufficio sull’albero è dotato di ogni comfort per permettere ai freelance di poter svolgere comodamente il proprio lavoro. Cambia così radicalmente il concetto di luogo di lavoro: con TreeXOffice è possibile dedicarsi ai propri progetti in un ambiente rilassante come quello del parco. Questo piccolo e unico spazio può essere affittato e condiviso: “l’albero-ufficio” ha tutto ciò che serve per poter lavorare, come elettricità, connessione wi-fi e otto postazioni. Vediamo la struttura nel dettaglio. Il progetto del TreeXOffice presenta una piattaforma tonda che avvolge un albero del parco ed è formata da pannelli in policarbonato traslucido apribili così da far entrare più aria nella struttura. La copertura è rivestita da un pannello circolare in grado di riparare il coworking dalle intemperie e al tempo stesso far entrare luce naturale. Second Home – Lisbona Il progetto di Second Home, a cura di SelgasCano, nasce per essere una “casa lontano da casa”, un luogo accogliente e creativo dove poter lavorare immersi in uno splendida cornice green. Questa bellissima struttura nasce dal recupero del Mercado da Ribeira, storica location di Lisbona: qui gli architetti si sono occupati di progettare un ambiente stimolante e accogliente, in grado di ricreare una dimensione di familiarità domestica anche al lavoro. Second Home è una vera e propria “seconda casa” per i lavoratori freelance: gli architetti hanno progettato un ambiente confortevole a misura d’uomo per stimolare il lavoro e l’interscambio culturale. Un ambiente di lavoro può essere a misura d’uomo, stimolare la creatività e favorire la sostenibilità al tempo stesso? La risposta per gli architetti di SelgasCano è affermativa: il progetto Second Home vede la presenza di un grande tavolo sociale dalle forme sinuose pensato per favorire lo scambio di opinioni e il rapporto tra persone e al tempo stesso garantire privacy agli associati. Tante sono le aree svago presenti: biblioteca, caffetteria, sala cinema e molto altro è a disposizione degli iscritti. L’ambiente è luminoso e colorato: i toni vivaci delle palette scelte, unite agli arredi rafforzano l’atmosfera gioiosa che gli architetti intendono promuovere. Numerose sono le aree svago: biblioteca, bar, sala cinema e benessere attendono i professionisti che lavorano negli spazi del Mercado de Ribeira. Le piante sono state inserite al fine di combattere l’inquinamento indoor, oltre a svolgere il ruolo di divisore di ambienti senza dover costruire pareti. Il risultato è un ambiente arioso e colorato. L’ufficio è disseminato da piante che rendono l’ambiente caratteristico e non solo: la loro funzione è quella di dividere lo spazio tra le postazioni, assorbire lo smog e il rumore. Grazie alle piante è dunque possibile combattere l’inquinamento indoor e garantire privacy agli associati, senza dover ricorrere a barriere architettoniche. inEDI – Milano Il coworking è approdato da tempo anche in Italia: sempre più città si stanno attrezzando per proporre spazi in cui i freelance possano lavorare e far rete tra loro. Un esempio di spazio coworking con una particolare vocazione green è quello di inEDI a Milano, in zona Paolo Sarpi, un polo di lavoro ideato da Effetti Digitali Italiani, società specializzata in effetti visivi. Questo spazio creativo per i creativi digitali offre oltre 900 metri quadrati e cinquanta postazioni per i professionisti. “Vorremmo che inEDI diventasse un incubatore e un acceleratore per freelance e startup, grazie al supporto dell’esperienza e delle competenze che abbiamo maturato in sedici anni di attività nel mondo della pubblicità e del cinema, nazionale e internazionale”. Queste sono le parole diFrancesco Grisi, socio fondatore di EDI, il quale spiega il valore aggiunto di questo coworking: essere un hub culturale in grado di mettere in comunicazione i freelance con i professionisti del mondo EDI. Nel coworking inEDI l’aspetto della sostenibilità ambientale è importante: qui moduli eco-compatibili e air plants combattono l’inquinamento indoor. Particolare attenzione viene data all’aspetto green del progetto: l’energia elettrica proviene da fonti rinnovabili e tutti gli arredi presenti sono realizzati da materiali riciclati. Lavorare e vivere in maniera eco-sostenibile è possibile a Milano: grazie alla collaborazione con il designer Pietro Follini, nell’hub sono presenti moduli eco-compatibili e air plants (piante biofiltranti) per combattere l’inquinamento indoor. Inoltre il coworking favorisce la mobilità sostenibile mettendo a disposizione dei professionisti delle biciclette secondo il principio del bike sharing. 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