I disastri naturali in 50 anni sono triplicati

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) in un nuovo Rapporto spiega che i disastri naturali sono peggiorati e si manifestano con maggior frequenza, intensità e complessità, soprattutto nel settore agricolo

I disastri naturali in 50 anni sono triplicati. Il Rapporto FAO

Mai come in questo ultimo anno i sistemi agroalimentari hanno dovuto affrontare gravi pericoli e con tale intensità e frequenza: incendi devastanti, condizioni meteorologiche estreme, sciami di locuste nel deserto e nuove minacce biologiche. A dirlo il nuovo Rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) “The impact of disasters and crises on agriculture and food security: 2021“, che spiega che questi disastri impattano in particolare sui mezzi di sussistenza agricoli, con gravi conseguenze economiche, che potrebbero potenzialmente durare per generazioni.

Secondo la FAO, rispetto agli anni  ’70 e ’80 i disastri ambientali sono triplicati. L’impatto maggiore ricade nell’agricoltura che assorbe il 63% dei loro effetti, rispetto ad altri settori, come il turismo, il commercio e l’industria.

Come è ovvio i paesi più poveri sono quelli che rischiano maggiormente: dal 2008 al 2018, i disastri naturali sono costati alle economie in via di sviluppo più di 108 miliardi di dollari in coltivazioni e allevamenti danneggiati. L’Asia è stata la regione più colpita, con perdite economiche complessive di 49 miliardi di dollari, seguita dall’Africa con 30 miliardi di dollari, dall’America Latina e dai Caraibi con 29 miliardi di dollari.

La siccità è la maggior responsabile della perdita di produzione agricola, seguita da inondazioni, tempeste, parassiti e incendi.

Le mancate piogge hanno causato una perdita del 34% della produzione di colture e bestiame, rispetto a un calo del 9% della produzione legato a disastri biologici.
Intanto la pandemia COVID-19 sta esacerbando i problemi esistenti.

Oltre ai danni alle economie dei paesi, questa situazione impatta anche sulla sicurezza alimentare e la malnutrizione. Si stima infatti che la perdita di produzione agricola e zootecnica nei paesi meno sviluppati e in quelli a basso e medio reddito, tra il 2008 e il 2018, abbia causato una perdita di 6,9 trilioni di chilocalorie all’anno, che equivale all’apporto calorico annuale di sette milioni di adulti.

Il rapporto sostiene che investire nella resilienza e nella riduzione del rischio di disastri, è di fondamentale importanza per garantire il ruolo cruciale dell’agricoltura nel raggiungimento di un futuro sostenibile.

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