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Legambiente ha scelto di pubblicare, a undici anni dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, il dossier “Basta case colabrodo“, dedicato all’efficienza energetica e ai consumi delle abitazioni in Italia, con l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sui loro diritti e doveri per vivere in un ambiente più sostenibile, consapevoli delle norme a loro disposizione. Iniziamo col dire che sono troppe le regioni in cui non c’è alcun controllo sulle certificazioni energetiche né sono previste sanzioni.Le Regioni devono garantire controlli indipendenti e sanzioni sulle certificazioni energetiche degli edifici (Legge 90/2013, che ha recepito la Direttiva 31/2010), individuando organismi e soggetti a cui affidare i controlli. Il Dossier denuncia che ancora oggi in molte Regioni ciò non avviene. In Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna e Umbria, non è stato stabilito chi deve controllare quel 2% minimo di certificazioni previsto dalla legge nazionale, con la conseguenza che le sanzioni previste nei confronti di progettisti, direttori dei lavori e certificatori non vengano applicate. La sola Provincia di Bolzano si distingue in positivo perché ha emanato leggi più restrittive rispetto al numero dei controlli e all’entità delle sanzioni, con verifiche sul progetto e in cantiere. In Italia il consumo di fonti fossili per il riscaldamento degli edifici è responsabile di una quota molto importante dell’inquinamento delle città e della produzione di gas serra e le famiglie in media per riscaldamento e raffrescamento spendono tra i 1500 e i 2000 euro all’anno. Con degli interventi di efficienza energetica negli edifici si potrebbe risparmiare fino al 50%.Edoardo Zanchini vicepresidente di Legambiente denuncia il mancato rispetto delle norme vigenti e i ritardi dei programmi di incentivo che spingano la riqualificazione. A partire dal DL sull’efficienza energetica che prevedeva l’istituzione del Fondo per l’Efficienza Energetica, anche se è stato approvato da 592 giorni, in realtà tale fondo non è ancora accessibile, con la conseguenza che le risorse stanziate per il 2014 e il 2015 sono andate sprecate. Mentre, solo in questi giorni si è finalmente sbloccata la situazione del Conto Termico, che ha definito gli incentivi per gli interventi di efficienza energetica che riguardano anche il patrimonio edilizio. L’Italia inoltre ha recepito sempre con molto ritardo le Direttive Europee sull’efficienza energetica in edilizia, e la gestione non è facile per la mancanza di una regia che coordini tutti gli aspetti per definire una vera strategia verso l’efficienza energetica: le barriere burocratiche e normative, le incertezze e la possibilità di accedere alle risorse. Ricordiamo che Legambiente, nell’ambito della campagna Tutti in Classe A, ha scattato più di 500 termografie in 45 città italiane, relative a edifici pubblici e residenziali privati. Le immagini evidenziano tutti i problemi di isolamento termico, le dispersioni e le criticità del patrimonio edilizio italiano. L’associazione ambientalista evidenzia quali sono i principali interventi da attuare per spingere l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, pubblico e privato. E’ necessario che il Governo definisca norme precise, che vengano accolte anche dalle regioni e che prevedano controlli severi sulle certificazioni energetiche e precise sanzioni, sollecitando le Regioni inadempienti a legare gli interventi energetici con quelli di sicurezza antisismica, definendo l’obbligo del libretto energetico e antisismico per tutti gli edifici esistenti. Inoltre Legambiente sollecita il governo a rendere strutturale l’ecobonus per gli interventi di riqualificazione, premiando, nelle ristrutturazioni, il miglioramento della classe energetica di appartenenza. E’ infatti una misura che negli anni ha funzionato molto bene, ha creato posti di lavoro, investimenti e stimolato interventi di recupero. Inoltre bisogna rendere operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto Legislativo 102/2014 e stabilire i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici. Occorre poi escludere dal patto di stabilità gli interventi sul patrimonio pubblico che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici. E’ infine necessario intervenire per la semplificazione degli interventi di efficienza energetica, in particolare nei condomini e per gli interventi di retrofit di interi edifici, per permettere alle famiglie di dimezzare i consumi energetici. Scarica il Rapporto “Basta case colabrodo” Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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