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Il briefing “Responding to the health risks of climate change in Europe“, pubblicato nei giorni scorsi da Lancet Countdown on Health and Climate Change (associazione che unisce istituzioni accademiche e agenzie internazionali) e Agenzia europea dell’ambiente sull’Osservatorio europeo su clima e salute, analizza i principali impatti del cambiamento climatico sulla salute dei cittadini dell’Unione Europea, suggerendo le azioni per ridurre tali rischi attraverso politiche di adattamento allineate con azioni di mitigazione. Il cambiamento climatico, con l’aumento delle ondate di calore estreme, peggioramento delle malattie infettive, forti incendi e minacce ai sistemi alimentari e idrici, rischia di minare i progressi fatti nella salute pubblica negli ultimi 50 anni. Gli effetti del caldo estremo sono peggiorati in special modo nelle città, dove la popolazione continua ad aumentare, con un numero crescente di anziani e un aumento delle malattie croniche. Inoltre il cambiamento climatico sta rendendo alcune aree dell’Europa adatte a varie malattie infettive, tra cui la febbre dengue, le infezioni da Vibrio, che possono causare gastroenteriti attraverso il consumo di frutti di mare contaminati, e la febbre del Nilo occidentale. Si stima che la mortalità globale attribuibile all’esposizione al calore nelle persone oltre i 65 anni sia aumentata di oltre il 50% nel periodo 2000-2018, la sola estate del 2003 ha causato circa 70.000 morti in Europa. Le temperature eccessive influiscono inoltre sulla salute dei lavoratori e sulla loro produttività: secondo il Lancet Countdown nel 2019 sono state perse 1,2 miliardi di ore lavorative a causa delle alte temperature. Il briefing sottolinea che gli Stati dell’Unione sono in ritardo nel pianificare le strategie per affrontare le minacce climatiche legate alla salute, e sarebbe necessario per esempio coinvolgere nei piani di adattamento i professionisti della sanità pubblica. Secondo alcune stime 5 anni dopo la firma dell’Accordo di Parigi, con cui il mondo si è impegnato a limitare il riscaldamento globale “ben al di sotto dei 2 °C” rispetto ai livelli preindustriali, il picco di concentrazione per limitare l’aumento a 1,5 °C sarà raggiunto intorno al 2021/2022. Anche ipotizzando scenari di decarbonizzazione ambiziosi, le temperature globali continueranno ad aumentare, mettendo a rischio la salute e i mezzi di sussistenza delle popolazioni europee. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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