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Per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C servono maggiore ambizione e cooperazione internazionale

Pubblicato dall’International Energy Agency l’aggiornamento del Rapporto Net Zero Roadmap che traccia il percorso per raggiungere le emissioni nette 0 entro il 2050 e garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi: per raggiungere gli obiettivi climatici sono fondamentali maggiore ambizione a sostegno delle energie rinnovabili e una più forte cooperazione internazionale

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Per raggiungere l'obiettivo di 1,5°C servono maggiore ambizione e cooperazione internazionale

Azzerare le emissioni di gas serra provenienti dal settore energetico mondiale e limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rimane un obiettivo raggiungibile grazie alla crescita record di tecnologie chiave per l’energia pulita, ma è necessario che il ritmo di sviluppo aumenti rapidamente in molti settori. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del Rapporto Net Zero Roadmap pubblicato oggi dell’IEA, che analizza i cambiamenti avvenuti nel panorama energetico negli ultimi due anni, dalla Pubblicazione del 2021 del Net Zero Emissions by 2050.

L’analisi dell’IEA è in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, che punta a contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C, cercando di limitarlo a 1,5 °C.

L’aggiornamento 2023 tiene conto dei cambiamenti significativi nel panorama energetico negli ultimi due anni, tra cui la ripresa economica post-pandemia, la crisi energetica globale innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 e la crescita di alcune tecnologie per l’energia pulita, ma avverte anche che la ripresa economica ha portato ad un incremento negli investimenti nei combustibili fossili e a un livello molto alto di emissioni che nel 2022 hanno toccato un nuovo record.

Bene fotovoltaico e mobilità elettrica

Il Rapporto segnala che dal 2021, la crescita record della capacità di produzione di energia fotovoltaica e delle vendite di auto elettriche è in linea con il percorso verso le emissioni nette zero a livello globale entro il 2050. Allo stesso modo sono coerenti con tale obiettivo i piani industriali per il lancio di nuove capacità produttive per questi settori. E’ un dato importante perché queste due tecnologie da sole contribuiscono per un terzo alla riduzione delle emissioni prevista tra oggi e il 2030. Inoltre i costi di tali tecnologie si sono ridotti grazie alle continue innovazioni.
Nel Rapporto del 2021 quasi la metà delle riduzioni di emissioni necessarie per raggiungere lo zero netto nel 2050 dipendeva da tecnologie non ancora disponibili sul mercato, oggi questa % è scesa al 35%.

Crescita mobilità elettrica coerente con l'obiettivo di Parigi

Nonostante questi progressi positivi, l’aggiornamento del 2023 dell’IEA sottolinea che resta molto da fare: la capacità globale di energia rinnovabile deve triplicare entro il 2030, il tasso annuo di miglioramento dell’efficienza energetica deve raddoppiare, le vendite di veicoli elettrici e pompe di calore devono aumentare considerevolmente e le emissioni di metano del settore energetico devono diminuire del 75%. Queste strategie forniranno oltre l’80% delle necessarie riduzioni di emissioni entro la fine del decennio.

La Roadmap da seguire per le emissioni 0

La Roadmap delinea un percorso verso le emissioni nette zero per il settore energetico globale entro il 2050, riconoscendo l’importanza di promuovere una transizione equa che tenga conto delle diverse situazioni nazionali.

Le economie avanzate per esempio raggiungono le emissioni net zero prima per dare più tempo alle economie emergenti e in via di sviluppo. Il percorso prevede inoltre il pieno accesso a forme moderne di energia per tutti entro il 2030 attraverso investimenti annuali di quasi 45 miliardi di dollari all’anno, poco più dell’1% degli investimenti nel settore energetico.

La Roadmap da seguire per le emissioni 0

Il Rapporto avverte che per rimanere su questo percorso tutti i Paesi devono anticipare le date previste per l’azzeramento delle emissioni ed è necessario aumentare gli investimenti, soprattutto nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Nel nuovo percorso zero, la spesa globale per l’energia pulita passa da 1,8 trilioni di dollari nel 2023 a 4,5 trilioni di dollari all’anno entro i primi anni 2030.

Tale scenario prevede una crescita significativa delle energie rinnovabili e il conseguente calo dei combustibili fossili del 25% entro il 2030 e dell’80% al 2050, con una diminuzione significativa delle emissioni (-35% nel 2030 rispetto al 2022). Non si deve dunque investire in nuovi progetti petroliferi, di gas o in centrali a carbone, ma è necessario continuare a farlo per gli impianti già approvati o su quelli esistenti, tenendo ben presente che per evitare impennate dei prezzi, è necessario che alla diminuzione degli investimenti nei combustibili fossili corrisponda l’aumento di quelli nelle energie pulite.

La cooperazione internazionale è un asset fondamentale

Il rapporto sottolinea l’importanza di una più forte cooperazione internazionale per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. In alternativa il raggiungimento di tale obiettivo dipenderebbe dalla diffusione massiccia di tecnologie di rimozione del carbonio, che sono molto costose. Nel caso in cui la crescita delle energie rinnovabili non rispettasse la roadmap entro il 2030, quasi 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica dovrebbero essere rimosse dall’atmosfera ogni anno nella seconda metà di questo secolo. Se le tecnologie di rimozione del carbonio non dovessero raggiungere questo obiettivo, non sarebbe possibile rispettare il target di 1,5 ̊C.

Per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C è necessario che aumenti la cooperazione internazionale. La buona notizia è che sappiamo cosa dobbiamo fare e come farlo. La nostra tabella di marcia Net Zero 2023, basata sui dati e sulle analisi più recenti, mostra il percorso da seguire“, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol.

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