L’industria delle costruzioni guarda a un futuro efficiente e sostenibile

Il mondo delle costruzioni si è incontrato a REbuild per confrontarsi su stato attuale e  strategie da attuare per il futuro di un settore in qualche modo da ripensare ma che offre grandissime opportunità e strategico per il Sistema Paese. Serve una gestione migliore degli incentivi, una precisa pianificazione degli interventi e un percorso di cambiamento radicale che coinvolga tutta la filiera per garantire la riduzione dei consumi. Digitalizzazione e industrializzazione dei processi tra i principali protagonisti della transizione.

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Rebuild 2023: l’industria delle costruzioni guarda a un futuro efficiente e sostenibile

Riva del Garda Fierecongressi ha ospitato il 9 e 10 maggio la 9° edizione di REbuild, manifestazione dedicata allo scenario attuale e alle prospettive future di un settore strategico e che impatta fortemente sull’ambiente, considerando gli obiettivi climatici da raggiungere al 2030/2050. Ricordiamo che il settore del costruito, che rappresenta un terzo del PIL italiano, conta il 40% circa dei consumi energetici in UE e il 39% delle emissioni di CO2.

Due giornate intense di lavoro che hanno visto la partecipazione di relatori di alto livello, grazie all’impegno del comitato scientifico presieduto da Ezio Micelli, professore ordinario presso l’Università Iuav di Venezia, da cui è risultato evidente quanto sia importante collaborare per garantire un ambiente costruito più responsabile e sostenibile e da cui sono emerse alcune risposte alle esigenze del settore edilizio.

5 le parole chiave scelte dal comitato scientifico che, in una sorta di mappa concettuale, hanno legato gli interventi: innovazione, che deve essere collocata in un set di valori che parte da sostenibilità ed economia circolare, considerando gli obiettivi ESG – Environmental, Social, Governance; la digitalizzazione lungo tutta la filiera: l’innovazione dei processi e la produzione dal cantiere alla fabbrica rappresentano una sfida molto importante ma al momento non ancora raccolta, secondo Ezio Micelli; il mercato che si deve allineare su un criterio di sostenibilità e riconoscibilità sotto il profilo ambientale, con impatti anche sugli investimenti; il riuso e la comunità, perché la trasformazione del costruito deve essere un obiettivo collettivo.

Pichetto, tracciare la roadmap per la neutralità climatica al 2050

Ha aperto i lavori l’intervento in collegamento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che ha ricordato il traguardo del 2050 legato a efficienza energetica e neutralità climatica.

L'intervento del ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto a REbuild

“I grandi centri di emissioni sono case, agricoltura e trasporti, gli edifici rappresentano più di 1/3 dei consumi energetici, è dunque necessario definire dei criteri di risparmio energetico”.

Rispetto alla Direttiva europea Case Green il ministro Pichetto ha parlato di criticità legate alla particolarità del mercato italiano in cui la casa rappresenta, a differenza di molti altri paesi europei, “il luogo fisico del risparmio delle famiglie”. Il rischio è che la direttiva, per come è stata impostata, pesi eccessivamente sulle fasce più fragili dei cittadini.

Il lavoro da fare per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito è immenso: dei 31 milioni di fabbricati presenti in Italia, 21 rientrano nelle classi energetiche peggiori (E, F, G). Tolti quelli su cui non si può intervenire per vincoli di vario genere, restano almeno 10 milioni di immobili in cui andranno fatti interventi di riqualificazione nei prossimi anni.

Riferendosi al mercato residenziale, 3milioni e 160mila dei circa 12 milioni di edifici residenziali, sono stati costruiti prima del 1945 e circa 230mila sono sottoposti a vincolo. Tutti gli altri dovranno essere oggetto di riqualificazione.

Per quanto riguarda i bonus edilizi il ministro ha sottolineato che in questi anni sono stati messi in campo oltre 100miliardi di euro che hanno permesso interventi su circa 400.000 case, “Come si possono raggiungere i 10 milioni di fabbricati? Chiediamo che l’UE ci lasci un’autonomia di percorso, per avere tempo di spostare la strategia energetica sull’elettrico, ci deve essere una mappatura seria a livello nazionale, i bonus devono essere razionalizzati e dare certezza, le azioni vanno calibrate, considerando l’opportunità dello sviluppo delle energie rinnovabili, il cui apporto rispetto alle fossili, attualmente ai 2/3, va ribaltato”.

Gli edifici di domani si progettano a partire da oggi

Un programma ricchissimo di contenuti, che ha davvero toccato tutti i macro trend che impattano sul mondo del costruito, considerando lo scenario attuale e gli obiettivi da raggiungere.

29 le aziende partner di rebuild

Il programma ha previsto 16 incontri, 4 workshop, 2 sessioni plenarie, in apertura e chiusura, 29 aziende coinvolte e gli interventi di relatori di fama internazionale, esperti del mondo universitario e istituzionale e imprenditori del mondo delle costruzioni.

Molti i temi approfonditi, a diversi dei quali dedicheremo singoli articoli, che hanno offerto spunti di riflessione sul futuro del mondo del costruito considerando gli strumenti già a disposizione della filiera e le opportunità di sviluppo in ottica di sostenibilità, innovazione, digitalizzazione ed economia circolare.

Si è parlato di finanza immobiliare e politiche di investimento considerando i criteri ESG; di evoluzione del Real estate e transizione green degli immobili, del ruolo del legno per l’edilizia del futuro, considerando le caratteristiche di sostenibilità di questo materiale e le potenzialità legate ai processi di costruzione off-site.

Molto interessante il tema del lato sociale della condivisione energetica e per esempio dei benefici, anche sociali, che possono garantire le CER.

Quale può essere il ruolo del retrofit off-site per la transizione energetica? Il tema è stato approfondito da Thomas Miorin, CEO di Edera, centro di innovazione per l’edilizia sostenibile, che ha evidenziato che il retrofit può rappresentare la chiave per raggiungere gli obiettivi climatici, grazie alla capacità di diminuire i costi, garantendo alti standard ambientali e ponendo l’utente al centro di queto percorso.

La transizione energetica è un processo integrato che parte dagli edifici ma deve necessariamente coinvolgere quartieri, distretti e città per garantire le 0 emissioni. Si parte dunque dagli Smart building per arrivare agli Smart district e alle Smart City in un processo di decarbonizzazione in cui l’industrializzazione dei processi svolgerà un ruolo da protagonista.

Il patrimonio storico rappresenta una sfida importante per la transizione energetica: gli edifici storici possono essere efficientati ma necessitano di un approccio specifico, esistono a questo proposito diversi esempi virtuosi. In Italia ci sono più di 3 milioni di edifici realizzati prima del 1945, circa il 25% dello stock nazionale e più di 200.000 versano in stato di totale abbandono. Giacomo di Thiene dell’Associazione Dimore Storiche Italiane ha sottolineato che per garantire il miglioramento energetico di questi beni, “che sono le nostre terre rare, serve una progettualità a medio e lungo termine per reperire le risorse”.

E’ stato poi approfondito il fenomeno del Proptech nell’ambito del Real Estate, considerando lo scenario italiano e quello internazionale e si è parlato delle potenzialità dei digital-twin (il gemello digitale), in risposta alle necessità di pianificazione urbanistica e di riqualificazione del patrimonio edilizio, portando l’esempio del Comune di Bologna da tempo impegnato su questo fronte.

Le potenzialità del digital twin nella nuova pianificazione urbanistica delle città

Il digital twin è infatti uno strumento strategico che permette di sviluppare politiche urbane più efficaci, con benefici anche a livello sociale.

Nella sessione di chiusura, l’architetto Benedetta Tagliabue (EMBT Architects) ha portato un contributo quasi filosofico: la sostenibilità va intesa in un’accezione più ampia e deve includere anche la partecipazione della cittadinanza e, attraverso alcuni esempi di progetti realizzati, ha mostrato al pubblico quanto sia importante ripensare ai luoghi esistenti rendendoli “più amabili”, facendo convivere tecnologia, rispetto dell’ambiente, riuso, economia circolare e impatto ambientale.

L'intervento dell'architetto Benedetta Tagliabue a REbuild
Credits img Jacopo Salvi

I lavori si sono conclusi con una nota di preoccupoazione per lo scenario delineato da Silvia Rovere, Presidente di Assoimmobiliare, che ha evidenziato con dati certi che lo stato del patrimonio immobiliare italiano sia più a rischio rispetto a quello di altri paesi europei, a causa di vetustà degli edifici, interventi pubblici non realizzati, assenza dell’investimento medio in residenziale destinato alla locazione nei Fondi. Tutti elementi che rischiano di far diminuire il valore del patrimonio edilizio delle famiglie. “E’ necessario che il Governo metta in campo misure finanziarie per aiutare il patrimonio immobiliare italiano che continua a perdere valore (-15% dal 2010 al 2022)”. A chiudere i lavori Filippo Delle Piane dell’Ance, che ha criticato la misura del superbonus, che ha “creato grande confusione. Bisogna trovare una forma di incentivazione diversa e più sostenibile”.

La sessione plenaria conclusiva di REbuild
Credits img Jacopo Salvi

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Tema Tecnico

Architettura sostenibile, Sostenibilità e Ambiente

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