L’Italia deve raddoppiare le rinnovabili per rispettare l’accordo di Parigi

Necessaria una nuova Strategia Energetica Nazionale che porti le rinnovabili dal 17,3% a circa il 35% del consumo energetico finale al 2030

L’Italia deve raddoppiare le rinnovabili per rispettare l’accordo di Parigi 1

Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, a pochi giorni dalla firma a Ney York dell’accordo sul Clima raggiunto alla COP 21 di Parigi con il consenso di 195 Paesi, ha presentato l’Italy Climate Report 2016, con i dati relativi alle emissioni di gas serra e alle strategie necessarie per attenersi agli accordi di Parigi e rispettare l’obiettivo del contenimento dell’aumento delle temperature al di sotto di 2°C, cercando di non superare la soglia di 1,5°C.

Se a livello globale le emissioni di gas serra nel 2014 e nel 2015 sono rimaste praticamente stabili, nonostante l’aumento del Pil di circa il 3% l’anno, in Italia dopo anni in cui erano diminuite, -20% nel 2014 rispetto al 1990, lo scorso anno sono aumentate di circa il 2,5%, a causa della crescita del Pil, della diminuzione del prezzo del petrolio e del gas, dell’aumento dei consumi energetici che ha provocato una riduzione delle politiche di efficienza energetica, e dello stop della crescita delle fonti energetiche rinnovabili.
Tra il 2005 e il 2012 in Italia, grazie anche agli incentivi, le rinnovabili sono passate dall’8% a circa il 16% del consumo nazionale, più della media europea, collocandosi fra i leader mondiali. Negli ultimi 3 anni viceversa le rinnovabili sono cresciute molto poco, passando dal 16,7% nel 2013 al 17,3% del 2015, con un aumento dello 0,2% all’anno ed è diminuita la quota di elettricità da fonti rinnovabili che è passata dal 43% al 38% tra il 2014 e il 2015.

Andando avanti così, si legge nel Rapporto, l’Italia pur avendo già raggiunto l’obiettivo europeo del 17% al 2020, sarebbe lontana sia dall’obiettivo europeo del 27% al 2030 sia dall’attuazione dell’Accordo di Parigi. “Collocando l’obiettivo della variazione di temperatura in una posizione intermedia – fra i 1,5°C e 2°C – con l’Accordo di Parigi, l’Italia al 2030 dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra intorno al 50% rispetto al 1990: ciò richiederebbe un forte impegno nel risparmio e nell’efficienza energetica con una riduzione dei consumi attesi di circa il 40% e un raddoppio della quota di fonti rinnovabili, dal 17,3% a circa il 35% del consumo energetico finale al 2030 e nel solo comparto elettrico, le rinnovabili dovrebbero soddisfare almeno 2/3 della domanda di elettricità”.

Il Bel Paese a questo punto per rispettare l’Accordo di Parigi deve definire una nuova Strategia Energetica Nazionale con obiettivi al 2030 più ambiziosi, che prevedano investimenti in tecnologia e occupazione e sviluppo della green economy.

Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile suggerisce una serie di azioni che il nostro paese dovrebbe intraprendere per attuare l’Accordo di Parigi, tra cui l’introduizione di una carbon tax e un processo di riallocazione degli incentivi ambientalmente dannosi senza aumentare il carico fiscale complessivo e riducendo la tassazione sulle imprese e sul lavoro. Bisognerebbe introdurre un sistema di carbon pricing, riconoscendo i costi effettivi dei combustibili fossili e consentendo, così, di incentivare le fonti rinnovabili senza pesare sulle bollette. E’ poi necessario sostenere la riqualificazione energetica degli edifici, varando un piano nazionale di riqualificazione del parco edilizio pubblico e sistenere lo sviluppo della mobilità sostenibile, dando priorità di intervento alle aree urbane.

A livello globale il Rapporto evidenzia che molti paesi hanno ridotto le emissioni e nel 2015 gli investimenti mondiali nelle rinnovabili hanno raggiunto i 286 miliardi di dollari, +5% sull’anno precedente e sei volte quelli del 2004. Ma per assicurare il rispetto dell’obiettivo di 1,5°C bisognerebbe dimezzare il budget di carbonio a disposizione (500-600 Gt) e porre limitazioni ancora più severe nell’utilizzo delle riserve accertate di petrolio, di gas e di carbone.
In Europa per rispettare l’obiettivo 1,5°C bisognerebbe ridurre entro il 2030 le emissioni del 50-55% rispetto al 1990 (contro il 40% del pacchetto 2030 corrispondente al target dei 2°C) e aumentare in maniera significativa i target del 27% per le rinnovabili e per l’efficienza energetica.

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