Il Capitale Naturale e la sua integrazione nei processi decisionali politici

Pubblicata la seconda edizione del Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia realizzato grazie a una sinergia tra Ministero dell’Ambiente, PA, esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali

Pubblicata la seconda edizione del Rapporto sul capitale Naturale

Il Capitale Naturale italiano svolge un ruolo primario rispetto al sistema socio-economico collettivo del Paese. Proprio per questo per la prima volta nel 2017 il  Collegato ambientale ha istituito un Comitato per il Capitale Naturale (CCN), presieduto dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), e formato da 10 Ministri, dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), dalla Conferenza delle Regioni, 5 Istituti pubblici di Ricerca e 9 esperti della materia nominati dal MATTM.

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la seconda edizione del Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia – 2018 a cui ha lavorato in sinergia un gruppo di esperti, tecnici, univeritari, Enti di ricerca, l’ISPRA, l’ISTAT e Banca d’Italia. Obiettivo della pubblicazione è sensibilizzare sempre di più sull’importanza di questo tema, considerando anche la necessaria integrazione del Capitale Naturale nei processi decisionali politici.

Obiettivo dello studio è misurare il valore fisico e monetario che proviene da foreste, biodiversità, fiumi, mari, e della totalità di ecosistemi, e che si esplicita  in benefici di cui usufruiamo tutti i giorni e che provengono dall’insieme di servizi ecosistemici che la natura ci fornisce, ma che spesso non percepiamo e non valutiamo al loro giusto valore. E’ dunque necessario fare cultura su questi benefici.

Nel Rapporto sono stati approfonditi diversi aspetti, su scala nazionale, ed anche eco-regionale, evidenziando gli elementi di pressione che mettono a rischio lo stato di conservazione del capitale naturale, nonché le funzionalità. Focus anche sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla la salvaguardia degli Ecosistemici, considerando alcuni aspetti particolarmente critici per il nostro paese quali gli incendi e la siccità, oltre a una serie di altri aspetti tra cui il consumo di suolo o la frammentazione degli ecosistemi naturali che richiedono interventi ed azioni mirate a sostegno del territorio.

Emergono dei valori monetari che evidenziano la straordinaria importanza del Capitale Naturale. E’ un aspetto su cui diventa necessario lavorare, il Comitato per il Capitale Naturale propone nuove raccomandazioni per garantire un reale contributo alla realizzazione degli obiettivi mondiali tracciati dall’Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l’Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.

Il Rapporto per il Capitale Naturale è dunque un importante strumento propedeutico alla valutazione delle policy e del loro impatto su una fonte di ricchezza e benessere fondamentale del nostro paese che sempre più deve emergere per essere preservata e valorizzata.

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