Bonus edilizia 2024: cosa cambia con la Legge di Bilancio

Confermati per il 2024 la maggior parte dei bonus per l’edilizia, che dalle ristrutturazioni all’abbattimento delle barriere architettoniche sono uno strumento importante per favorire un miglioramento del patrimonio esistente. Addio al Superbonus 110%

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Bonus edilizia 2024: cosa cambia con la Legge di Bilancio 2024

Le detrazioni fiscali in ambito edile hanno la finalità di agevolare interventi per la riqualificazione degli edifici e per la conservazione del patrimonio esistente italiano. Si tratta di incentivi erogati in varia misura, a seconda degli interventi effettuati, e che vengono rimodellati, sospesi o confermati ogni anno in occasione della Legge di Bilancio.

La Legge n. 213 del 30 dicembre 2023Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026” è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e contiene tutte le misure previste dal Governo, tra cui anche il destino delle detrazioni fiscali in ambito edile, introdotte negli scorsi anni con altre leggi.

Bonus casa: rimane la detrazione al 50%

Il bonus ristrutturazioni, noto anche come Bonus Casa, viene confermato anche per il 2024 nella sua forma amplificata. Il bonus nasce come detrazione IRPEF pari al 36% delle spese sostenute per la ristrutturazione di un immobile esistente, con un tetto massimo di spesa pari a 48.000 euro per singola unità immobiliare.

Bonus edilizia 2024: cosa cambia con la Legge di Bilancio
Rispetto a quanto indicato nell’art. 16-bis del TIUR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), il DL 63/2013 maggiora la detrazione al 50% e il massimale di spesa a 96.000 euro. Valori che sono confermati per tutto l’anno, fino al 31/12/2024.

Gli interventi ammessi sono quelli di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo nel caso di singole unità immobiliari.

Quando si interviene su parti comuni, invece, sono incluse anche interventi di manutenzione ordinaria.

Le definizioni di queste opere sono contenute nel DPR 380/2001, ossia nel Testo Unico dell’Edilizia. Altri interventi che prevedono la detrazione sono quelli finalizzati al ripristino di un edificio danneggiato in caso di eventi calamitosi, alla realizzazione di box auto di pertinenza, alla cablatura degli edifici, all’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile (come il fotovoltaico).

Possono usufruire della detrazione i contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF, che siano proprietari o abbiano diritto di godimento dell’immobile. È possibile accedere al bonus anche nel caso in cui si sia locatari e, se si vende l’immobile per cui si sta beneficiando delle detrazioni, è possibile trasferire il bonus agli acquirenti per il restante periodo. Le detrazioni, infatti, sono suddivise in 10 quote di uguale importo, con periodicità annuale.

Ecobonus fino al 65%

Per tutto il 2024 è confermato anche l’Ecobonus, ossia la detrazione fiscale destinata a coloro che si impegnano per la realizzazione di interventi utili a ridurre i consumi energetici degli edifici esistenti.

Legge di Bilancio: ecobonus confermato per il 2024

La scadenza del bonus, al momento, è fissata per il 31/12/2024, data oltre la quale potrebbe non essere rinnovato in alcuna forma. Come per il Bonus Casa, le detrazioni IRPEF sono suddivise in 10 quote annuali e il valore è calcolato con percentuali variabili dal 50% al 75% delle spese sostenute. A seconda del tipo di intervento, infatti, si ha diritto ad una detrazione di differente valore.

A partire dall’installazione di infissi efficienti e schermature solari o l’installazione di sistemi per il riscaldamento alimentati a biomassa, per i quali è prevista una detrazione pari al 50%, fino agli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali. Nello specifico, la detrazione maggiore è prevista per opere di riqualificazione di queste aree, raggiungendo i requisiti di efficienza medi previsti dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 26 giugno 2015. L’obiettivo dell’Ecobonus, infatti, è chiaramente quello di favorire il risparmio energetico e ridurre al massimo i consumi per il funzionamento degli edifici, grazie all’efficienza energetica.

Sismabonus 2024

Altra conferma per il 2024 è relativa al Sismabonus, erogato per gli interventi antisismici e di messa in sicurezza statica su parti strutturali di edifici o di complessi immobiliari.

Sismabonus confermato per il 2024

L’aliquota di detrazione varia dal 50% delle spese sostenute per interventi antisismici che non portano a una riduzione della classe di rischio, fino all’85% per gli interventi antisismici su parti comuni con un passaggio di due classi o di demolizione e ricostruzione, sempre con un passaggio di due classi.

Si tratta di una misura meno nota, soprattutto ai non addetti al settore, ma che può presentare notevoli vantaggi, soprattutto se combinato a interventi di riqualificazione energetica. In questo caso, le detrazioni sono pari all’80% o all’85% (passaggio di una o due classi), con un massimale di spesa pari a 136.000 euro.

Addio al Superbonus al 110%

Il Superbonus 110%, introdotto dal Decreto Rilancio del 2020, è stato al centro del dibattito in questi anni per diversi motivi. Dal numero elevato di interventi effettuati, alle criticità di gestione dei meccanismi del bonus, i temi affrontati sono stati molti.

Legge di bilancio 2024: addio al Superbonus al 110%

Con la nuova Legge di Bilancio si dice addio all’aliquota 110%, inizialmente prevista sia come estensione del Sismabonus, che dell’Ecobonus. Erano ammessi, infatti, interventi antisismici e di efficientamento energetico. Si ipotizzavano novità maggiormente incisive, ma per tutto il 2024 si conferma la detrazione pari al 70%, secondo requisiti e criteri già in vigore. Al momento, si prevede un’ulteriore riduzione dell’aliquota, al 65%, nel 2025.

Per gestire nel migliore dei modi le attività avviate in virtù del Superbonus è stato pubblicato in GU il DL 212/2023, noto anche come DL Superbonus. In particolare, si concentra sui cantieri in corso, riconoscendo la detrazione completa al 110% per quelli realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023. Per tutti gli altri, invece, si fa riferimento alla legislazione vigente, con riduzione delle aliquote.

Uniche eccezioni riguardano i cittadini con reddito inferiore a 15.000, per cui si proroga il Superbonus 110% fino a ottobre 2024, purché si sia raggiunto uno stato avanzamento lavori del 60% al 31 dicembre scorso. Possono inoltre beneficiare del Superbonus 110% fino al 2025 tutte le organizzazioni e associazioni del terzo settore.

Bonus mobili, bonus verde e bonus barriere architettoniche

Altri bonus previsti per il 2024 sono:

  • Bonus mobili, che prevede una detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad immobili oggetto di interventi di ristrutturazione. Gli interventi devono essere stati effettuati non più lontano del 1° gennaio 2023 e non è necessario che la ristrutturazione sia conclusa. L’importante è che la data di inizio lavori indicata sulla pratica sia anteriore all’acquisto di mobili ed elettrodomestici. Sono esclusi tutti i componenti e le finiture che non sono d’arredo, come pavimentazioni, porte o tende. Il massimale di spesa per il 2024 è fissato nella misura di 5.000 euro.
  • Bonus verde, introdotto nel 2017 e confermato per il 2024 con un’aliquota pari al 36%, per un totale massimo di 5.000 euro per unità immobiliare. Sono ammessi interventi per la sistemazione a verde di aree aperte di pertinenza, l’installazione di recinzioni, impianti di irrigazione o pozzi, ma anche la realizzazione di coperture verdi.
  • Bonus barriere architettoniche, per quanto in realtà gli interventi per l’aumento dell’accessibilità siano previsti dal Bonus Casa, con un’aliquota pari al 75%. La misura è confermata anche per il 2025 e il massimale di spesa varia a seconda della tipologia di edificio su cui si interviene e sul numero di unità immobiliari presenti.

31/12/2023

Legge di Bilancio e Superbonus, ecco le novità per le costruzioni

a cura di Pietro Mezzi

Un fine 2023 ricco di provvedimenti per il settore edilizio. La manovra finanziaria per il 2024, approvata dal Parlamento il 29 dicembre, e il decreto legge cosiddetto “salva liti” deciso il giorno prima dal consiglio dei ministri, contengono cambiamenti per imprese e professionisti

a cura di Pietro Mezzi

Legge di Bilancio e Superbonus, ecco le novità per le costruzioni

Per il settore delle costruzioni quello appena concluso è stato un anno ricco di provvedimenti legislativi importanti. Parlamento e Consiglio dei ministri hanno infatti chiuso le loro attività con l’approvazione, il 29 dicembre scorso da parte della Camera dei deputati, della Legge di Bilancio 2024, mentre il giorno prima il Cdm ha varato un decreto-legge – definito “salva liti” o “piano di aiuti” – in materia di Superbonus.

La legge di Bilancio, come anticipato da mesi, dà ufficialmente addio al 110%; per contro, dopo un lungo tira e molla politico durato oltre un mese tra le forze che compongono la maggioranza di governo, il provvedimento approvato in Cdm il 28 dicembre (il dl 212/2023 in vigore dal 30 dicembre 2023), ha riaperto, molto parzialmente, le porte alla prosecuzione del Superbonus.

Andiamo con ordine e partiamo dalla manovra finanziaria.

Legge di Bilancio 2024

Il provvedimento più importante contenuto nella Manovra riguarda il finanziamento della costruzione del Ponte sullo Stretto, che viene sostenuto con 11,6 miliardi di euro. La novità sta nella modalità di finanziamento: non più tutto a carico dello Stato, come prevedeva la formulazione originaria approvata dal consiglio dei ministri mesi fa: nel periodo che va dal 2024 al 2032, dal bilancio pubblico verranno prelevati 9,3 miliardi. Il resto delle risorse necessarie (2,3 miliardi) saranno a carico del Fondo di sviluppo e coesione (1,6 miliardi) gestito dalle regioni Calabria e Sicilia a cui si aggiungono 718 milioni dei finanziamenti gestiti dai ministeri e destinati in gran parte a progetti per il Sud Italia.

Il ministro delle Infrastrutture intende aprire il cantiere del Ponte nel 2024, ma si attende ancora il via libera all’aggiornamento del progetto definitivo da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess).

Con la manovra finanziaria 2024 viene incrementata la dotazione del fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, la cui capienza, per l’anno appena iniziato, passa da 500 a 700 milioni. Viene anche previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro per il 2025. Il meccanismo previsto dall’articolo 26 del decreto legge 50 del 2022, riguardante le misure finalizzate a fronteggiare il rincaro dei materiali, è esteso ai lavori eseguiti o contabilizzati dal direttore dei lavori (o annotati) nel libretto delle misure fino al 31 dicembre 2024.

Legge di Bilancio 2024: fondo per prosecuzione opere pubbliche

La Manovra istituisce un fondo per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali al Giubileo 2025. Si tratta di una dotazione per il 2024 di 75 milioni di euro, di 305 milioni per il 2025 e di 8 per il 2026.

La legge di Bilancio assegna 35 milioni per il potenziamento del porto di Civitavecchia, che prevede lo sviluppo delle infrastrutture viabilistiche, l’interconnessione del porto con il territorio e la riqualificazione delle aree industriali limitrofe.

Viene istituito un fondo per il contrasto al disagio abitativo, con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2027 e altrettanti per il 2028. Il provvedimento prevede anche la definizione di Linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica, per azioni di recupero del patrimonio immobiliare esistente e di riconversione di edifici aventi altra destinazione pubblica, nonché per la realizzazione di progetti di recupero con partenariato pubblico-privato.

La Manovra conferma la dotazione finanziaria al fondo per il cinema e l’audiovisivo dedicata al piano per il potenziamento delle sale cinematografiche e polifunzionali, riservando 20 milioni a partire dal 2024. Le risorse sono destinate alla concessione di contributi a fondo perduto o di contributi in conto interessi sui mutui o locazioni finanziarie, finalizzati alla riattivazione di sale cinematografiche chiuse o dismesse, alla realizzazione di nuove sale o alla loro ristrutturazione o adeguamento strutturale e tecnologico.

La legge di Bilancio introduce l’obbligo per le imprese di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura di danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.

Dal 2024 l’Inail potrà destinare parte delle proprie risorse finanziarie alla realizzazione e all’acquisto di immobili per le esigenze di ammodernamento delle strutture sanitarie e di ampliamento della rete sanitaria territoriale.

La Manovra 2024, con una dotazione di 45 milioni di euro per il 2024 e di 60 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028, istituisce un fondo per il finanziamento di un programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici.

Viene rifinanziato con 20 milioni l’anno il fondo vittime dell’amianto.

Il Superbonus 110%

La Legge per il 2024 prevede una serie di provvedimenti concernenti gli aspetti di tassazione, detrazioni e di controlli legati al Superbonus.

Il dato politico più rilevante, stabilito nella Legge di Bilancio 2024, riguarda – come anticipato – la cessazione del sistema di incentivi legati al 110%. Dal 2024 quindi non ci sarà alcuna proroga, come da tempo aveva annunciato il governo e il ministero delle Finanze in particolare e come invece aveva ripetutamente chiesto Forza Italia.

La copertura, già ridotta al 90% nel 2023, dal 2024 verrà ulteriormente ridimensionata al 70%. Tutti i lavori considerati in bilico, che a fine novembre valevano, come stimato dall’Enea, 13 miliardi di euro, dovranno essere ultimati con lo sconto ridotto al 70%, con un differenziale del 40% rispetto alla dotazione iniziale.

Legge di Bilancio 2024 e Superbonus

Il decreto del consiglio dei ministri, approvato il 28 dicembre scorso, prevede una sorta di sanatoria su quanto pagato nel corso del 2023, anche per i lavori non finiti o da poco iniziati. L’abbuono previsto dal decreto vale anche per gli interventi che non hanno raggiunto lo scopo iniziale del super incentivo: migliorare di due classi energetiche l’efficienza dell’immobile.

La norma contenuta nel decreto del consiglio dei ministri evita che i soldi già incassati dalle imprese e ceduti per essere scontati debbano essere restituiti all’Agenzia delle entrate. Evita inoltre che la stessa Agenzia possa rivalersi sui singoli proprietari per farsi ritornare il bonus erogato per lavori non terminati.

Il decreto contiene un altro provvedimento importante, una sorta di bandiera politica per i sostenitori della proroga del Superbonus: per le famiglie con redditi bassi (che tali non sembrerebbero essere, in quanto il decreto fa riferimento al quoziente familiare da 15 mila euro annui lordi, che è cosa differente dall’indicatore Isee; nda) sarà possibile mantenere inalterato il contributo del 110% per portare a termine i lavori entro il 2024. Il finanziamento dell’operazione – 16,4 milioni di euro – proviene dal “fondo indigenti”. Una cifra che consentirebbe di realizzare, secondo le stime circolate nei giorni scorsi – lavori per soli 50 milioni di euro: un valore assai lontano dalla cifra di 13 miliardi stimata da Enea per i lavori cosiddetti in bilico.

Una dotazione finanziaria scarsa, che rischia di rivelarsi un flop anche per le modalità previste: terminati i fondi, la differenza andrà colmata dai singoli proprietari o dai condomini, che dovranno anticipare le spese.

Ance contraria al decreto

Dura la presa di posizione dell’Associazione nazionale dei costrittori edili nei confronti del decreto legge approvato dal Cdm, che per bocca della sua presidente, Federica Brancaccio non le manda a dire.

«Le misure approvate rischiano di penalizzare famiglie e imprese che hanno agito correttamente – afferma la presidente -. Si tratta da un lato di misure inutili a chiudere in modo ordinato i lavori. Dall’altro di misure potenzialmente dannose, in quanto esiste il rischio che qualcuno approfitti della situazione. Positivo, ma non risolutivo, il principio stabilito nel decreto per i ceti meno abbienti. Nel concreto, la situazione si complicherà per i condomìni, con lavori a rischio e contenziosi che si trascineranno per lungo tempo»

Aiel: bene IVA al 10% sulle compravendite di pellet

Aiel, Associazione italiana energie agroforestali, commenta positivamente la conferma, almeno per il primo bimestre 2024 (ovvero nei mesi probabilmente più freddi) della riduzione dell’IVA al 10% sulla compravendita di pellet. Alla misura, che secondo il settore del riscaldamento a biomasse ha avuto effetti molto positivi nel 2023, sono stati destinati circa 21 milioni di euro e saranno più di 2 milioni le famiglie italiane che non subiranno aumenti per l’acquisto del pellet, almeno fino a fine febbraio.

Annalisa Paniz, Direttrice generale di Aiel sottolinea che “Il mantenimento dell’aliquota eviterà di gravare ulteriormente sulla spesa energetica delle famiglie italiane. Inoltre, secondo quanto risulta dalle nostre interlocuzioni con la Guardia di Finanza, la misura è fondamentale per promuovere l’emersione del mercato sommerso”.

L’augurio dell’Associazione è che la riduzione dell’aliquota sulle compravendite di pellet dal 22% al 10% possa diventare strutturale, assicurando maggior stabilità per operatori e consumatori, aiutando la transizione energetica ed “evitando l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale“.


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