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Lo scenario globale dell'efficienza energetica, le opportunità che derivano da un uso più efficiente dell'energia, soprattutto dal punto di vista delle imprese, strategie e cambiamenti tecnologici e il ruolo delle istituzioni sono stati i principali temi al centro del workshop organizzato ieri da The European House – Ambrosetti in collaborazione con ABB Italia che ha visto riunirsi a Milano alcuni tra i maggiori esperti internazionali e nazionali del settore. L'iniziativa rientra nell'ambito del servizio di "Aggiornamento permanente" di The European House – Ambrosetti riservato alla prima linea manageriale. Nel corso dei lavori è stato presentato l'Energy Efficiency Report, il documento di riferimento di ABB sull'efficienza energetica incentrato sulle tendenze nel settore industriale e delle utility. Il report è diviso in due sezioni: un sondaggio commissionato da ABB all'Economist Intelligence Unit e condotto a livello mondiale tra 350 senior executive sulle tendenze e le prospettive delle aziende in termini di efficienza energetica, e una ricerca realizzata per ABB da Enerdata e focalizzata sui trend dei paesi del G20 che rappresentano circa tre quarti del consumo energetico mondiale, tra cui l'Italia.Al workshop, moderato dal giornalista Maurizio Melis, conduttore di "Mister Kilowatt" su Radio 24, sono intervenuti anche Kathleen Kennedy, professore di Public Policy alla Georgetown University (in collegamento da Washington). Richard Bradley, direttore della divisione "Energy efficiency and environment" della International Energy Agency di Parigi, Mark Hopkins, direttore dell'Energy Efficiency department della UN Foundation, Massimo Beccarello, direttore del comitato Energia di Confindustria, Gian Francesco Imperiali, Presidente del Consiglio di Amministrazione di ABB Italia, Paolo Bertoldi, principal administrator dello European Commission Joint Research Centre – Ispra, il direttore della Fire Dario Di Santo, il responsabile della regolamentazione per le fonti rinnovabili ed efficienza energetica di Enel Daniele Maria Agostini e il presidente di Federacciai, Giuseppe Pasini.Nel suo intervento Gian Francesco Imperiali ha illustrato la sezione riguardante il nostro paese dell'Energy Efficiency Report."Per quanto riguarda l'Italia,i consumi energetici nell'industria sono cresciuti stabilmente a un tasso dell'1,2% all'anno tra il 1990 e il 2007, ma nel 2008 / 2009 la crisi economica globale ha portato ad una riduzione drastica nei consumi energetici. Il peso del consumo elettrico nell'industria è cresciuto sensibilmente, sino ad arrivare a rappresentare il 35% rispetto al totale"ha esordito Imperiali.L'uso dell'energia nell'industria, in Italia come in molte parti del mondo, è lontano dall'essere efficientee ci sono ampi spazi per miglioramenti. Per questo l'efficienza energetica – così come espresso dai 350 senior executive intervistati – anche alla luce di un accesso ristretto all'energia e alle preoccupazioni legate ai cambiamenti climatici, non è più considerata una scelta opzionale, bensì un irrinunciabile pre-requisito per la crescita finanziaria a lungo termine e per il miglioramento della competitività, soprattutto in settori energy-intensive."L'efficienza energetica è vista anche come uno stimolo all'innovazione tecnologica, pur nella consapevolezza che i principali miglioramenti arriveranno dall'ottimizzazione dei processi produttivi e soprattutto dall'introduzione di tecnologie già accessibili e testate (citando tra queste in particolare i motori ad alta efficienza e gli inverter). Un'analisi dell'impatto di queste tecnologie ha dimostrato ampiamente che l'efficienza energetica è un investimento che si ripaga da sé",ha proseguito Imperiali.Sul fronte del ritorno finanziario degli investimenti in efficienza energetica, l'88% del campione intervistato riconosce l'efficienza energetica come fattore business critical, ma solo il 40% ha investito in questo ambito negli ultimi 3 anni, quota che scende al 34% nell'industrie a uso intensivo dell'energia.Solo la metà del campione ha messo a punto sistemi di gestione dell'energia e solo un terzo ha eseguito audit energeticisull'intera struttura produttiva e operativa. Meno della metà ha attivato un sistema per un monitoraggio continuo dei progressi in efficienza energetica. Secondo il Presidente di ABB Italia"Questo divario tra consapevolezza e azione è causato principalmente da una mancanza di informazione. Il 42% del campione denuncia una mancanza di chiarezza nel metodo per individuare il ritorno finanziario degli investimenti, soprattutto legata all'assenza di benchmark di riferimento per il settore industriale in cui operano. Solo il 27% cita la mancanza di fondi come una delle barriere all'investimento"."Nuovi incentivi e nuove regolamentazionipossono ovviamente intensificare la pressione sull'industria. Tra queste, l'introduzione della normativa ISO 50001 che regola l'introduzione di sistemi per la gestione dell'energia e che rappresenterà un punto di riferimento per l'industria influenzando potenzialmente il 60% dell'uso mondiale dell'energia", ha concluso Imperiali. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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