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Il Palazzo delle Nazioni Unite a New York ospita oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, la firma del testo dell’Accordo di Parigi, approvato lo scorso dicembre e sottoscritto da 195 paesi, che dovrebbe dare finalmente il via ai processi da parte di tutte le Nazioni, che assicurino il raggiungimento dell’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1.5°C, così da contrastare le emissioni di gas serra e assicurare una transizione verso le tecnologie rinnovabili e un mondo indipendente dalle fossili. I rappresentanti dei vari paesi dovrebbero ora presentare i propri programmi per la ratifica dell’accordo e il mantenimento dell’impegno a mantenere il surriscaldamento al di sotto di 1,5°. Perché il testo entri in vigore infatti è necessario che almeno 55 paesi, che devono coprire almeno il 55% delle emissioni globali, ratifichino, approvino o accettino l’Accordo nei rispettivi parlamenti. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il premier Matteo Renzi sono a Ney York alla cerimonia di firma dell’accordo sul Clima di Parigi che verrà sottoscritto per l’Italia del primo ministro. Il WWF, per quanto soddisfatto che si sia arrivati alla firma dell’accordo, evidenzia che questa costituisce solo un primo passo di un percorso complesso e che sia necessario avviare sin da ora azioni molto ambiziose per la riduzione delle emissioni, investendo in efficienza energetica e uso di energie rinnovabili, che permettano di “rimanere sotto la soglia di rischio estremo per i sistemi naturali della Terra e per le comunità umane più vulnerabili del pianeta”. Secondo il WWF è necessario che le Nazioni offrano molte più certezze sui finanziamenti per il clima in modo che vi siano risorse sufficienti per la transizione verso un’economia a zero carbonio, nonché per fronteggiare gli impatti ormai inevitabili dei cambiamenti climatici con efficaci politiche di adattamento. Kyoto Club in una nota invita il Presidente del Consiglio ad attivare velocemente “gli investimenti italiani quantificati alla COP21 in 4 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni – del Green Climate Fund: rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, siamo in ritardo e questo, oltre che rallentare il nostro impegno nell’attuazione dell’Accordo di Parigi, penalizza le eccellenze italiane della sostenibilità”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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