ZEROPOSITIVO, la casa semplice, minima, leggera



Edificio sostenibile che produce più energia di quella che consuma

Lo scorso 11 luglio è stata inaugurata, negli spazi del MACRO-Testaccio a Roma, la Mostra “La Casa e la Città. Nuovi modi dell’abitare sostenibile” in cui sono esposti i prototipi di 45 mq delle case ecologiche costruite sulla base dei progetti degli architetti vincitori del concorso Eco-Luoghi 2013 – “Case per un abitare sostenibile”, consulto informale per la progettazione di case ecologiche monofamiliari localizzate nel paesaggio italiano.
Il concorso promosso dall’associazione Mecenate 90, dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e da Unioncamere, ha visto la partecipazione di oltre cento architetti e ingegneri che hanno presentato innovativi progetti che coniugano qualità architettonica, risparmio energetico, rispetto dei paesaggi e recupero di aree industriali e periurbane dismesse.
La Giuria, presieduta da Luca Zevi, ha individuato 10 vincitori tra cui ZEROPOSITIVO, il progetto di abitazione ecologica firmato dallo Studio Laboratorio di Architettura Architetti Associati di Reggio Emilia.
La casa “semplice minima leggera”, si identifica già dal nome: ZERO con un’accezione positiva e di speranza: ZERO come gli edifici a energia zero, le  emissioni zero di biossido di carbonio (carbon zero), il  chilometro zero per il cibo e per i materiali, il consumo di territorio pari a zero, il consumo zero di materie prime, ai rifiuti zero.

La casa O+zeropositivo è concepita come una “banca” che contiene e produce più energia di quella che consuma ed è in grado di conservare le materie prime per un successivo riutilizzo. Il progetto si sviluppa intorno a cinque temi che ne definiscono identità e riconoscibilità:
1)    Minimo. Ricerca della semplicità, dell’essenzialità, della sobrietà. O+zeropositivo è costituita da un recinto, che contiene una patio verde per la coltivazione e una casa per abitare per una superficie complessiva di cento metri quadrati.
Due quadrati di 5,5 x 5,5 metri costituiscono i moduli abitativi. Due piani inclinati secondo la diagonale del rettangolo tagliano i moduli in modo da rendere le due falde di copertura adeguate ad un contesto che quasi mai consente l’adeguata esposizione a sud per ottimizzare la produzione di energia fotovoltaica: in questo modo la superficie di copertura potrà essere integrata con pannelli fotovoltaici, indipendentemente dall’esatto orientamento di O+zeropositivo. Una grande vetrata, schermata da frangisole mobili in alluminio, consente di massimizzare l’illuminazione naturale e il comportamento passivo di O+zeropositivo, dilatando la percezione dello spazio abitativo nel patio antistante.
2)    Densità. Minor uso del suolo libero, minori consumi, minori costi di costruzione.
La densità urbana generalmente associata a una idea negativa di metropoli congestionata, che sfrutta in modo indiscriminato l territorio, se utilizzata correttamente può generare efficienza, qualità, piacere. Lavorare con la densità, infatti, vuol dire non consumare altro territorio, utilizzare al meglio le risorse esistenti, pensare lo spazio che viviamo come frammento di un insieme più grande.
La sostenibilità di un edificio passa anche per la sua potenziale densità abitativa, che permette minore uso di territorio, ma anche minori dispersioni e più contenuti costi di costruzione. È importante quindi che le caratteristiche tipologiche e costruttive di O+zeropositivo consentano aggregazioni orizzontali e verticali secondo schemi adattati di volta in volta al contesto di inserimento. I moduli abitativi possono essere affiancati come nella cellula base, sovrapposti nella sua variante a torre, fino a diventare la base di costruzione di architetture più complesse. Possono costruire tessuti abitativi molto densi ripetendo il modulo del recinto e/o alternandolo alla variante a torre senza pregiudicare la qualità di vita delle persone.
3) Energia. O+zero positivo consuma poca energia, circa 16 kW/mq, calcolati ipotizzando la sua realizzazione a Reggio Emilia (soli 2 kW/mqa a Roma), un edificio a energia quasi zero in termini di consumo. In realtà produce più energia di quella che necessita per il suo funzionamento. Utilizzando pannelli fotovoltaici integrati nella copertura, arriva ad una potenzialità di circa 5 kW di picco, in grado di soddisfare le esigenze abitative e di mobilità elettrica. Un sistema di accumulo costituito da batterie agli ioni di litio, opportunamente dimensionato, rende O+zeropositivo completamente autonoma: l’auto elettrica, nei momenti di non utilizzo fungerà da batteria ausiliaria. L’energia elettrica prodotta, oltre alle esigenze abitative e di mobilità, andrà ad alimentare un impianto a pannelli infrarossi integrato nel nucleo centrale a forma ellittica in argilla, irraggiando di calore l’intero ambiente.  L’alta capacità termica dell’argilla  con cui è costituito il nucleo e l’interno delle pareti consentirà un’ottima funzione termoregolatrice sia d’inverno che d’estate, anche all’interno di una costruzione in tecnologie leggere.
4) Materie prime. O+zeropositivo è costruita interamente con tecnologie costruttive a secco, che consentono un riutilizzo effettivo dei materiali, disaccoppiandoli cosi come sono stati accoppiati. La casa  è pensata come una banca di materie prime che le conserva e ne permette il riutilizzo una volta giunta alla fine del suo ciclo di vita.
L’utilizzo di una struttura in legno apporta vantaggi quali la leggerezza, la facilità di trasporto e il montaggio. Si tratta però di sistemi costruttivi con valori di massa molto lontani da quelli della muratura tradizionale. L’involucro esterno ad elevatissima capacità di isolamento (U=0,12 W/mqK con isolamento in fibre tessili riciclate oltre ad U=0,13 W/mqK della copertura), è integrato con argilla (terra cruda) con spessore di cm 3 in parete e cm 6 in copertura, per migliorarne le capacità di sfasamento e accumulo termico.
Grazie a questo concetto O+zeropositivo funziona come un organismo vivo, prevalentemente organizzato in due elementi:
– un nucleo interno, dotato di massa inerziale a diretto contatto con l’area interna, funziona come volano termico sia in inverno sia in estate
– uno strato esterno leggero e isolante che avvolge l’intero edificio e ne consente l’isolamento dal freddo invernale e dall’irraggiamento estivo, capace di integrare il funzionamento del nucleo grazie all’integrazione con la terra cruda.
5) Zero. Il numero zero inteso in senso positivo rappresenta la sintesi del concept di O+zeropositivo. Una casa che consuma zero energia e non immette biossido di carbonio in atmosfera. Una casa che utilizza materiali riciclabili/riciclati e a basso impatto ambientale. Legno, fibre tessili riciclate, argilla, sughero e vetro sono i materiali con cui è costruita la casa. Una casa che utilizza il patio per produrre ortaggi a chilometri zero. Una casa che non produce rifiuti sia nel ciclo costruttivo che nel corso della sua vita, compostando i materiali organici. Una casa che non spreca l’acqua potabile, riutilizzando l’acqua piovana irrigare l’orto e per usi meno nobili come lo scarico del wc.

ZEROPOSITIVO, la casa semplice, minima, leggera 1

Grazie alla collaborazione di alcune aziende italiane già attive nel campo dell’abitare sostenibile è stato realizzato un prototipo in scala 1:1 della casa ecologica:
Laboratorio di architettura – progetto e coordinamento
CasaAttiva (Il legno su misura) – strutture e rivestimenti in legno
GerikoEngineering – tecnologie per l’isolamento naturale
Dieffe legno – infissi e porte in legno
Hydroplantslandscape design – progetto e realizzazione di spazi esterni
Bertani srl – arredo bagno
Agape – arredo bagno
Davide Groppi – illuminazione
FI.MA – arredo urbano

“La Casa e la Città. Nuovi modi dell’abitare  sostenibile”
Complesso EX MATTATOIO Testaccio  –
Roma, fino al 20 settembre
Durante la Mostra sono previsti seminari e convegni dedicati ai temi dell’architettura contemporanea, del paesaggio, della riqualificazione
urbana e delle innovazioni in campo energetico



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