Renantis: prezzi dell’energia, occhio all’effetto-siccità

Il report di Renantis sull’andamento dei prezzi dell’energia mostra una riduzione del 50% del prezzo del gas nel primo trimestre del 2023, ma si prevedono rincari in estate

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Renantis: prezzi dell’energia, occhio all’effetto-siccità

Il report Renatis sull’andamento dei prezzi dell’energia nel primo trimestre del 2023 contiene una notizia buona e una cattiva: da un lato c’è stata una riduzione del 50% del costo del gas, dovuta anche ad un inverno mite, ma anche ad una domanda industriale e domestica bassa e ad una conseguente offerta eccedente. Ma dall’altro sono previsti rincari in estate, a causa della probabile carenza d’acqua che condizionerà la produzione di energia elettrica.

Report di Renantis sui prezzi dell’energia: buono il livello degli stoccaggi di gas

 Il documento evidenzia come, tra il primo gennaio e il 31 marzo 2023, il prezzo del Title Transfer Facility (TTF – principale HUB di scambio del gas in Europa) sia diminuito, principalmente a causa dei fattori sopracitati, del 50%. Ma, nonostante questo il prezzo risulta comunque superiore rispetto ai livelli pre-crisi del gas.

A fine inverno 2023, il livello degli stoccaggi di gas in Europa risulta pari al 55%, lo stesso raggiunto durante il periodo di lockdown. La considerevole quantità di gas immagazzinata faciliterà, quindi, il processo di approvvigionamento, iniziato ad aprile, in vista del prossimo inverno. Il PUN (il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana), influenzato dalla riduzione del prezzo dal gas e dalla ridotta domanda industriale, è diminuito, nonostante i prezzi siano ancora superiori alla soglia dei 100 €/MWh: a marzo, infatti, ha raggiunto i 136,3 €/MWh, rispetto ai 308,7 €/MWh dello stesso mese nel 2022, con una diminuzione di oltre il 55%.

Ma nonostante il trend al ribasso registrato finora, le previsioni sembrano preannunciare un cambio di scenario con l’arrivo dell’estate: le riserve idroelettriche, infatti, sono attualmente molto basse e la situazione è particolarmente preoccupante in tutta la regione alpina, dove la neve accumulata è inferiore addirittura al 2022.

Diminuita del 40% la neve nell'inverno 2022

E quindi, come accaduto l’anno scorso, anche quest’anno la ridotta produzione idroelettrica in primavera ed estate porterà a un aumento del prezzo, il cosiddetto effetto bullish. In più, le tecnologie nucleari e termiche dovranno ridurre la loro produttività a causa della scarsità di acqua.

La siccità giocherà, quindi, un ruolo fondamentale nella definizione dei prezzi delle commodity energetiche, insieme al taglio della produzione del petrolio da parte dell’Opec, evidenziando, una volta di più, il consistente impatto dei cambiamenti climatici sul mercato energetico.

 

 

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