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A cura di: Tommaso Tetro Rinnovabili e gas, ma anche stoccaggio di CO2 e idroelettrico. Sono soltanto alcuni dei temi che compongono il prossimo ‘nuovo’ decreto Energia cui il governo sta ancora lavorando. Doveva infatti entrare nell’ordine del giorno del consiglio dei ministri ma così non è stato. E, a quanto pare, la motivazione principale è trovare una soluzione alla fine del mercato tutelato che scatterà a gennaio. Sul mercato tutelato – lo ha anche spiegato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – non si può fare più di tanto, dal momento che rientra tra gli impegni presi con l’Unione europea in ambito Pnrr. Quindi, lo stesso Pichetto ha provato a spiegare che si tenterà di ‘accompagnare’ i cittadini alla scadenza (magari prorogata a breve e soltanto per determinate fasce di popolazione). Lo studio della formula più corretta sarebbe la ragione principale che avrebbe riportato il provvedimento nelle stanze dei ministeri (oltre all’Ambiente sono coinvolti l’Economia, le Imprese, e le Infrastrutture) dopo un rapido esame nel pre-consiglio. La bozza del decreto – ‘Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia, nonché per il funzionamento del mercato al dettaglio dell’energia elettrica‘ – in ingresso a Palazzo Chigi è composta da 13 articoli. Le misure contemplate vanno dalla “promozione dell’autoproduzione di energia rinnovabile nei settori energivori a rischio delocalizzazione attraverso la cessione dell’energia rinnovabile a prezzi equi ai clienti finali energivori, al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e la relativa flessibilità”, dalle “grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico alle concessioni geo-termoelettriche”, dagli “incentivi per le regioni e le province autonome che ospiteranno impianti a fonti rinnovabili al mercato al dettaglio dell’energia elettrica”, dallo “stoccaggio geologico di CO2 ai bioliquidi e al teleriscaldamento”. E, dall’articolato, si evince anche un titolo (per ora solo quello) dedicato a ‘Misure per lo sviluppo di un polo strategico per l’eolico galleggiante in mare’. Autoproduzione rinnovabili La misura nasce dall’esigenza di promuovere e accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, in conformità al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Toccherà al ministero dell’Ambiente la definizione di “un meccanismo per lo sviluppo di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte delle imprese” rispettando una serie di criteri come per esempio la possibilità di avere nuova capacità “anche attraverso aggregazione o da soggetti terzi con cui le imprese medesime sottoscrivono contratti di approvvigionamento a termine per l’energia rinnovabile”, e con “impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici di potenza minima pari a 1 Megawatt (MW)”. Rafforzare approvvigionamento gas Per “contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e, contestualmente, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti” il Gestore dei servizi energetici (Gse) avviano su direttiva del ministro dell’Ambiente procedure “per l’approvvigionamento di lungo termine di gas naturale di produzione nazionale a prezzi ragionevoli mediante invito”. Poi tutta una serie di raccomandazioni – a norma di legge, naturalmente – secondo cui è “consentita, per la durata di vita utile del giacimento, la coltivazione di gas naturale sulla base di concessioni esistenti ovvero di nuove concessioni rilasciate” (distanza almeno a 9 miglia dalle linee di costa, poi le 12 miglia se ci sono aree marine, e la riserva di almeno 500 milioni di metri cubi). Poi altre misure che riguardano l’idroelettrico, il geotermico, con l’obiettivo di “perseguire il rafforzamento dell’autonomia energetica nazionale” e il conseguimento dei target di decarbonizzazione. Dovrebbero restare nel provvedimento anche le disposizioni relative allo stoccaggio geologico della CO2. A questo si aggiunge il miglioramento della rete infrastrutturale elettrica, e misure per il teleriscaldamento e il teleraffrescamento. Sono poi previsti interventi, tipo bonus, sottoforma di incentivi alle Regioni affinché ospitino impianti da fonti rinnovabili, grazie all’istituzione di un Fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale con una dotazione di 200 milioni di euro all’anno (dal 2024 al 2032). Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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