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Rete Irene e Legambiente unite per diffondere la cultura della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente Una riqualificazione efficiente e capillare del patrimonio edilizio esistente forse non risolverebbe del tutto il problema dello smog in Italia ma probabilmente eviterebbe il rischio, che a quanto pare è molto alto, di una possibile sanzione al nostro paese da parte dell’Unione Europea, stimata potenzialmente sino ad un miliardo di euro, a causa della continua violazione delle norme sulla qualità dell’aria. Ne sono convinte Rete Irene e Legambiente che hanno deciso di scendere in campo insieme con l’obiettivo di coinvolgere tutte le parti interessate nel condominio, amministratori di condominio, progettisti, imprese del settore, cittadini e istituzioni, considerando che una delle cause principali dell’inquinamento è da imputare al riscaldamento delle abitazioni. Nel 2006 e 2007 in Italia i limiti “Pm10” sono stati violati in 55 aree e dal 2008 siamo rimasti sempre al di sopra dei tetti di sicurezza. L’ultimo rapporto di Legambiente Mal’aria 2017 conferma che anche da gennaio di quest’anno sono troppe le città che hanno superato limite giornaliero previsto per il PM10. Manuel Castoldi, Presidente di Rete IRENE, commenta che la riqualificazione efficiente del patrimonio edilizio esistente porterebbe molti benefici in termini di qualità dell’aria, salute delle persone, economia, posti di lavoro che potrebbero crearsi e risparmi in bolletta per le famiglie. Legambiente evidenzia che dovrebbe essere interesse di tutti i cittadini cooperare per il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo e per la diminuzione delle emissioni di carbonio, ma è necessario diffondere una vera e propria cultura della riqualificazione: basti pensare che in Italia la spesa pro capite per il riscaldamento della casa è il 50% maggiore rispetto alla media europea e le emissioni primarie di particolato prodotto da impianti domestici e condominiali sono tre volte superiori a quelle dei trasporti. L’obiettivo comune delle due associazioni è quello di coinvolgere cittadini e associazioni nel necessario cambiamento di rotta, dalla riqualificazione integrata dell’involucro e degli impianti si può infatti migliorare l’efficienza energetica dell’intero edificio, aumentando il benessere e naturalmente il valore dell’immobile. Ma non solo, come sappiamo la riqualificazione dell’esistente ha anche impatti importanti sull’eccessivo consumo di suolo che è cresciuto negli ultimi decennio a ritmi insostenibili, tanto che entro il 2050 Europa ed Italia dovranno arrivare a consumo netto di suolo zero. Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, sottolinea il danno che causano all’ambiente alcuni impianti termici di vecchia generazione, come le caldaie a gasolio, ancora presenti in molti condomini e le stufe a combustibili fossili. Nella sola città metropolitana di Milano ci sono più di 1 milione di edifici in classi energetiche inefficienti accertati, al di sotto della classe G. A questo proposito ricordiamo che il Mise ha deciso di anticipare i contenuti del decreto caldaiette, sulla certificazione energetica delle caldaie per contrastare lo smog che soffoca le città del nord Italia, decreto che mette a disposizione 900 milioni di euro: 700 destinati ai privati e 200 agli edifici pubblici per l’efficienza energetica delle caldaie. Infine Legambiente e Rete Irene si augurano che gli amministratori di condominio, che sempre di più sono i veri influencer delle scelte che fa l’assemblea condominiale, promuovano e utilizzino il Conto termico, un importante strumento per la riqualificazione energetica degli edifici, con impianti più efficienti e dalle minori emissioni, per una reale diminuzione dell’impatto sulla qualità dell’aria. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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