Transizione energetica troppo lenta, la burocrazia blocca l’Italia

L’emergenza climatica non si arresta e richiede interventi sempre più urgenti per favorire la transizione energetica, una transizione che, però, non riesce a trovare una strada libera da percorrere a causa degli ostacoli normativi, burocratici e culturali che in Italia si ostinano a rallentare il processo.

Transizione energetica troppo lenta, la burocrazia blocca l'ItaliaSono molteplici gli ostacoli che la transizione energetica continua a trovare lungo il suo percorso, tra caro energia, crisi sociale e una complessa burocrazia il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in Italia risulta essere sempre più difficoltoso.

L’ostacolo più grande continua ad essere quello burocratico, con norme sempre più obsolete e frammentate che rallentano gli iter autorizzativi e a pagarne le conseguenze non è solo l’ambiente, ma anche la nostra economia, che subisce il caro prezzi dell’energia e una povertà energetica che nel nostro Paese è segnata da numeri non indifferenti.

L’ultimo Rapporto annuale dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE) aveva evidenziato che, alla fine del 2021, l’8,5% della popolazione italiana si trovava in situazione di povertà energetica, ossia in una condizione di “incapacità di fruire di beni e servizi energetici essenziali”.

Il rapporto di Legambiente sullo sviluppo delle rinnovabili

Attualmente sono 1364 gli impianti che dovrebbero sfruttare fonti rinnovabili in lista d’attesa e ancora in fase di valutazione, di cui il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Solo l’1% degli impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione, mentre l’eolico on-shore non ha ancora avuto il via libera.

Sono i dati che emergono dall’ultimo rapporto di Legambiente Scacco matto alle rinnovabili 2023“.Il rapporto di Legambiente sullo sviluppo delle rinnovabiliSecondo il Rapporto, l’Italia è riuscita ad installare nel 2022 solo 3.035 MW di nuovi impianti rinnovabili. Un dato che non lasca spazio all’ottimismo, aggravato anche dalla forte siccità che ha causato mancanza di acqua nei fiumi riducendo la produzione di energia idroelettrica.

La logica e infelice conseguenza della produzione di energia da fonti rinnovabili è stato un aumento del 61,4% della produzione di energetica elettrica da carbone, ostacolando la messa in campo di una strategia climatica efficace.

Secondo Legambiente “l’obiettivo di realizzare 85 GW verrà raggiunto tra 20 anni. Inaccettabile non solo per l’emergenza climatica che sta affrontando il nostro Paese, ma anche per le opportunità strutturali ambientali, sociali e di innovazione che invece un nuovo modello energetico può portare e che continuando così perderemo, esasperando crisi climatica, energetica e sociale.”

 

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