Efficienza e risparmio di CO2 dalla corretta gestione degli impianti di condizionamento

Entro il 2060 la domanda di energia per il raffrescamento sarà superiore a quella per il riscaldamento, con aumento del surriscaldamento. Pubblicato il Global Opportunity Report con indicazioni per l’efficientamento degli impianti di condizionamento esistenti

gestione efficiente impianti di condizionamento per ridurre le emissioni

Considerando che la temperatura del nostro Pianeta continua ad aumentare, in un futuro, neanche troppo lontano, la domanda di energia per gli impianti di raffrescamento supererà quella per il riscaldamento, provocando un ulteriore surriscaldamento globale.

Solo in Europa la domanda per il raffrescamento aumenterà del 72% entro il 2030 e supererà quella per il riscaldamento entro il 2060. Si tratta di un mercato in continua crescita per cui si prevede un valore di $24 miliardi entro il 2020 ed entro il 2050 è stimata la vendita di 1,6 miliardi di nuove unità. 

Il nuovo Global Opportunity Report  2018, recentemente pubblicato, evidenzia che da una corretta gestione degli impianti di raffrescamento sono possibili importanti risparmi di CO2 in atmosfera.

Grazie infatti alle nuove innovative tecnologie disponibili sul mercato vi sono interessanti possibilità di riduzione di costi ed emissioni. Lo studio, realizzato a livello globale da DNV GL – Business Assurance, dal Global Compact delle Nazioni Unite e da Sustainia, stima infatti che grazie a una gestione più efficiente degli impianti di condizionamento si potrebbe assicurare un risparmio di 89,7 giga-tonnellate di CO2 e il contenimento dell’aumento di 1°C del riscaldamento globale entro il 2100.

Ad oggi i sistemi di condizionamento, nonostante l’uso di tecnologie più efficienti, sono responsabili a livello globale del 17% della domanda di energia elettrica, solo negli USA causano l’emissione di 117 tonnellate di anidride carbonica ogni anno e sono responsabili di emissioni di gas fluorurati e CO2.

Un settore molto importante su cui intervenire è quello del raffrescamento dei data center, centri di immagazzinamento dei big data che nel processo di di tutte le informazioni, causano un’enorme quantità di calore e necessitano dunque di un refrigeramento molto importante: il Rapporto sottolinea che il mercato del raffrescamento di questo tipo di edifici aumenterà di più di $14 miliardi entro il 2021 a un tasso di crescita composto (CAGR) del 15%.

Le aziende hanno oggi la grande opportunità di sviluppare soluzioni perché il mercato del condizionamento dell’aria sia più sostenibile e meno inquinante. Ci sono già sul mercato interessanti esempi, tra cui l’energia solare termodinamica, utilizzata con successo a Vienna e Copenaghen, che sfrutta l’energia solare per il raffrescamento degli edifici, consumando dal 30 al 90% in meno rispetto all’aria condizionata tradizionale. 

In India, paese nel quale i sistemi di raffrescamento rappresentano il 40% della domanda di elettricità si stanno sviluppando nuov tecnologie che imitano i processi di evaporazione naturale delle piante, che necessitano di pochissima energia e riescono a diminuire la temperatura dell’aria di 6-8°C.

Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance commenta che l’aumento della richiesta di impianti di condizionamento è dovuto anche alla maggiore urbanizzazione delle città dove però l’uso di condizionatori può aumentare le temperature di più di 1°C, peggiorando il fenomeno delle isole di calore che causano una temperatura più calda in città rispetto alle zone rurali.  

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