Tvzeb



tvzeb è un edificio sperimentale ad energia zero, nato dalla collaborazione tra lo studio di architettura traverso-vighy e il Dipartimento di Fisica Tecnica dell’Università di Padova.
Obiettivo del progetto è stato quello di inserirsi nel modo più leggero possibile nel contesto naturale e di assorbire da esso tutte le potenzialità visive, energetiche, e legate al benessere dei futuri utenti.
L’edificio, come in altre esperienze progettuali dello studio, è stato disegnato e costruito per parti, da una rete locale di piccole aziende industriali ed artigiane, unendo componenti lavorate da macchine a controllo numerico e lavorazioni manuali.
La sua struttura in larice lamellare e acciaio zincato è sospesa sulle due linee di fondazione longitudinali ed è completamente assemblata a secco: tutte le parti dell’edificio sono di fatto smontabili e realizzate con materiali riciclabili e/o riciclati.
Tutto questo lega l’edificio ad un concetto di reversibilità e di rispetto del territorio: alla fine della sua vita può essere smontato, i suoi materiali separati e riciclati e il suo sito restituito al paesaggio in cui è inserito.
I materiali e le finiture esterne sono pensate per essere facilmente assimilabili alla natura circostante, nel tentativo di insinuarsi con leggerezza sul terreno e di mantenere la caratteristica di transitorietà.
Tvzeb, è un edificio sperimentale ad energia zero, ragionato per rispondere alla Direttiva Europea 2010/31/EU. La forma dell’edificio è stata disegnata per massimizzare l’ingresso di radiazione solare diretta nei mesi invernali e per escluderla completamente nei mesi estivi. La facciata Sud è caratterizzata dal portico solare e dai tendaggi filtranti automatizzati del piano terra.
L’edificio è rivolto verso l’ambiente e in relazione costante con il contesto naturale che lo circonda.
L’affaccio sul bosco e sulla valle sottostante fa partecipare del cambiamento delle stagioni dei ritmi solari e circadiani.
I legami che tvzeb ha stretto con il concetto di sostenibilità non si limitano ad essere di carattere energetico ma seguono numerosi precetti di tipo progettuale: la sua culla tra le colline vicentine impone un naturale legame con il territorio, non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche fattivamente, nell’utilizzo di materiali prodotti nel raggio di pochi chilometri, nell’attenzione a dettagli cromatici e materici che siano facilmente assimilati dalla natura circostante, nel tentativo di insinuarsi con grande leggerezza sul terreno e di mantenere una caratteristica di transitorietà.
Una linea nera e sottile divide gli spazi interni e gli spazi esterni dell’edificio.
Lo spazio interno trova continuità visiva nei terrazzi esterni e viceversa gli spazi esterni sono in continuità con lo spazio di lavoro interno.
Il sistema di serramenti è stato attentamente studiato per essere completamente a scomparsa.
La luce naturale è integrata da un sistema di luce artificiale variabile per quantità (intensità luminosa) e qualità (temperatura di colore).
Il sistema è costituito da una sequenza di barre led, sviluppate da COEMAR, incassate a pavimento che diffondono sulle superfici verticali in alluminio una luce miscelata di tre led selezionati a 4000°K, 6000°K e ambra.
Le miscele, controllate da un sistema DMX, seguono spettralmente la luce naturale esterna e rendono anche possibili anche azioni correttive della temperatura di colore interna nei giorni di nebbia o neve.



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