Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
Riqualificazione energetica: tipologie di interventi, soluzioni ed esempi di retrofit edilizio 17/06/2025
Cool Roof e pavimentazioni riflettenti: come ridurre l’effetto isola di calore e risparmiare energia 13/06/2025
Energia sostenibile per tutti: a che punto siamo con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 26/06/2025
Sun Ballast Elite: un servizio premium con tanti vantaggi e offerte per i professionisti del FV 23/06/2025
Efficienza energetica e conservazione storica con sistema Isotec: il caso di Villa Nogarola 26/06/2025
A cura di: Tommaso Tautonico Indice degli argomenti: I tassi di sequestro di carbonio nei vari ecosistemi Un delicato equilibrio da tutelare Habitat sani e ben funzionanti possono assorbire e immagazzinare grandi quantità di carbonio e contribuire ad aiutare l’Europa a mitigare gli effetti del cambiamento climatico riducendo l’anidride carbonica nell’atmosfera. Lo dichiara il briefing dell’Agenzia europea dell’Ambiente dal titolo: “Carbon stocks and sequestration in terrestrial and marine ecosystems: a lever for nature restoration?”. Il briefing dell’EEA, realizzato in collaborazione con la Wageningen University and Research, è il primo tentativo di classificare diversi habitat ed ecosistemi terrestri e marini in base ai loro stock di carbonio e alle loro capacità di sequestro dello stesso. Per sequestro di carbonio si intende il processo di rimozione del carbonio dall’atmosfera e successivo immagazzinamento. La quantità assoluta di carbonio trattenuta in un determinato momento viene definito stock (o deposito) di carbonio. La velocità con cui il carbonio viene immagazzinato viene definita velocità di sequestro del carbonio. Per realizzare lo studio è stato utilizzato l’European Nature Information System Habitat Classification System (EUNIS). Obiettivo dello studio è costruire una base di conoscenze con relativi dati, sulle capacità di stoccaggio del carbonio dei vari habitat, a sostegno del ripristino e della conservazione della natura, nonché delle politiche di mitigazione del clima. I tassi di sequestro di carbonio nei vari ecosistemi Secondo lo studio, tra gli ecosistemi e gli habitat terrestri, le foreste hanno i più alti tassi di sequestro del carbonio, con valori che raggiungono fino a tre volte quelli delle zone umide e dei terreni agricoli. Le foreste assorbono più carbonio rispetto ad altri ecosistemi, ma ci sono molte differenze a seconda di dove si trovano le foreste in Europa. Le zone umide hanno tassi di sequestro del carbonio relativamente bassi, ma la possibilità di accumulare carbonio nel corso di decenni e persino per secoli, spiega la loro grandissima capacità di stoccaggio, che in media supera tutti gli altri habitat. Nei terreni agricoli utilizzati per l’agricoltura, il carbonio sequestrato viene raccolto nella biomassa, contribuendo in minima parte allo stoccaggio del carbonio in natura. Gli ecosistemi marini sono il più grande pozzo di carbonio a lungo termine della biosfera, immagazzinando e combinando circa il 93% dell’anidride carbonica della Terra. Un delicato equilibrio da tutelare Lo studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente evidenzia che i dati raccolti durante le analisi presentano molto incertezze dovute al clima, alle condizioni del suolo, alla disponibilità di acqua e nutrienti e alla topografia degli habitat considerati. Queste incertezze continuano a ostacolare la quantificazione della capacità di stoccaggio e sequestro del carbonio degli habitat europei. Tuttavia, conclude lo studio, occorrono misure di ripristino per fermare le emissioni di gas a effetto serra e ottimizzare il potenziale di stoccaggio e sequestro del carbonio degli habitat, preservando e migliorando la loro biodiversità. Le misure di gestione negli ecosistemi terrestri comprendono generalmente tre azioni che migliorano la condizione degli habitat: misure per la conservazione di un tipo di habitat; misure per ripristinare un tipo di habitat; cambiamento dell’uso del suolo, aumentando l’area di un tipo di habitat. In molti casi, evidenzia lo studio, esistono chiare sinergie tra il ripristino degli habitat per la biodiversità e il contemporaneo aumento dello stoccaggio del carbonio. Tuttavia, la capacità della natura è limitata sia dai cicli di vita della vegetazione stessa che dal fabbisogno umano di cibo, legname e altri prodotti. Pertanto, è importante inserire le cifre relative allo stoccaggio e al sequestro potenziali nel contesto delle attuali condizioni dell’habitat, compreso il loro uso e gestione da parte dell’uomo. L’ambiente marino, continua lo studio, offre minori opportunità di intervento attivo. Le misure di gestione includono la regolamentazione e la prevenzione o riduzione degli impatti antropici. L’istituzione di aree marine protette (AMP) integra queste misure e possono fungere da aree di riferimento per studiare gli impatti e i cambiamenti nell’ambiente marino, compresi i cambiamenti climatici come l’innalzamento del livello del mare e i cambiamenti nella distribuzione delle specie. Ad oggi, le misure per stimolare e/o salvaguardare lo stoccaggio del carbonio nell’ambiente marino hanno preso in considerazione solo un numero limitato di habitat marini, in particolare gli habitat bentonici. In questo contesto, è fondamentale notare, continua lo studio, che le acque oceaniche ecologicamente degradate, perdono la loro capacità di sostenere il ciclo del carbonio e agiscono in generale come un pozzo di carbonio. Pertanto, le misure per promuovere lo stoccaggio del carbonio sono rilevanti per la protezione e il ripristino dell’habitat. Possono verificarsi, conclude lo studio, sinergie e compromessi tra gli obiettivi di conservazione e ripristino della natura da un lato e le azioni di mitigazione del cambiamento climatico dall’altro. Queste dovranno essere valutate attentamente per assicurarsi che le politiche di mitigazione del cambiamento climatico e le azioni correlate non influiscano in modo sproporzionato sugli obiettivi di conservazione e ripristino della natura e viceversa. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
25/06/2025 Le miniere di carbone dismesse possono ospitare 300 GW di fotovoltaico A cura di: Raffaella Capritti Oltre 5.800 km² di miniere di carbone dismesse o in via di chiusura potrebbero ospitare 300 ...
24/06/2025 Piani climatici al 2035: la verifica di metà anno rivela gravi ritardi Piani climatici: solo 1 Paese su 40 ha un piano al 2035 compatibile con 1,5°C. Il ...
20/06/2025 Equità sociale e clima: la resilienza è (anche) una questione di giustizia Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: senza giustizia sociale, l’adattamento climatico rischia di aumentare le disuguaglianze
19/06/2025 L’Europa accelera sull’energia: stop alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia entro il 2027 L’UE propone il bando al petrolio e gas russo entro il 2027: nuove regole, infrastrutture e ...
18/06/2025 Cleaner Future: i bambini spingono il cambiamento, gli adulti restano indietro A cura di: Raffaella Capritti I bambini guidano la sostenibilità in casa, ma scarsa conoscenza e costi percepiti rallentano l’adozione delle ...
17/06/2025 Giornata Mondiale della lotta alla Desertificazione e alla Siccità 2025: Restore the land. Unlock the opportunities Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità. Il tema dell'edizione 2025: "Restore the land. ...
16/06/2025 Conferenza Onu sugli oceani, passi avanti per la salvaguardia degli oceani: cosa è stato deciso A cura di: Giorgio Pirani Conferenza ONU sugli Oceani: 90 paesi si sono incontrati per discutere di come salvare gli oceani, ...
12/06/2025 2G Italia: la cogenerazione per un futuro energetico efficiente A cura di: Laura Murgia Attiva in 70 Paesi, 2G è fra le protagoniste mondiali della cogenerazione, e guida la transizione ...
11/06/2025 I rischi climatici influenzano i prezzi degli immobili commerciali. Lo studio della BCE I prezzi degli immobili commerciali reagiscono ai rischi climatici. La BCE lancia l'allarme e analizza gli ...
10/06/2025 Investimenti energetici: nel 2025 a livello globale si toccheranno i 3.300 miliardi di dollari Secondo il rapporto World Energy Investment 2025 dell’International Energy Agency (IEA), gli investimenti nel settore energetico ...