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In Italia sono presenti 86 comunità energetiche, anche se solo 30 sono attualmente attive. Il nostro Paese è in “ritardo” rispetto al resto d’Europa, che conta già oltre 9.000 comunità energetiche. I paesi pionieri del settore sono Germania e Danimarca. Le CER hanno enormi potenzialità, ma per raggiungere i 5 GW di potenza installata (a oggi sono 60 MW) l’Italia dovrebbe accelerare. Se il nostro Paese si adeguasse alla Renewable Energy Directive della Commissione Europea, raggiungerebbe il 32% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. Le conseguenze sarebbero positive sia in termini ambientali, con un risparmio di CO2 pari a 1,35 milioni di tonnellate, sia in termini economici (fino a 1,5 miliardi di euro), a fronte di un investimento previsto di circa 5-7 miliardi di euro. Queste le stime presentate da Agici e Accenture nel working paper “Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities”. In Italia entro giugno si dovrebbe completare l’iter di recepimento dei decreti attuativi, semplificando la realizzazione di una comunità energetica. A livello di finanziamenti, sono previsti soprattutto per la prima fase di set-up legata all’installazione degli impianti e costituzione della comunità. In particolare sono stati stanziati più di 2,6 miliardi di euro per lo sviluppo delle comunità energetiche di cui circa 400 milioni di euro a livello regionale, e 2,2 miliardi di euro come contributo PNRR destinato a PA, famiglie e microimprese in comuni con meno di 5.000 abitanti a copertura di un massimo del 40% dei costi ammissibili. In aggiunta c’è l’incentivo a tariffa riconosciuto dal GSE sull’autoconsumo virtuale pari a circa 110€/MWh. Comunità energetiche: i vantaggi per le PMI e le Utilities Secondo Claudio Arcudi, Responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa, sono quattro i fattori chiave per accelerare la strategia energetica italiana: comunità energetiche, Utilities, PMI e digitale. Le comunità energetiche permetterebbero alle PMI italiane di collaborare tra loro e produrre, consumare e condividere energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze. Anche le Utilities trarrebbero beneficio: con le loro competenze tecniche e apportando un approccio industriale, potrebbero contribuire a raggiungere ambiziosi obiettivi energetici e a gestire il nuovo servizio. Le tecnologie digitali sono lo strumento per abilitare il cambiamento, misurare le performance e gestire in modo efficace le infrastrutture distribuite. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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