Tra rinnovabili e combustibili fossili vincono i secondi

Secondo Dnv tra rinnovabili e combustibili fossili a livello di mix energetico globale hanno ancora la meglio i secondi, che negli ultimi cinque anni hanno soddisfatto quasi la metà della nuova domanda di energia a livello globale

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Tra rinnovabili e combustibili fossili vincono i secondi

Secondo le stime di DNV, l’offerta di fonti fossili sta crescendo e le rinnovabili non riescono ancora a sostituirli a livello di mix energetico.

L’Energy Transition Outlook di Dnv, uno dei principali enti di terza parte a livello globale, segnala infatti che, a livello globale, nel 2022 le vendite di veicoli elettrici e le installazioni di impianti solari e batterie hanno battuto ogni record. Tuttavia, per il momento le rinnovabili si limitano a coprire in parte l’incremento nella domanda di energia, anziché sostituire nel mix energetico i combustibili fossili, che continuano a crescere in termini assoluti.

Il rapporto tra rinnovabili e combustibili fossili passerà dal 20 contro 80 di oggi al 52 contro 48 nel 2050

Negli ultimi cinque anni i combustibili fossili hanno soddisfatto quasi la metà della nuova domanda di energia a livello globale, nonostante una rapida espansione nella capacità delle rinnovabili.

Questo è uno dei principali riscontri del nuovo Energy Transition Outlook. Secondo il rapporto, tra il 2017 e il 2022 le rinnovabili hanno soddisfatto il 51% delle nuove richieste, mentre il rimanente è stato coperto dai combustibili fossili.

Per il momento, dunque, anziché sostituire questi ultimi, le rinnovabili si limitano a coprire parte dell’incremento nella domanda: in termini assoluti, infatti, l’offerta di fonti fossili sta crescendo ancora.

Il rapporto tra rinnovabili e combustibili fossili passerà dal 20 contro 80 di oggi al 52 contro 48 nel 2050

Con questa situazione le probabilità di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C sono assai ridotte. Per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sarebbe, infatti, necessario dimezzare le emissioni di Co2 entro il 2030 mentre, secondo le stime di DNV, questo obiettivo non sarà raggiunto nemmeno entro il 2050.

Nel 2030, infatti, le emissioni saranno inferiori solo del 4% rispetto ad oggi, mentre entro la metà del secolo la riduzione sarà pari al 46%. Le emissioni di Co2 legate all’energia continuano a raggiungere livelli record ed è probabile che raggiungano il picco nel 2024, anno che segnerà l’effettivo inizio della transizione energetica.

Transizione che una volta avviata, consentirà alle energie rinnovabili di superare i combustibili fossili. In futuro, la maggior parte delle nuove aggiunte al mix energetico consisterà, infatti, in eolico e solare, che cresceranno rispettivamente di 9 e 13 volte tra il 2022 e il 2050.

Da qui al 2050 la produzione di elettricità verrà più che raddoppiata, in un processo che renderà anche più efficiente il sistema energetico: se oggi nel mix il rapporto è pari a 80 per le fonti fossili contro 20 per quelle non fossili, entro la metà del secolo diventerà 48 a 52 in favore delle rinnovabili. Un cambiamento rapido, ma non tanto da raggiungere gli obiettivi di Parigi.

I dati del rapporto “Pathway to Net Zero”, che Dnv pubblicherà in vista della Cop 28, dimostrano che la sfida principale non è la tecnologia, ma l’assenza di incentivi che stimolino una rapida diffusione delle rinnovabili e dello stoccaggio, e di disincentivi per ridurre le emissioni derivanti dai combustibili fossili.

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Tema Tecnico

Eolico, Solare fotovoltaico

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