Benefici multipli: elementi utili per città vivibili

Le città devono affrontare importanti cambiamenti, per ridurre consumi ed emissioni e diventare resilienti al clima. Ma per cambiare è necessario il coinvolgimento attivo di tutti. Per questo occorre far comprendere le sfide e le opportunità, che possono tradursi in benefici sociali e ambientali

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Benefici multipli: elementi utili per città vivibili

I benefici multipli, ottenuti da interventi di rigenerazione urbana, possono cambiare e in meglio parte o un’intera città e permettere, a chi la vive, di percepirne il valore.

Si parte sempre da un dato: gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico dell’Unione Europea e quasi il 75% delle persone vive in città.

Se si vuole cambiare, occorre cominciare a farlo fin d’ora, con interventi che possano ridurre i consumi e le emissioni, ma che possano essere resilienti. Il compito è complesso, ma ognuno deve essere consapevole delle sfide, ma anche delle opportunità.

“Ognuno ha il proprio ruolo da svolgere: dai ricercatori al governo locale ai leader della comunità”, mette in evidenza la Commissione Europea, spiegando che, però, sono pochi coloro che si sentono responsabili di affrontare il cambiamento climatico. Secondo i dati di un sondaggio dell’UE , la maggioranza degli europei ritiene che l’Unione europea (56%), i governi nazionali (56%), le imprese e l’industria (53%) siano responsabili della lotta al cambiamento climatico. Solo il 35% si ritiene personalmente responsabile. Per cambiare questo modo di pensare, occorre rendere consapevoli i cittadini non solo delle sfide, ma anche dei molteplici vantaggi che possono ottenere proprio loro, attuando un cambiamento virtuoso.

Per aumentare la consapevolezza è bene lavorare coinvolgendo la popolazione e gli stakeholder: è quanto stanno facendo ricercatori e urbanisti.

Benefici multipli: dall’efficienza energetica alle smart city

Il concetto dei benefici multipli, a proposito dell’efficienza energetica in particolare, è stato introdotto dall’International Energy Agency nel 2015 nel documento Capturing the Multiple Benefits of Energy Efficiency. Esso intendeva delineare e sviluppare la conoscenza dei molteplici vantaggi legati all’efficientamento “e dimostrare come i decisori politici e le altre parti interessate possono utilizzare gli strumenti esistenti per misurare e massimizzare i benefici che cercano.”

Benefici multipli: dall’efficienza energetica alle smart city

IEA trattava i benefici multipli su scala macro, nazionale. Ma come applicarli in un contesto locale per rendere più comprensibili a un contesto cittadino e provare ad applicarli a benefici ambientali e sociali? Una prima risposta, esemplificativa, la fornisce SINFONIA. Questo progetto europeo, avviato nel 2005 e sviluppato a Bolzano e a Innsbruck, aveva come obiettivo la ristrutturazione urbana su larga scala (per oltre 100mila metri quadri di superficie abitabile complessiva). Sviluppato in collaborazione con stakeholder pubblici e privati, si è posto l’obiettivo di raggiungere un risparmio di energia primaria dal 40% al 50% nei siti dimostrativi e ad aumentare del 20% la quota di energie rinnovabili nel distretto sudoccidentale della città.

Attivamente coinvolto nel progetto è stato Eurac Research, ente di ricerca che oggi sta lavorando su alcuni progetti focalizzati sul processo di individuazione e disseminazione dei benefici multipli legati al contesto ambientale e sociale, portando un contributo significativo anche in ottica smart city.

I progetti seguiti da Eurac Research

«L’esperienza di SINFONIA, basata su interventi di ampia scala per l’efficienza energetica e l’integrazione di fonti rinnovabili negli edifici, ci ha messo nelle condizioni di interrogarci su come e cosa raccontare ai cittadini coinvolti, ai decisori pubblici, alle istituzioni partner di progetto in modo credibile e autentico per sottolineare i benefici conseguiti dagli interventi avviati. La convinzione è che al termine del progetto non solo avremmo ottenuto un risparmio energetico tangibile e una riduzione sensibile delle emissioni, ma anche una serie di implicazioni positive che vanno individuate, discusse, etichettate, concettualizzate, inserendole all’interno di una delle componenti del quadro smart city di riferimento. Da qui si è cominciato ad approfondire lo studio e la ricerca, lavorando sulla letteratura e su altri progetti analoghi, ma soprattutto confrontandoci con i partner di progetto e con gli stakeholder coinvolti», spiega Adriano Bisello, senior researcher di Eurac e coordinatore del team “City Planning & Multiple Benefits”.

Con la ricerca e la sistematizzazione del quadro dei benefici è così proseguito il lavoro di Eurac Research che è confluito in ulteriori progetti europei, tra cui ARV (avviato nel 2022 e che terminerà nel 2025) dedicato all’implementazione su larga scala di comunità circolari con impatto climatico positivo, e ProLight (2022-2026), incentrato sull’analisi e personalizzazione dei benefici multipli attesi da progetti di riqualificazione energetica su scala urbana, in particolare sul modello dei positive energy district, ossia quartieri che producono più energia di quella consumata e che distribuiscono il surplus ad altri quartieri.

«Prendendo come riferimento questi casi, abbiamo sviluppato una metodologia adattabile a progetti di riqualificazione urbana ed energetica, sviluppando un modello replicabile, in particolare quando si tratta di interazione con gli stakeholder quali cittadini, municipalità, investitori», illustra Irene Bertolami, junior researcher di Eurac. Il tipo di attività avviata è finalizzata a individuare e costituire i benefici multipli insieme alle parti interessate, con un lavoro di squadra.

I fattori e le complessità da considerare

Individuare e far comprendere i benefici multipli è complesso: implica un lavoro di concerto con molteplici attori non certo facile. Spesso, infatti, i casi studio dei progetti europei in ambito urbano si inseriscono all’interno di contesti con dinamiche e con una storia consolidate.

«A volte, quando si affrontano progetti dedicati a evidenziare e delineare i benefici multipli, tendono a prevalere posizioni preconcette e aspetti negativi. Per questo è particolarmente importante individuare e far comprendere gli elementi favorevoli che possono essere generati con un determinato progetto: non certo per nascondere gli elementi deteriori, ma per ampliare lo sguardo e sottolineare che i benefici individuati potranno essere colti anche sul lungo periodo», specifica Bertolami.

Il lavoro da affrontare per chi intende mettere in luce i benefici multipli è mirato, quindi, a rimuovere i preconcetti e le barriere concettuali o comportamentali, illustrando il più possibile in maniera semplice e trasparente i punti di vista e i benefici sotto diversi aspetti. Per esempio, il risparmio energetico è un tema strategico, ma sono importanti anche i disagi legati alla presenza di ponti termici e la creazione di muffa all’interno degli ambienti, pregiudicando il benessere dei residenti.

I benefici multipli in campo ambientale e sociale

Un altro progetto di cui si sta occupando Eurac Research è VARCITIES (progetto europeo 2021-2025, finanziato con fondi Horizon 2020). Finalizzato a implementare azioni nature-based nelle città, punta a trovare una risoluzione a problemi urbani locali, affrontandoli dalla prospettiva introdotta dalle visionary solution, concetto coniato all’interno del progetto che incorpora Nature-based-Solutions combinate con soluzioni digitali. Come quadro di valutazione i ricercatori hanno puntato sul Social Return on Investment (SROI), un metodo nato per misurare il valore delle attività in ambito aziendale e applicato qui per misurare i benefici dell’investimento fatto sul parco storico di villa Bolasco a Castelfranco Veneto.

I benefici multipli in campo ambientale e sociale

L’approccio SROI viene utilizzato di solito per valutare l’efficacia della spesa pubblica in programmi di supporto sociale che di per sé non è che vanno a realizzare un’opera, un’infrastruttura o qualcosa di facilmente valutabile. L’originalità di VARCITIES è legata all’applicazione sia su soluzioni innovative urbane che di ricerca, anche intangibili.

«L’obiettivo principale del progetto, che unisce tutti i vari progetti pilota, è aumentare il benessere e la salute dei cittadini. In tutti i casi pilota ci si è concentrati su tre tipologie di persone direttamente coinvolte: la cittadinanza e le associazioni, i caregiver e i soggetti fragili (come anziani o diversamente abili)», spiega Elisa Elena Vasiliu, junior researcher di Eurac.

Il lavoro svolto ha previsto workshop dedicati e si è focalizzato anche a concretizzare e stimare un valore monetario a ognuno dei benefici multipli, concertato proprio sulla base delle risposte dei cittadini coinvolti. Agli stessi cittadini sondati è stata chiesta anche la validazione dei risultati e un ruolo di coinvolgimento attivo anche nel prendere decisioni. Un esempio di beneficio ha riguardato il miglioramento della conoscenza sulle questioni ambientali locali: a questo riguardo è stato pensato di costituire un punto di incontro, trasformando un edificio in un luogo dove discutere queste tematiche e dove avrà sede l’Osservatorio del Paesaggio.

L’ultima fase della metodologia è finalizzata a divulgare i risultati, in primis con le persone che hanno partecipato attivamente. «Al termine di tutto questo percorso si è concretizzato un rapporto costi-benefici dettagliato: ogni euro investito in determinati interventi produrrà un ritorno di due euro di SROI».

Il metodo di valutazione applicato al progetto pilota di Castelfranco Veneto ha ottenuto importanti risultati, tanto che verrà riprodotto in altri sei casi pilota in Europa.

I vantaggi dei benefici multipli

Da questi esempi progettuali sono emersi diversi elementi positivi riguardanti i benefici multipli.

Uno, di sicuro valore, è la possibilità di quantificare chiaramente il risultato, come abbiamo detto nel caso di VARCITIES in termini di SROI.

«In particolare si è adottata la teoria del cambiamento, una metodologia specifica applicata nell’ambito del sociale, per pianificare e valutare dei progetti che promuovano il cambiamento sociale attraverso la partecipazione e il coinvolgimento – specificano le due ricercatrici –. È un elemento che fornisce risultati immediatamente percepibili e calcolabili. Per ognuno degli interventi si avrà una lista di benefici e il valore relativo. Quindi, si potrà sapere quale degli interventi garantisce più valore sociale, potendo così in teoria sapere dove andare a investire meglio».

Questo elemento può essere una leva determinante per coinvolgere investitori. Inoltre, fornendo parametri quantificabili e misurabili si facilita il coinvolgimento dei cittadini, facendo evolvere i loro comportamenti a una maggiore attenzione più ampia e consapevole, non solo a progetto concluso, ma anche nel futuro.

È bene considerare sempre che progetti di ricerca come quelli illustrati hanno in sé il germe del cambiamento. «Come è facilmente intuibile, il cambiamento porta dei vantaggi, ma richiede sempre una fase di transizione e di adattamento anche mentale a supporto, implicando anche l’avvio di nuove abitudini nell’uso degli spazi, delle abitazioni, delle tecnologie – conclude Bisello –. Come detto in precedenza, spesso è più facile evidenziare gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi, che sono mediamente percepiti come più numerosi e tangibili. È un po’ come guardare un iceberg: si vede bene la punta, ma si fa fatica a delineare la parte sommersa, ben più ampia. Il nostro scopo, quindi, è mostrare l’iceberg nel suo complesso ai cittadini e a tutti gli stakeholder coinvolti, evidenziando come sia cospicuo il guadagno nell’essere parte di questo cambiamento».

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