Costruzioni: “L’innovazione è la strategia da seguire”

Il XXX Rapporto Congiunturale del Cresme fotografa la situazione della filiera delle costruzioni a livello globale e nazionale. Il nostro settore sta vivendo una fase espansiva grazie alla riqualificazione edilizia, alle opere pubbliche e allo sviluppo dell’immobiliare residenziale. Ma cosa accadrà una volta terminati gli incentivi? Lorenzo Bellicini, direttore del Centro ricerche prova a rispondere all’interrogativo. Presentati i primi dati del SuperEcobonus 110%

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XXX Rapporto Congiunturale del Cresme: tra innovazione e detrazioni

Indice degli argomenti:

Presentata nei giorni scorsi in versione on-line la prima delle due edizioni del Rapporto congiunturale Cresme 2021 (la prossima, condizioni permettendo, si terrà in presenza a novembre in occasione di Euroconstruct).

È il XXX Rapporto che i ricercatori romani presentano al mondo delle costruzioni: un’occasione per conoscere in modo approfondito il mercato e la filiera nazionale, ciò che sta succedendo e, soprattutto, ciò che accadrà.

Il settore delle costruzioni in Italia

Il settore nazionale delle costruzioni attraversa una fase di boom, alimentata da riqualificazione, opere pubbliche, immobiliare residenziale che sta producendo un rapporto tra domanda e offerta squilibrato.

Edificio in costruzione a Milano Santa Giulia
Edificio in costruzione a Milano Santa Giulia (credits, Deerns)

Tutto d’un tratto ci si accorge che manca manodopera e l’inflazione fa aumentare i prezzi. Ma cosa accadrà quando finiranno gli incentivi?  Questi sono alcuni degli interrogativi che il direttore di Cresme, Lorenzo Bellicini, ha posto nel webinar e a cui ha cercato di rispondere all’inizio della sua lunga relazione.

Gli interrogativi di Bellicini

Lorenzo Bellicini, drettore del Cresme«Lo scenario nel mercato delle costruzioni, con i segnali di forte ripresa degli investimenti da un lato, la complessità e i rischi che caratterizzano la ripresa dall’altro, richiede una visione costantemente aggiornata di quello che sta succedendo – ha attaccato Bellicini -. I dati dei primi mesi del 2021 descrivono una crescita in grado di recuperare la caduta del 2020 ma, soprattutto, una significativa crescita rispetto al 2019, anno che fu già positivo. Sul piatto però non vi sono solo segnali confortanti per i prossimi tre-cinque anni, il rapporto tra domanda e offerta appare infatti squilibrato. La crescita è alimentata dagli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione e dalla ripresa del mercato delle opere pubbliche. La ripresa del mercato mondiale e l’andamento dei costi delle materie prime, la velocità della crescita e le dimensioni della domanda interna delle costruzioni in rapporto alla capacità produttiva della filiera, stanno determinando, al livello settoriale, un’importante fase inflattiva. Le criticità legate ad altri settori dell’economia, alla disoccupazione e alle tensioni sociali, oltre alle varianti del virus, determinano tuttavia un contesto di forte incertezza».

Il Rapporto pone anche delle domande di fondo agli operatori del settore.

«Cosa farà la domanda, divisa tra euforia e depressione nei prossimi anni? – prosegue il direttore di Cresme -. Il settore pubblico saprà allocare con qualità, efficienza e tempi giusti le ingenti risorse a disposizione per gli investimenti e per l’economia? L’offerta delle costruzioni ha la capacità di rispondere alla domanda in modo equilibrato, trovando la manodopera e i prodotti necessari? Avrà la capacità tecnica di cogliere l’occasione della crescita per innovare e lasciare un settore, finita la fase espansiva, su un altopiano stabile e pronto a competere, e non sul picco di una nuova discesa? La fine dell’economia forzata, l’accentuarsi dei rischi della stagione del debito, insieme ai grandi cambiamenti in atto, determineranno una situazione che può essere affrontata solo se il rilancio sarà vero. Se cioè sapremo veramente investire produttivamente. L’innovazione, da questo punto di vista, resta l’unica grande strategia da seguire».

I temi della Congiunturale

Come sempre, il corposo documento del Cresme spazia dallo scenario internazionale ai vari segmenti di mercato nazionali e regionali, che compongono il quadro delle costruzioni.

Cantiere a Milano in zona Porta Romana
Cantiere a Milano in zona Porta Romana (credits, Covivio)

Interessante è la descrizione del contesto internazionale in relazione all’impatto della crisi sanitaria e le previsioni macroeconomiche e le modalità e i tempi della ripresa. Il Rapporto racconta con numeri, grafici, tabelle anche gli scenari del commercio globale, i costi e i prezzi delle materie prime e il quadro delle relazioni tra Usa, Cina e Europa. Nelle oltre 250 pagine si passa a esaminare lo scenario delle costruzioni nel mondo e nel nostro Paese.

Per l’Italia si parte dalla congiuntura economica, si presentano scenari e previsioni, si descrive la possibile ripresa della domanda e le criticità dell’offerta. La Congiunturale 2021 tratta anche il tema del mercato del lavoro e delle dinamiche settoriali. Un capitolo è anche dedicato alle politiche del governo e al Superbonus 110% cercando di capire cosa sta succedendo e cosa soprattutto succederà.

Nel Rapporto sono state anche formulate le previsioni di mercato del settore per i prossimi anni e analizzati i vari comparti: le nuove costruzioni, le riqualificazioni agevolate, le opere pubbliche, il mercato immobiliare, quello residenziale e non residenziale, fino ad arrivare all’analisi della situazione dei servizi di ingegneria e architettura.

Super Ecobonus 110%. Si rischia l’overdose?

Dovendo limitare le osservazioni solo ad alcuni dei numerosi argomenti trattati nella Congiunturale, interessanti sono i dati e le considerazioni legate a uno dei temi centrali delle politiche edilizie ed energetiche dello Stato: il Superbonus 110%.

Dai dati elaborati da Cresme sulla base delle informazioni del Mise e di Enea – che monitorano l’evoluzione del Super Ecobonus 110% attraverso il protocollo dell’ente nazionale e delle asseverazioni dei tecnici – l’ultimo rilascio di dati, che risale al 17 maggio scorso, riporta un consuntivo di 14.450 interventi, per un ammontare dei lavori di progetto di 1,8 miliardi di euro. Pertanto, l’ammontare delle detrazioni è di 2.005 milioni di euro.

Alla data dell’8 febbraio scorso, i lavori asseverati erano di soli 338 milioni di euro, per crescere a oltre un miliardo il 21 aprile e raggiungere, nella terza settimana di maggio, la cifra di 1,8 miliardi.

Sempre nel maggio 2021, gli interventi su edifici condominiali sono stati 1.384, con un importo complessivo di progetto di 700 milioni di euro (506mila euro a edificio) e 13.066 su edifici unifamiliari e unità indipendenti, con un importo complessivo di 1.123 milioni di euro (86mila euro a fabbricato).

Se si rapporta questa attività allo stock edilizio esistente, con i due miliardi di spesa pubblica per il 110% si sta intervenendo – si legge nel rapporto del Cresme – sullo 0,11% dei condomini, sullo 0,2% delle unifamiliari e su una quota variabile compresa tra lo 0,15 e lo 0,35% delle unità indipendenti.

Se si confronta inoltre il monitoraggio compiuto al 30 marzo scorso con l’ultimo di maggio, è possibile verificare la crescita consistente, avvenuta in soli 47 giorni, degli importi unitari. Il 30 marzo gli interventi contabilizzati erano 9.207 per 1.090 milioni di euro (importo medio di 118.347 euro), il 17 maggio erano 14.450 per 1.823 milioni di euro (importo medio 126.153 euro) e fra il 30 marzo e il 17 maggio sono stato stati asseverati lavori per 5.243 interventi per un importo complessivo di 733 milioni di euro (importo medio 139.861 euro).

In definitiva, oltre a evidenziare un forte balzo in avanti delle attività tra fine marzo e i successivi 47 giorni, la crescita degli importi unitari è stata del 18%.

La Congiunturale, nel capitolo dedicato al 110% stila anche una classifica delle regioni più impegnate su questo fronte.

«A guidare la classifica delle regioni – si legge – sono Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Tuttavia si riscontra che tra le prime dieci compaiono regioni che tradizionalmente hanno beneficiato in misura minima degli incentivi: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Interessante infine è la propensione a intervenire sul patrimonio esistente, dove Veneto e Lazio guidano la classifica con 172 e 169 edifici ogni 100mila».

Nel merito delle caratteristiche dei lavori asseverati, quelli che beneficiano del Super Ecobonus mostrano un costo unitario, per unità di prodotto, in sensibile crescita da un mese all’altro: se le asseverazioni protocollate al 30 marzo dichiarano un importo di 231 euro a metro quadrato per gli interventi trainanti sull’involucro, tra il 30 marzo e il 17 maggio l’importo è cresciuto a 264 euro a metro quadrato: +14% in 47 giorni. Nello stesso lasso di tempo, gli interventi trainanti sulle singole unità immobiliari, come gli infissi, le pareti verticali, le coperture e i pavimenti, aumentavano da 857 euro a metro quadrato a 1.238: + 45 % in 47 giorni.

Infine, un ultimo dato di Cresme, che meriterebbe l’attenta considerazione sia da parte dei decisori politici sia dell’opinione pubblica in generale.

Sempre secondo le asseverazioni protocollate da Enea, con 2.005 milioni di euro di spesa pubblica, il risparmio energetico complessivo dichiarato è di 335.906 MWh/anno, un dato che trasformato in tonnellate di petrolio equivalente risulta pari 0,029 Mtep anno. Per cui, per raggiungere l’obiettivo di risparmio energetico di 0,33 Mtep/anno previsto dal Piano nazionale integrato energia clima, con gli importi attuali servirebbero 22,8 miliardi ogni anno.

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