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Il tessuto urbano di Modena Nord è fortemente sconnesso: zone residenziali, aree produttive e ampi comparti dismessi si alternano secondo una distribuzione a macchia di leopardo che non permette di instaurare relazioni e connessioni reciproche tra queste aree. Ripartendo dagli esiti del Concorso di Progettazione del 2002 e dal progetto presentato per il Bando Periferie nel 2016 si propone la realizzazione in più fasi di un importante campus urbano per servizi, in cui si prediligono la mobilità dolce e la continuità del verde per le connessioni. I temi chiave del progetto sono il lavoro, l’innovazione e la promozione. Questi tre temi vengono sintetizzati nel concetto di City Hall, cuore del progetto e motore della trasformazione dell’area. Modena City Hall è un grande edificio, progettato ex-novo, che ospiterà i nuovi uffici del Comune, progettati sviluppando le dinamiche dello smartworking, e integrati con servizi e spazi per i cittadini. La volontà è quella di ricostituire il rapporto di vicinanza tra l’amministrazione e il cittadino, quindi l’idea di una città in continua trasformazione e sviluppo, mostrando maggiore trasparenza senza venire meno ai requisiti di sicurezza ed efficienza degli spazi di lavoro. Vista esterna della facciata principale lungo il percorso di collegamento con il Centro Storico Analisi e strategie d’intervento È fondamentale sottolineare come, ad eccezione di alcuni interventi sulla viabilità, nel progetto del Bando Periferie sono proposti una serie di interventi puntuali che seguono una strategia unitaria, ma non viene individuata una funzione che sia veramente in grado di attuare una trasformazione significativa. Coerentemente con i temi citati è stato individuato l’elemento che potesse essere motore della trasformazione, ovvero un complesso che ospiterà le nuove sedi dell’amministrazione e servizi liberamente accessibili ai cittadini. Dall’analisi dell’attuale situazione sono infatti emersi due aspetti: il primo legato alla numerosità delle sedi comunali sparse sul territorio, alcune delle quali in affitto; il secondo è legato alla spesa per tali affitti che corrisponde a più di 2 milioni di euro all’anno. L’idea di inserire in un comparto urbano in corso di rigenerazione il nuovo polo amministrativo del Comune – trasferendone tutte le sedi, ed in particolare quelle che oggi si trovano in affitto – si traduce in un messaggio di attenzione al cambiamento e di promozione della città da parte dell’amministrazione, ma anche nella capacità della città di innovarsi e rinnovarsi. Il confronto con la stessa amministrazione comunale ha contribuito a giustificare la strada intrapresa dal progetto, ovvero la costruzione di un complesso per 700 dipendenti con la possibilità di attuare il trasferimento degli addetti in due fasi, dando precedenza a quelli delle due sedi in affitto. L’unica sede che si sceglie di mantenere dov’è tuttora è quella del Palazzo Municipale di Piazza Grande/via Scudari, in quanto sede di rappresentanza nel cuore del Centro Storico della città. L’occasione del trasferimento delle sedi comunali, ricordando le tre tematiche individuate per circoscrivere l’analisi urbana, può essere colta inoltre per: sviluppare sistemi innovativi di gestione ed approccio al lavoro (smartworking), in questo caso all’interno delle Pubbliche Amministrazioni; creare nuovi spazi e luoghi d’incontro per lavoratori e professionisti (coworking) per sottolineare l’attenzione dell’amministrazione allo sviluppo della città attraverso il lavoro; inserire spazi d’incontro con il cittadino per accrescere ulteriormente la vicinanza tra chi amministra e chi vive la città (urban center, auditorium); introdurre nell’area di intervento, quindi in stretta relazione con le sedi amministrative, funzioni e spazi di carattere pubblico-commerciale (mensa, attività commerciali). Vista interna dell’edificio delle nuove sedi comunali con servizi liberamente accessibili ai cittadini La strategia d’intervento, sviluppata in continuità con gli indirizzi operativi individuati dal Comune nel progetto del Bando Periferie, e può essere sintetizzata quindi in due punti: inserire una funzione “motore” della rigenerazione, individuata nelle nuove sedi comunali integrate con servizi e spazi di aggregazione liberamente accessibili; migliorare l’accessibilità all’area implementando la rete di mobilità dolce attraverso la creazione di un percorso ciclo-pedonale che metta in connessione diretta il Centro Storico, la Stazione Ferroviaria e il “motore” dell’intervento (uno), quindi di un percorso trasversale verde che metta in connessione i due quartieri residenziali (l’altro). L’applicazione della strategia individuata avviene attraverso le seguenti fasi operative: individuazione delle condizioni base per garantire la realizzazione del progetto “motore”: definizione di una strategia economica basata su un’operazione di leasing in costruendo che permetterà al comune di divenire proprietario degli spazi occupati dopo un periodo di 15 anni circa; demolizione completa o parziale degli edifici fatiscenti all’interno dell’area e lungo il percorso di ricollegamento con il centro; creazione del percorso ciclo-pedonale di collegamento al Centro Storico; costruzione del complesso comprendente le nuove sedi del Comune di Modena come “motore” della trasformazione; completamento dell’area, in particolare attraverso l’ampliamento della quota di residenze per creare nuovi fronti urbani verso i due quartieri limitrofi che saranno finalmente connessi. Modena City Campus La necessità strategica di posizionare una funzione regista all’interno del lotto e di garantirne il giusto livello di visibilità, trova la sua massima espressione nel punto di intersezione dei due percorsi. Qui vengono intercettati due flussi ciclo-pedonali con identità differenti e ne viene determinato il punto di incontro. Sarà proprio in questo punto che verrà posizionato il complesso Modena City Hall. Seguendo le tracce di quello che voleva essere un percorso tra le residenze già presenti nel lotto, si è voluto accentuare e dare vita ad un secondo percorso ciclo-pedonale “ad anello” che abbracci tutti i completamenti delle fasce residenziali di futura realizzazione. Tale percorso non è isolato ma si ricongiunge ai due assi principali in tre punti notevoli che garantiranno l’accesso all’area. Alla base, in corrispondenza dell’accesso principale al lotto, si trovano le fermate dei mezzi pubblici mentre nell’estremità opposta, a Nord, trova posto un grande parcheggio verde, dotato anche di posti dedicati alla ricarica di auto elettriche. I percorsi all’interno dell’area di intervento prediligono la mobilità dolce, tuttavia vi è una parte dedicata all’accessibilità carrabile. Modena City Campus – masterplan dell’area ex-Mercato Bestiame con individuazione degli interventi (giallo) Per quanto riguarda il completamento dell’apparato residenziale si è deciso di mantenere la tipologia della corte aperta in modo da garantire un fronte continuo verso l’esterno e verso il parco, ma allo stesso tempo mantenere una certa permeabilità sfruttando il verde e i percorsi. L’estensione totale del lotto, pari a circa 14 ettari, e l’organizzazione degli spazi e dei percorsi all’interno dello stesso riprendono quelle tipiche del campus: da qui la denominazione di campus urbano, o City Campus. Modena City Hall – vista esterna Modena City Hall Il campus urbano si sviluppa attorno a un centro pubblico accessibile “comune”, la City Hall. Questo edificio risulta quindi essere il cuore dell’organizzazione dello spazio del campus, che richiama la comunità in un hub vivibile che al piano terra include caffè, punti ristoro, negozi, bike sharing e un centro visitatori identificato come Urban Center al secondo piano. Lo scopo è quello di creare un nuovo legame tra l’amministrazione comunale e il cittadino, cercando di bilanciare la necessità di sicurezza e privacy con il desiderio di dimostrare trasparenza ed apertura. Sezione prospettica dell’edificio principale La volontà di creare questo tipo di ambiente è ciò che ha plasmato le forme dell’architettura definendone i volumi, gli spazi e i percorsi. La strategia compositiva del progetto si basa sul concetto di linearità e continuità dei percorsi pubblici che dai due assi principali penetrano nell’architettura definendo virtualmente tre blocchi. Questi sono sollevati per dar vita ad un ampio piano terra pubblico che, nel collegamento tra essi, crea quello spazio collettivo in grado di rendere il tradizionale edificio per uffici un innovativo spazio pubblico per la città. Il concetto di apertura e permeabilità è espresso dalla grande galleria centrale vetrata, chiusa in sommità da una copertura trasparente, ma schermata da un sistema di frangisole orientabili in silicio policristallino, in grado di assolvere contemporaneamente alle funzioni di schermatura e produzione di energia elettrica. Pianta del piano terra pubblico La galleria centrale sfocia poi nella corte esterna che funge da collegamento tra i due edifici, grazie alla pensilina coperta, e allo stesso tempo da spazio a servizio dei vari negozi e della mensa. La corte tuttavia può essere utilizzata come semplice spazio di incontro e sosta: questa è infatti il punto di intersezione tra il percorso diretto al centro città e quello di collegamento tra i quartieri della Sacca e di viale Gramsci. Vista della corte esterna e dell’edificio a torre Il livello di accessibilità pubblica è massimo al piano terra e diminuisce salendo di piano. Nell’edificio principale il primo piano è infatti un misto tra uffici privati dell’amministrazione e uffici aperti al pubblico. La grande scalinata posta al centro della galleria conduce direttamente alla reception, posta in posizione centrale al primo piano, dalla quale si viene poi indirizzati verso le sale di attesa al primo piano o verso gli ascensori. Al secondo piano iniziano gli uffici privati dell’amministrazione. L’organizzazione degli spazi dei piani degli uffici segue uno schema a fasce. Questo permette di leggere in modo molto chiaro la configurazione e la gerarchia degli spazi, rendendo più efficiente l’utilizzo dello spazio di lavoro anche a livello pratico. Verso la galleria centrale affacciano tutti gli spazi di relazione, zone relax, zone pranzo, spazi di lavoro informale e i box chiusi delle sale riunioni. Spostandoci verso l’esterno troviamo poi la fascia dei servizi che comprende i servizi igienici, i collegamenti verticali – ascensori e scale antincendio – e i locali tecnici. Questa fascia funge anche da filtro tra lo spazio più rumoroso centrale e lo spazio di lavoro. L’ultima zona, in stretta relazione con il parco e le zone verdi, è infatti quella dedicata agli uffici. Pianta del primo piano e prospetto laterale Per la progettazione delle zone di lavoro è stata condotta una ricerca al fine di individuare esigenze e necessità dello spazio ufficio inteso in senso moderno. Le ricerche hanno dimostrato come gli elementi chiave che definiscono lo smartworking ovvero la flessibilità degli orari di lavoro, l’approccio al lavoro per obiettivi, l’adeguamento della dotazione tecnologica e l’adattamento degli spazi di lavoro influenzino enormemente il benessere fisico e psicologico degli utenti con dirette conseguenze in termini di produttività. Questi principi vengono riassunti nel progetto attraverso l’inserimento di una serie di tipologie di spazi compatibili e interscambiabili che permettono l’adattamento di varie configurazioni a seconda delle necessità. Spazi come zone pranzo e angoli relax promuovono l’incontro e la socializzazione, e non mancano spazi di concentrazione o scrivanie per il lavoro informale; inoltre la configurazione degli spazi ufficio con openspace di medie dimensioni risulta essere quella più efficace dal punto di vista della produttività e delle necessità lavorative. Vista interna degli uffici dell’amministrazione Aspetti tecnologici ed energetici Il complesso è caratterizzato da una struttura mista che prevede l’utilizzo del calcestruzzo armato e parallelamente di un sistema costruttivo a travi e pilastri in acciaio. Questo sistema si sposa bene con l’organizzazione a fasce degli spazi, permettendo di creare delle vere e proprie scatole in calcestruzzo armato per gli ambienti di servizio e i collegamenti impiantistici, ma lasciando maggiori libertà negli spazi di lavoro e di relazione. L’attenzione del progetto per la sostenibilità, oltre che a livello di strategia sociale ed economica generale, è distinguibile anche nelle scelte ambientali di dettaglio atte a garantire il benessere interno dell’edificio, e che comprendono: l’impiego di un sistema di verde estensivo in copertura; l’adozione di soluzioni attive e passive per il controllo del benessere interno; la scelta di materiali certificati a livello internazionale e caratterizzati da un basso impatto sulle persone e sull’ambiente; l’attenzione alle prestazioni estive e invernali dell’involucro; l’integrazione totale dei sistemi di guadagno energetico (fotovoltaico) nel disegno architettonico. Le coperture opache sono caratterizzate da un sistema di verde estensivo che, oltre ad aumentare l’inerzia termica della copertura per un maggiore comfort interno, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale dell’opera. Sezione tecnologica prospettica con rapporto esterno-interno e dettagli tecnologici Tra tutti i principali sistemi attivi e passivi integrati nel progetto trovano ampio spazio i sistemi di schermatura solare e produzione di energia elettrica. In particolare, i prospetti laterali dell’edificio principale sono caratterizzati da un sistema di frangisole a pale verticali orientabili con comando automatico, quest’ultimo inquadrato da una cornice aggettante che contribuisce a definire la linearità dell’edificio. Il ricambio dell’aria all’interno della galleria è garantito dalla conformazione stessa dell’ambiente, in grado di sfruttare appieno l’effetto camino per la ventilazione naturale grazie anche alle numerose aperture in sommità. L’effetto camino viene sfruttato anche in corrispondenza delle grandi porzioni opache del prospetto principale esposto a Sud, per le quali è utilizzato il sistema costruttivo a facciata ventilata. La galleria centrale, come già accennato in precedenza, è schermata in copertura da 1450mq di pannelli fotovoltaici orientabili trasparenti in silicio policristallino. Come si può osservare nello schema riportato il guadagno energetico garantito da questo sistema di fotovoltaico integrato è di 159.500 kWh/a elettrici, pari al 50% circa dei consumi totali dell’edificio e in grado di alimentare un sistema a pompa di calore ad acqua per la produzione di caldo, freddo e ACS. È possibile tuttavia coprire il 100% dei consumi, posizionando sulle coperture verdi a lato della galleria una quota extra di pannelli fotovoltaici iper-performanti in silicio monocristallino. Sezione tecnologica prospettica della galleria centrale e calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio principale Lavoro, innovazione e promozione sono temi che risultano essere caratterizzanti nello sviluppo della città di oggi e che per questo non possono essere tralasciati quando si parla di trasformazione urbana. In quest’ottica è fondamentale il ruolo delle amministrazioni locali, in quanto vertici della trasformazione delle città. Esiste una nuova consapevolezza nell’approccio alle trasformazioni, tuttavia spesso mancano l’idea e le strategie per attuarle. La città necessita di spazi polifunzionali, accessibili e ben collegati, che possano ridurre gli spostamenti e incoraggiare quelli a impatto ambientale nullo, e allo stesso tempo ha bisogno del coraggio dei cittadini nel compiere scelte di cambiamento sostenibili. Il risultato della tesi, ovvero il progetto di un edificio a impatto ambientale quasi nullo per le nuove sedi del Comune di Modena, promuove il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte dell’amministrazione ed è sintesi delle tematiche sopracitate. Il cittadino, il lavoratore e chiunque viva la città viene posto al centro in modo tale che sia consapevole di agire per un obiettivo comune e possa contribuire con azioni concrete all’innovazione, alla promozione e allo sviluppo della città. ____________________________________________________________ Approfondimento realizzato in collaborazione con Architettura>Energia, centro ricerche del Dipartimento Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. _____________________________________________________________ Crediti Anno accademico: 2017-2018 Relatori: prof. arch. Roberto Di Giulio, prof.ssa Laura Gabrielli Correlatori: prof. arch. Fausto Barbolini, arch. Lorenzo Lipparini Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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