Smart building in Italia: una filiera da 130 miliardi benefica ad ambiente ed economia

La filiera dello smart building in Italia è in grado di apportare benefici a livello ambientale ed economico. Servono però determinati requisiti perché possa attuare il suo notevole potenziale

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Smart building in Italia: una filiera da 130 miliardi benefica ad ambiente ed economia

La filiera dello smart building in Italia primeggia in Europa ed è più viva che mai, a tutto vantaggio di molteplici comparti che dall’edilizia coinvolgono elettronica, impiantistica e altri sistemi ad elevato valore tecnologico aggiunto.

Coinvolge 350mila aziende, impiegate lungo tutto il complesso dell’edificio intelligente, genera un fatturato pari a 130 miliardi di euro e un valore aggiunto di 39 miliardi, con 626mila occupati sostenuti.

Sono numeri pesanti, quelli forniti da The European House Ambrosetti in occasione dell’evento finale di presentazione del Rapporto Strategico della Community Smart building.

Nell’occasione si è sottolineata l’importanza di parlare di questo tema. La riconversione in ottica efficiente e smart degli edifici residenziali italiani può generare rilevanti benefici a livello ambientale con significativi risparmi economici per i cittadini. Tradotto in termini: fa bene alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica del patrimonio immobiliare esistente.

Pensiamo solo al benefico effetto in termini ambientali: il settore degli edifici incide sensibilmente sulle emissioni e sui consumi energetici. L’obsolescenza del parco immobiliare italiano comporta una spesa annua di 47 miliardi di euro per i consumi termici ed elettrici.

Serve rinnovare il parco edile italiano e occorre fare presto. Come ha fatto notare Lorenzo Tavazzi, responsabile area Scenari & Intelligence The European House Ambrosetti, ai trend attuali il settore degli edifici italiano non raggiungerà gli obiettivi di riduzione di gas serra al 2050.

Pensiamo solo ai benefici in termini di efficienza energetica: la rigenerazione degli edifici può portare a una riduzione annua dei consumi energetici fino al 24% e fino al 5% di quelli idrici.

Smart building: significato e filiera italiana

Ma cosa significa “smart building”? A oggi esistono molteplici definizioni, spesso parziali. Quella affinata dalla community coinvolta da The European House Ambrosetti nel corso di svariati mesi di lavoro e di analisi, che hanno portato alla realizzazione del report, è la seguente:

“un hub di servizi automatizzati real time e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche, dei costi di realizzazione e gestione e la massimalizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”.

Più che la definizione teorica, colpisce il valore della filiera dello smart building in Italia. È al primo posto in Europa: per export nel settore delle piastrelle in ceramica; per numero di imprese di costruzioni operanti all’estero; per valore dell’export di arredi.

Che cos'è uno smart building

Sale a podio in Europa per quota di fatturato sul Pil nel settore del design (2° posto) e per export di materiale elettrico (3° posto). È anche seconda in Europa, dell’industria italiana del legno arredo nel mondo per surplus commerciale.

È una filiera, quella italiana, che conta 350mila aziende in grado di generare 130 miliardi di fatturato e di dare lavoro a 626mila persone, capace di attivare un valore aggiunto notevole. Innanzitutto è un volano di crescita con un elevato potere di attivazione dell’economia.

La filiera dello smart building in Italia riesce ad avere un effetto propagatore a livello economico positivo altissimo: il moltiplicatore economico oggi si attesta a quota 2,87. «Significa che per ogni 100 euro che vengono investiti e generati in questa filiera, nel resto dell’economia italiana se ne attivano 187 euro. Idem dicasi in termini di moltiplicatore occupazionale, pari a 2,78. Per ogni 100 unità di lavoro diretto nella filiera smart building in Italia, si attivano altre 178 unità di lavoro nella filiera collegata.

I benefici che potrebbero apportare gli smart building in Italia

L’importanza di applicare i principi degli smart building in Italia produrrebbe benefici consistenti. Pensiamo solo alla spesa sostenuta dall’Italia per consumi elettrici e termici: ogni anno si spendono 47,1 miliardi di euro per consumi elettrici e termici negli edifici. Inoltre il patrimonio immobiliare italiano sconta un basso tasso di rinnovamento (0,85% all’anno).

Con i fondi messi a disposizione dal PNRR, pari a 13,9 miliardi di euro, sarebbe possibile raggiungere un tasso di rinnovo dell’1,2%, ma siamo ancora lontai dall’obiettivo del 2,1% necessario per allinearsi al target europeo.

Riconvertire gli edifici in ottica efficiente e smart consegue molteplici benefici ambientali, economici e sociali. Lo studio Ambrosetti ha messo in evidenza come l’efficientamento degli edifici può conseguire un’importante riduzione dei consumi energetici: si va dall’8-9% dell’involucro e domotica fino al 52-58% all’anno su illuminazione e domotica. Mediamente si può arrivare a risparmi annui fino al 24% sui consumi energetici, comportando una riduzione in termini di CO2 fino al 28%.

Tutto questo si tradurrebbe in un risparmio pari a circa 20-22% delle spese per consumi energetici per le famiglie italiane nel 2022.

A questi vanno evidenziati i benefici economici netti fino a 14 miliardi di euro all’anno.

Ci sono poi svariati benefici legati alla dimensione della qualità della vita e dell’abitare. Si spazia dai vantaggi offerti, grazie agli ascensori intelligenti con connettività integrata, grazie ai quali è possibile prevedere in anticipo i guasti. Il sistema di ventilazione predittivo e proattivo di cui sono dotati gli smart building garantisce un ambiente più salubre, monitorando la qualità dell’aria, i livelli di CO2 e altri inquinanti.

Edifici intelligenti abilitatori delle smart city

C’è poi da considerare un’ulteriore questione che lega gli smart building alle città intelligenti. Gli edifici smart completamente integrati sono i tasselli fondamentali per costruire le smart city e sono l’elemento abilitante di un sistema di servizi a valore aggiunto che definisce una società tecnologicamente adeguata all’individuo e al suo benessere.

In una società dove l’individuo è al centro (la cosiddetta Società 5.0) le smart city sono il paradigma per garantire la sostenibilità dello sviluppo incentrato sulla persona. Le città coprono il 3% della superficie terrestre, ma sono responsabili oggi dell’80% dei consumi e del 75% delle emissioni di CO2. Per questo è necessario investire nello sviluppo delle città intelligenti.

«Si prevede che gli investimenti programmati a livello internazionale nelle smart city raggiungeranno i 1000 miliardi di dollari nel 2030», ha affermato Tavazzi.

Puntare sugli smart building: ecco come

In tutto questo occorre puntare allo sviluppo degli smart building, in Italia e non solo. Occorre per questo definire tutti gli standard associati al concept di smart building secondo la definizione proposta dalla community che vede l’edificio come la somma di tutte le parti coinvolte, sia le componenti esterne sia le tecnologie interne. Inoltre serve considerare l’integrazione delle tecnologie smart e il risparmio idrico come temi fondativi nel concetto di efficienza di un edificio e inserire nei regolamenti edilizi dei Comuni italiani fondi strutturati e con capacità di spesa per l’efficientamento degli edifici.

Serve, inoltre, promuovere la determinazione della classe energetica degli edifici, includendo anche gli interventi sui prodotti e sulle tecnologie caratterizzanti: elettrodomestici, impiantistica, illuminazione ecc.

Tra le proposte inserite nel decalogo della community c’è anche la richiesta di creare un repository unico attraverso il quale avere accesso diretto e facile a una mappatura dettagliata di tutti gli incentivi esistenti per la transizione energetica legati al settore edilizio con una chiara indicazione delle procedure da seguire per accedervi.

Va anche segnalata la proposta di creazione di un libretto di manutenzione della casa, a valenza legale, che vada oltre la sola categoria energetica dell’edificio, facendo evolvere anche gli strumenti che già sono disponibili. L’obiettivo è creare maggiore consapevolezza sui benefici dell’efficacia e migliorare l’efficienza del flusso di informazioni. Un sistema che permetterebbe di «avere uno strumento di riferimento per prevedere a livello di mercato e di investimenti in efficientemento smartness e contare su un meccanismo di payback», ha segnalato lo stesso Tavazzi, evidenziando la necessità di prevedere sostegni per gli attori della filiera dello smart building a partire da progettisti e contractor fino a installatori e impiantisti.

Per far sì che tutto questo sia possibile, occorre anche creare un organismo di coodinamento interministeriale trasversale sui temi dello sviluppo degli smart building in Italia, rafforzando o costruendo le competenze necessarie alle filiere industriali e tecnologiche afferenti al concept degli edifici intelligenti, con programmi di formazione adeguati.

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