Sostenibilità dell’edificio o sostenibilità di quartiere?

La sostenibilità è ormai un valore irrinunciabile per la progettazione, sia degli edifici, che delle città. Ma qual è la dimensione migliore per una progettazione realmente efficace?

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Sostenibilità dell’edificio o sostenibilità di quartiere?

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Si parla molto di sostenibilità e la si declina a differenti scale, dall’edificio, al quartiere, fino alle città. Dall’architettura, all’edilizia, all’impiantistica, infatti, la sostenibilità è diventata come quel capo spalla che non può mancare nell’armadio di nessuno.

Di sostenibilità si è iniziato a parlare ormai 40 anni fa e, nel settore delle costruzioni, ci si è prima concentrati sull’edificio, con le norme e le leggi in materia di efficienza energetica, e poi sulle città, con l’avvento delle Smart City. Qual è, allora, l’unità di misura più indicata per progettare la sostenibilità? Si deve parlare di sostenibilità dell’edificio o di sostenibilità di quartiere?

Cosa significa sostenibilità

La necessità di parlare di sostenibilità è nata con la crisi energetica degli anni ’70, ma l’espressione sviluppo sostenibile viene ufficialmente utilizzata nel 1987, con il Rapporto Bruntland.

Cosa significa sostenibilità, di edificio o quartiere

Da allora il concetto è stato ampiamente approfondito e declinato in diversi settori e contesti. Centrale, in ogni caso, è il tema della crescita economica che non può procedere in modo disallineato con quelle che sono le condizioni del Pianeta che ci ospita.

Non si rinuncia allo sviluppo, ma lo si rende rispettoso dell’ambiente, così da non superare i limiti oltre i quali si toglie alle generazioni future la possibilità di beneficiare di tutto quanto abbiamo avuto noi.

Nel Rapporto Bruntland, infatti, lo sviluppo sostenibile è definito come una crescita in grado di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.

Questo significa che la sostenibilità non può indirizzarsi solo ed esclusivamente sul rispetto dell’ambiente, ma deve necessariamente includere altre due dimensioni: quella sociale e quella economica. In conclusione, lo sviluppo sostenibile permette la crescita economica e il benessere delle persone, tutelando l’ambiente naturale.

In questa sede, però, ci si concentra sul ruolo che edifici e agglomerati urbani hanno in questo cambiamento, dando inevitabilmente maggior rilievo al tema della sostenibilità ambientale.

La sostenibilità dell’edificio

Un edificio sostenibile è una costruzione che, senza far rinunciare al comfort e a tutte le comodità degli edifici moderni, ha un impatto ridotto sull’ambiente. Parlare di edificio sostenibile, rispetto a quanto si fa per l’efficientamento energetico, significa fare un passo in più, tanto che non ci si limita a ridurne i consumi energetici, ma si prende in considerazione il suo intero ciclo di vita, valutandone l’impatto sull’ambiente.

La sostenibilità dell’edificio

Per ottenere risultati validi, quindi, è necessaria una progettazione attenta ed integrata, che consideri differenti aspetti. I materiali utilizzati per la costruzione, la loro estrazione e lavorazione, consumi ed emissioni in fase di cantiere, salubrità e sostenibilità durante la vita utile dell’edificio, energia consumata ed emissioni emesse durante l’uso, modalità di demolizione e smaltimento, facilità di riciclo, sono solo le macro voci da cui partire. A cascata, infatti, ne derivano una serie di ulteriori considerazioni che guardano all’edificio nella sua complessità.

Tra le principali strategie utilizzate per costruire un edificio sostenibile, infatti, ci sono:

  • l’utilizzo di materiali naturali, locali riciclabili;
  • la progettazione bioclimatica, che permette di sfruttare al meglio le risorse che l’ambiente ci offre;
  • soluzioni per favorire l’efficienza energetica, come isolamento termico e impianti tecnologici performanti, per la climatizzazione, la ventilazione, la produzione di acqua calda e l’illuminazione;
  • uso di energia rinnovabile, per autoprodurre ciò di cui si ha bisogno in loco;
  • tecnologie per la riduzione dei consumi idrici o per il recupero dell’acqua piovana.

Non si svuole sminuire l’importanza di realizzare edifici di questa tipologia e virtuosi, ma data l’urgenza di ridurre il nostro impatto ambientale, viene spontaneo chiedersi se intervenire sui singoli edifici sia effettivamente sufficiente o efficace a innescare il cambiamento di cui si ha bisogno.

La sostenibilità di quartiere, perché andare oltre la dimensione edificio

Per quanto fondamentale, la costruzione di edifici sostenibili non è sufficiente a rendere sostenibile un’intera città. Infatti, rimangono singolarità tra loro non connesse, “punti sparsi” in un ecosistema su cui però non si agisce, che non danno origine ad un nuovo approccio sistemico alla progettazione urbana e territoriale.

La sostenibilità di quartiere, perché andare oltre la dimensione edificio

Un edificio sostenibile, quindi, non basta. Oltretutto, la sostenibilità stessa dovrebbe richiedere che si consideri importante tanto quanto l’edificio anche il suo contesto, le relazioni che ha con l’esterno. Del resto, non è un caso che anche i protocolli finalizzati a valutare la sostenibilità di un edificio, come il LEED, estendano sempre la valutazione al sito in cui esso si trova.

Senza contare che sono diversi ormai, i sistemi introdotti per effettuare specifiche valutazioni di sostenibilità dei quartieri. A seconda della metodologia utilizzata, si valuteranno in differente modo vari aspetti, la cui sostanza è però ricorrente quando si parla di sostenibilità di quartiere.

Ritornano tematiche quali la sostenibilità dei trasporti e della mobilità, la gestione dei rifiuti, la presenza di aree verdi, il consumo di suolo, la riqualificazione delle aree dismesse, lo sviluppo di comunità energetiche e soluzioni come il teleriscaldamento, per assicurare l’efficienza energetica. Si considerano anche i collegamenti con altri centri, la disponibilità di attività economiche e di servizi, nonché aspetti legati alla socialità. In aggiunta, chiaramente, la concentrazione di edifici sostenibili. Quanto detto è a dimostrazione del fatto che l’edificio è, in realtà, un tassello di un puzzle più grande, su cui concentrare le forze.

In conclusione, la dimensione del quartiere si presta per una concreta progettazione urbana ispirata ai principi della sostenibilità, che riesce a includere un ventaglio di aspetti e tematiche più ampie rispetto a quanto avviene per l’edificio, ma senza presentare le complessità della dimensione città.

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