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Indice degli argomenti Toggle Le caratteristiche degli ecoquartieriCome sono gli ecoquartieriGli investimenti della BEILa differenza con le comunità energeticheDagli ecoquartieri alla Smart CityEcoquartieri in Europa: dal Vauban in Germania al BedZED in FranciaI casi in Italia, tra Modena e MilanoIl caso de Le Albere di Trento Un singolo edificio sostenibile da solo non è sufficiente per rendere green una città. Ma se ad esserlo fosse un intero quartiere, allora le cose inizierebbero a cambiare. Gli ecoquartieri rappresentano uno straordinario sviluppo nell’ambito degli insediamenti urbani, focalizzati su obiettivi ambientali, sociali ed economici alternativi rispetto ai tradizionali quartieri residenziali. Essi costituiscono un esempio di spazi abitativi progettati in modo eco-sostenibile, con una forte attenzione all’ambiente e alla sostenibilità in tutte le sue dimensioni. Questi progetti stanno guadagnando sempre più popolarità sia in Italia che a livello globale, incoraggiando la popolazione a adottare un approccio più ecologico nella propria vita quotidiana. Le caratteristiche degli ecoquartieri L’idea alla base della creazione degli ecoquartieri nasce dalla necessità di progettare un ambiente in cui gli individui possano percepire la natura non solo come uno spazio, ma come un bene condiviso. Pertanto, ogni aspetto di tali progetti è accuratamente studiato per garantire una significativa riduzione dei consumi energetici, con l’obiettivo di rendere l’intero complesso il più autosufficiente possibile. Durante le fasi di costruzione, si fa un ampio uso di materie prime ecologiche, riducendo al minimo l’impronta di carbonio in tutte le fasi, dall’estrazione al trasporto, dalla produzione all’installazione, e durante l’utilizzo. Inoltre, per garantire standard abitativi elevati e la sicurezza degli abitanti, vengono utilizzati esclusivamente materiali edili che non generano emissioni di sostanze nocive per la salute umana o dannose per l’ambiente. La progettazione di un ecoquartiere tiene sempre in considerazione l’aspetto estetico degli spazi, in particolare per le aree condivise all’aperto, dove l’armonia visiva è fondamentale per allontanarsi dai vecchi schemi di urbanizzazione. Tuttavia, l’estetica è sempre affiancata dalla funzionalità, attraverso progetti a lungo termine che considerano l’evoluzione delle comunità e le esigenze future dei cittadini. Un altro tratto distintivo degli ecoquartieri è la valorizzazione del territorio, che mira a sfruttare al massimo gli spazi, riducendo il consumo di suolo. Questo include una gestione più efficiente dei rifiuti urbani, la presenza di impianti per il recupero e il riutilizzo dell’acqua piovana e uno sforzo parallelo per migliorare l’efficienza nei trasporti, promuovendo la mobilità sostenibile e riducendo l’inquinamento ambientale e acustico causato dall’uso di veicoli a motore. Per riassumere, tra i principali “ingredienti” che fanno di un’area urbana un ecoquartiere ci sono: risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili; materiali sostenibili e naturali per la costruzione degli edifici; riduzione del consumo di suolo e valorizzazione delle aree verdi; minor consumo idrico e attenta gestione dell’acqua (ad esempio con sistemi di recupero e riuso dell’acqua piovana); mobilità sostenibile; migliore gestione dei rifiuti (praticando anche riuso e riciclo); riduzione della emissione di inquinanti; aumento della qualità della vita, favorendo anche la socializzazione. Come sono gli ecoquartieri A causa dell’incremento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, dei disastri ambientali causati dai cambiamenti climatici e della necessità di rendere le città più moderne, si stanno diffondendo in tutto il mondo vari esempi di ecoquartieri. Questi quartieri green possono essere creati sia come recupero di aree esistenti, dismesse o abbandonate, sia come progetti ex novo progettati per valorizzare specifici contesti urbani utilizzando tecniche innovative di edilizia sostenibile. Un esempio tipico di ecoquartiere segue i principi delle eco-città moderne, migliorando le connessioni con il resto della città, integrandosi con i principali nodi della viabilità e unendo il contesto abitativo con le attività produttive e di servizio. Questi quartieri offrono spazi verdi, generano e consumano energia da fonti rinnovabili, riducono al minimo gli sprechi e le inefficienze, e spesso dispongono di certificazioni che attestano la sostenibilità degli edifici. Sebbene spesso si tratti di porzioni limitate all’interno delle città, gli ecoquartieri non sono concepiti come aree isolate o residenziali separate dal resto della città. Al contrario, sono progettati per integrarsi con il contesto urbano esistente e per interagire con tutte le altre attività presenti nella zona. La differenza tra ecoquartieri può essere riscontrata principalmente a livello di progettazione e identità storico-culturale, che variano in base alle specifiche caratteristiche dei paesi in cui vengono realizzati. Per realizzare un ecoquartiere, sono necessari maggiori investimenti iniziali, che vengono però ripagati nel medio termine, grazie al possibile risparmio durante l’intero ciclo di vita degli edifici. Senza contare che, spesso, gli eco-quartieri nascono come importanti progetti di rigenerazione urbana, con la riqualificazione di intere aree dismesse, che da problema diventano una risorsa e, anche, un modello. Gli investimenti della BEI Gli ecoquartieri stanno prendendo piede nelle città del mondo e non è un caso che la Banca Europea degli Investimenti stia finanziando progetti di questo tipo, dimostrando una forte fiducia in questa iniziativa. In particolare, la BEI ha scelto di investire 76 milioni di euro nei progetti urbanistici sostenibili in Francia, pioniera nell’adozione di politiche sostenibili e inclusive, dimostrando un impegno concreto verso la promozione di città più ecologiche. Questo investimento è incentrato sul recupero e la conversione di aree industriali dismesse nel cuore di Rouen in due ecoquartieri: Flaubert e Luciline. Questa iniziativa offre a 12.500 persone la possibilità di vivere in strutture nuove, abitazioni moderne e in zone residenziali ecologiche ad alte prestazioni ambientali. Questi finanziamenti per gli ecoquartieri sono un segnale di crescita importante; un interesse diffuso per la sostenibilità e il desiderio di numerosi Paesi di proteggere l’ambiente e migliorare la qualità della vita delle persone. Questi progetti hanno un impatto non solo a livello nazionale, ma anche a livello globale, poiché mirano a rinnovare aree dismesse e abbandonate in chiave ecologica e sostenibile, contribuendo all’innovazione urbana e al progresso verso una maggiore sostenibilità. La differenza con le comunità energetiche Gli ecoquartieri e le comunità energetiche rappresentano due concetti distinti, sebbene condividano alcuni aspetti legati alla produzione di energia rinnovabile. I primi, come abbiamo già spiegato, sono spazi residenziali o aree urbane che sono progettati e costruiti con un’enfasi sulla sostenibilità in tutti gli aspetti, non solo l’energia. L’obiettivo principale è creare comunità sostenibili che integrino aspetti ambientali, sociali ed economici. Possono includere l’uso di energie rinnovabili nella loro progettazione per ridurre l’impatto ambientale, ma l’energia non è necessariamente prodotta o condivisa in modo significativo all’interno del quartiere. Gli ecoquartieri possono integrare principi di economia circolare, ma questo non è necessariamente un loro obiettivo primario. Le comunità energetiche invece sono entità legali o associazioni formate da cittadini privati, enti pubblici locali, imprese o attività commerciali. La loro principale finalità è quella di sviluppare infrastrutture per sfruttare le fonti di energia rinnovabile e promuovere l’autoconsumo locale attraverso la condivisione di energia. Sono specificamente create per produrre e condividere energia rinnovabile a livello locale, promuovendo l’autoconsumo tra i membri dell’associazione. Spesso adottano un modello di economia circolare, in quanto favoriscono lo scambio di energia a livello locale, riducendo la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali. In sintesi, mentre gli ecoquartieri sono principalmente progetti urbani con un’enfasi sulla sostenibilità in vari aspetti, le comunità energetiche sono entità che si concentrano specificamente sulla produzione e condivisione di energia rinnovabile a livello locale, promuovendo l’autoconsumo e l’efficienza energetica. Entrambe sono importanti nell’ambito della sostenibilità urbana, ma hanno obiettivi e scopi diversi. Dagli ecoquartieri alla Smart City Gli ecoquartieri sono, in un certo senso, una Smart City in scala ridotta, in cui è più semplice sviluppare il progetto, monitorarne gli sviluppi e gestire flussi e connessioni presenti tra i diversi componenti che costituiscono il quartiere. Questo non significa che siano meno importanti, ma piuttosto che sono un’ottima occasione per sperimentare nuove strategie e modelli urbani, con lo scopo di rendere, un po’ alla volta, le nostre città sempre più sostenibili e vivibili. Infatti, le città intelligenti e i paradigmi con cui le si sviluppa, richiamano i principi applicati in un eco-quartiere. Affrontare il problema dell’impatto ambientale delle città è fondamentale, soprattutto se si pensa che la popolazione europea risiede per circa il 70% in città. Per questo è importante fare in modo di sfruttare la possibilità offerta dagli ecoquartieri di realizzare piccole Smart City all’interno delle stesse città. Ecoquartieri in Europa: dal Vauban in Germania al BedZED in Francia In Europa, diversi Paesi stanno investendo nell’ideazione di ecoquartieri per promuovere la sostenibilità e migliorare la qualità della vita urbana. Uno degli ecoquartieri più famoso del mondo si chiama Vauban e si trova nella città tedesca di Friburgo, considerata come un esempio quando si parla di sostenibilità ambientale. Nel quartiere Vauban non possono circolare automobili, la vegetazione è molto ricca, ci sono piste ciclabili e pedonali, aree gioco, sistemi per la produzione di energia rinnovabile e, più in generale, una forte connotazione ecologica in ogni cosa. Tutto ciò ha permesso di innalzare la qualità della vita degli abitanti del quartiere, che vivono in case passive, sostenibili e confortevoli. Oggi, il quartiere è ormai oggetto di studio per l’eccellente architettura sostenibile che lo contraddistingue. Quartiere Vauban – Img by Wikipedia, Claire7373Andrewglaser Non è, però, l’unico esempio di sostenibilità a Friburgo, che si arricchisce di quartieri come il Weingarten 2020, un progetto iniziato nel 2007 e che ha permesso un intervento di riqualificazione urbana all’insegna dell’efficienza energetica. Gli edifici residenziali sono stati riqualificati secondo gli standard delle Passive Houses, così come sono stati all’insegna del risparmio energetico l’intervento sulla suola e sulla chiesa del quartiere. Nel quartiere si trova anche il primo grattacielo passivo della città. Ultimo dei quartieri eco di Friburgo è Dietenbach Nord, che diventerà un distretto ecologico innovativo, rispecchiando un po’ i principi guida applicati al Vauban. Il quartiere dovrebbe ospitare 15.000 persone, con una sola strada carrabile che attraversa il quartiere e con l’intensificazione dei trasporti pubblici. La Francia è anch’essa all’avanguardia nella sostenibilità ambientale, con due ecoquartieri significativi a Parigi. Come lo ZAC di Bonne, un distretto urbano moderno che ha l’obiettivo di bilanciare le risorse necessarie per la popolazione con le attività economiche per produrle in loco, compresa la fornitura locale di energia. L’area ospita anche una delle estese aree verdi in Francia. All’interno del quartiere c’è un polmone verde di 10 ettari, con serbatoi per la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana. Gli edifici sono progettati per garantire il massimo risparmio energetico, hanno tetti verdi e sistemi per l’utilizzo dell’energia rinnovabile. L’impianto centralizzato per il riscaldamento funziona con energia geotermica, mentre un sistema innovativo per la raccolta dei rifiuti permette la raccolta senza camion, tramite tubi pneumatici, riducendo notevolmente le emissioni di CO2. A nord di Parigi, dove un tempo sorgeva la stazione Saint Lazare, in un’area di 54 ettari è stato avviato un progetto di rigenerazione urbana che ha portato alla nascita dell’eco-quartiere Clichy-Batignolles, un “laboratorio” di sostenibilità per testare i migliori modelli per le future città francesi. La riconversione del quartiere è iniziata nel 2001, per realizzare il villaggio olimpico delle Olimpiadi 2012, poi svoltesi a Londra. Nella periferia londinese, nei primi anni 2000 è nato BedZed uno dei primi quartieri a zero emissioni. L’intero quartiere, composto da abitazioni ed attività commerciali, è stato realizzato con materiali naturali e riciclati, provenienti dal territorio locale, riducendo in questo modo anche l’impatto ambientale relativo al loro trasporto. Inoltre, al di sopra di ogni abitazione (NZEB) sono stati installati pannelli fotovoltaici e, dall’aspetto colorato, dei dispositivi per garantire la ventilazione naturale negli ambienti interni. Le acque piovana e di scarico vengono raccolte, trattate e riutilizzate per scopi non potabili. Infine, particolare attenzione è stata posta nel predisporre un sistema di mobilità sostenibile, riducendo al massimo il traffico veicolare e favorendo soluzioni come veicoli elettrici e car-sharing. Stoccolma sta sviluppando smart city e quartieri sostenibili che non solo si concentrano sull’ambiente, ma migliorano la vita dei cittadini attraverso tecnologie avanzate per la gestione domestica e non solo. Un esempio di questo è il distretto smart di Valla Torg, dove l’uso dell’intelligenza artificiale consente di introdurre costantemente innovazioni in ambito ambientale, digitale e civile, creando un ambiente urbano all’avanguardia e orientato al futuro. I casi in Italia, tra Modena e Milano Rispetto al resto d’Europa, soprattutto agli stati del Nord, l’Italia si presenta leggermente indietro sul tema degli eco-quartieri, che oltretutto sono un’occasione per interventi di rigenerazione urbana sostenibile. Tema particolarmente significativo nel nostro Paese, data l’elevata età media di città e fabbricati. L’Ecovillaggio Montale, situato a sud di Modena, è un notevole caso di successo nel campo della sostenibilità urbana. Questo ecoquartiere abbraccia pienamente i principi dello sviluppo sostenibile, combinando architettura innovativa e benessere sociale come obiettivi principali. Concentrandosi sull’efficienza energetica, la qualità della vita, la riduzione delle emissioni di CO2 e la sostenibilità, l’Ecovillaggio Montale ha progettato edifici in conformità con i principi dell’architettura sostenibile e offre ampi spazi verdi per gli abitanti. Gli edifici sono realizzati secondo i principi dell’architettura sostenibile, con attenzione all’illuminazione naturale, agli ombreggiamenti e al corretto orientamento. Sono installati sistemi per le energie rinnovabili, come fotovoltaico e solare termico, e sono stati realizzati molti spazi verdi. Un altro progetto di rilievo è il Parco Plinio a Roma, un’area di 4 ettari che ospita sei complessi residenziali in legno con tecnologia X-Lam. Questo progetto mira a promuovere la bioedilizia e la biocompatibilità, utilizzando energie rinnovabili e riducendo al minimo le emissioni inquinanti. L’approccio al design e alla costruzione si basa su materiali sostenibili e tecniche ecologiche per garantire un ambiente abitativo salubre e rispettoso dell’ambiente. Il progetto di Milano Santa Giulia rappresenta un altro esempio di riqualificazione urbana sostenibile. Questo nuovo quartiere, in via di sviluppo nella zona sud-est della città, è progettato per offrire una vasta gamma di servizi, abitazioni diverse integrate nell’ambiente circostante, spazi per il tempo libero e luoghi di socializzazione. Milano Santa Giulia L’obiettivo è creare un ambiente urbano dinamico e sostenibile che possa migliorare la qualità della vita dei suoi residenti e promuovere la sostenibilità ambientale. Il caso de Le Albere di Trento Il quartiere Le Albere è un progetto di riqualificazione urbana che è stato completato a Trento ed inaugurato l’8 luglio 2013. Questo quartiere sorge su un terreno precedentemente occupato dall’ex stabilimento Michelin, che copre una superficie di 116.300 metri quadrati. È situato proprio vicino al centro storico di Trento e al fiume Adige, confinando a nord con il Palazzo delle Albere, una villa/fortezza risalente al Rinascimento. Le Albere a Trento All’interno di Le Albere, spazi verdi si alternano agli edifici, e corsi d’acqua, collegati al fiume, scorrono lungo le strade, contribuendo a creare un ambiente naturale e piacevole. Il progetto è stato fortemente orientato verso la sostenibilità, con l’uso di strutture portanti in legno, la produzione di energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici e la certificazione di livello B per le residenze, garantendo un elevato standard di efficienza energetica. Un elemento distintivo di Le Albere è l’uso di schermature solari fisse e mobili di colore verde che caratterizzano l’intero complesso e svolgono una funzione sia estetica che funzionale, contribuendo a ridurre l’irraggiamento solare e a migliorare il comfort degli abitanti. Inoltre, tutte le coperture degli edifici sono realizzate in zinco, conferendo uniformità all’intero complesso. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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