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Indice degli argomenti: Il percorso di Cavriglia Scuole nZEB: gli interventi di rigenerazione dei plessi scolastici Un percorso graduale che ora conta anche sui fondi PNRR Spazio ora alle comunità energetiche La transizione energetica nei piccoli Comuni passa da Cavriglia, cittadina toscana di 9500 abitanti posta tra Firenze, Arezzo (la provincia di riferimento) e Siena. Considerata la “porta del Chianti”, è un simbolo del passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili. Questo Comune, infatti, era conosciuto per l’attività mineraria di estrazione e sfruttamento della lignite (carbone fossile) e successivamente per avere la più importante miniera di lignite in Italia, alimentando la vicina centrale termoelettrica Santa Barbara. Proprio in questa ex centrale, di recente è stato inaugurato il primo sistema al mondo Thermal Energy Storage basato sulle rocce, frutto della collaborazione tra Enel e la startup israeliana Brenmiller. Cavriglia è uno dei sette Comuni italiani riconosciuti dal GSE quali eccellenze in tema di produzione energetica green o per l’efficienza energetica. Nel caso specifico, quello toscano si è contraddistinto per aver attivato i contratti di scambio sul posto e di ritiro dedicato e per aver reso tre edifici scolastici nZEB con il Conto Termico: il Gestore Servizi Energia ha riconosciuto più di 1,3 milioni di euro di incentivi. Tutto questo, però, è solo un tratto del ben più lungo percorso virtuoso che la cittadina ha intrapreso da più di dieci anni a questa parte. È una storia che racconta l’impegno nello sviluppo diffuso del fotovoltaico negli edifici comunali, nell’attenzione all’efficienza energetica e all’ammodernamento di tutti i plessi scolastici cittadini. Il suo percorso non si ferma: ha, infatti, in cantiere un progetto mediante cui s’intende dar vita a ben dieci comunità energetiche aperte a tutta la cittadinanza. Transizione energetica nei piccoli Comuni: il percorso di Cavriglia Il caso di Cavriglia è emblematico se si parla di transizione energetica nei piccoli Comuni. Qui, nei primi anni del Novecento, sorgeva una centrale termoelettrica, la prima della Toscana, «che provvedeva alle necessità energetiche di Firenze, Arezzo e Siena, ma anche alle acciaierie site a San Giovanni Valdarno. La nostra storia è caratterizzata dalla trasformazione industriale, che ha caratterizzato sensibilmente il territorio comunale», racconta Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, sindaco di Cavriglia. È lui a rilevare che negli ultimi due decenni circa, il Comune ha vissuto la transizione energetica più rapida d’Italia, se non d’Europa. Sul territorio è stato installato già nel 2011 l’impianto fotovoltaico pubblico più grande d’Italia tra le centrali alimentate con energie rinnovabili, con circa 10 MW di potenza e una produzione di 20 GW annui. Sorge su un’area di circa 60 ettari, nell’ex area mineraria, considerata di scarso pregio agricolo e ambientale. «Oltre a questo tutti gli edifici pubblici sono dotati di impianti fotovoltaici, che ricevono un contributo importante dal punto di vista energetico in termini di scambio sul posto», segnala Degl’Innocenti o Sanni, al secondo mandato (riconfermato con il 81,4% delle preferenze) e con un trascorso ventennale come assessore comunale. A Cavriglia è anche in fase di realizzazione un impianto di trigenerazione a biomasse vegetali. Inoltre nel Comune sono presenti otto stazioni di ricarica per auto elettriche. Scuole nZEB: gli interventi di rigenerazione dei plessi scolastici La transizione energetica nei piccoli Comuni passa anche dall’efficienza energetica. Cavriglia si fa notare positivamente anche in questo caso: pochi anni fa ha sostituito tutti i 2150 punti luce con LED. Ma l’intervento che gli è valso il riconoscimento di GSE è legato alla riqualificazione di tutte le strutture scolastiche cittadine, oggi a livello nZEB. Il Comune le ha inaugurate a settembre, dopo aver realizzato un progetto da circa 9,5 milioni di euro di investimento e che ha previsto la sostituzione degli infissi, la realizzazione del cappotto termico, la copertura del tetto con pannelli fotovoltaici. Non solo: «si è proceduto innanzitutto all’adeguamento antisismico di tutti e quattro i plessi comunali, dall’asilo nido alle scuole medie, e all’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, che ha previsto anche l’installazione di nuovi ascensori e alla ristrutturazione interna di alcuni degli edifici scolastici – illustra il primo cittadino –. Inoltre si è lavorato all’efficienza energetica degli edifici, con un attento lavoro che ha coinvolto anche la parte impiantistica». Gli interventi sono stati possibili grazie all’accesso a fondi pubblici, come il Fondo Kyoto finalizzato all’efficientamento energetico e idrico degli immobili pubblici destinati all’istruzione scolastica; il Comune ha stanziato risorse che hanno coperto il 30% delle spese. Un percorso graduale che ora conta anche sui fondi PNRR La domanda che si pone è: come è stato possibile attuare un esempio d’eccellenza di transizione energetica nei piccoli Comuni come quello condotto da Cavriglia? «Si tratta di un processo graduale. Il nostro Comune ha una tradizione storica di produzione energetica, che dal carbone ci ha portato al parco fotovoltaico da 20 MW, risultato ottenuto da un concorso internazionale di idee, sostenuto da Regione Toscana. Tutti gli studi ci hanno confermato che i nostri territori erano ideali per essere rifunzionalizzati per la conversione a fotovoltaico. Poi nel 2011 gli incentivi sostanziosi del Conto Energia hanno fatto il resto. Quindi, è stato una somma di idee, volontà, visione, unita a possibilità economiche importanti e alla competenza messa da tutto lo staff comunale». Sul parco fotovoltaico pubblico il Comune beneficia di un canone concessorio che gli permette di incamerare un milione di euro l’anno circa, che gli hanno permesso di fare ulteriori investimenti. A questi si sono aggiunti anche i fondi PNRR: Cavriglia, infatti, ha vinto il bando dei borghi della toscana da 20 milioni di euro per il recupero del borgo di Castelnuovo. Come spiega lo stesso Comune attraverso le pagine del proprio sito web: «si è aggiudicato il bando di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati, da 20 milioni di euro, voluto dal Mibact con i fondi del Piano nazionale di ripartenza e resilienza. La Regione Toscana, dopo un’attenta disamina, tra 42 candidati, ha scelto proprio il progetto di recupero del Comune di Cavriglia che punta al rilancio ed all’intera riqualifica del borgo, giudicato come unico ed esemplare per l’intera Regione. Entro il 2026 quindi a Castelnuovo in Avane sorgeranno due musei, spazi pubblici rigenerati, giardini, luoghi della memoria, residenze turistiche come un albergo diffuso, residenze private e specializzate, una casa dell’arte contemporanea, residenze per artisti, botteghe commerciali ed artigianali, abitazioni dedicate al social housing ed ai giovani». Spazio ora alle comunità energetiche I piani di transizione energetica nei piccoli Comuni che ha condotto Cavriglia ai traguardi illustrati non si fermano qui. Come segnala ancora Degl’Innocenti o Sanni, «stiamo lavorando alla creazione di dieci comunità energetiche, che verranno create grazie alla realizzazione di altrettanti impianti che sorgeranno su terreni marginali, di proprietà comunale, di un ettaro circa ciascuno che permetteranno di produrre 10 MW di energia e chiederemo l’adesione a tutti i cittadini, libera e volontaria, ma comunque aperta, promuovendo un’operazione sociale che ambisce e desidera coinvolgere l’intera popolazione. A questo proposito stiamo creando una cabina di regia, un ufficio di gestione specificamente dedicato. Ora lavoreremo sugli aspetti relativi alla fattibilità e a tutti gli aspetti connessi, ma questa per noi è una nuova frontiera». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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