La normativa e gli obblighi relativi all’installazione e alla gestione degli impianti termici 15/11/2024
Airy Apartments Milano: innovazione e sostenibilità nelle nuove costruzioni a zero emissioni 19/11/2024
A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Blue economy: cos’è, quali ambiti comprende e il peso specifico dell’Italia Le energie rinnovabili emergenti: energia dal mare e l’idrogeno offshore Blue economy: le potenzialità dell’eolico offshore Eolico offshore: la sinergia con oil & gas per la transizione energetica La Blue Economy in Europa è una forza motrice dell’economia. I settori che ne fanno parte, tra questi l’eolico offshore, hanno generato circa 750 miliardi di euro di fatturato e 218 miliardi di euro in valore aggiunto lordo nel 2018; inoltre ha dato lavoro a quasi 5 milioni di persone, con un aumento dell’11% rispetto all’anno prima. Mari e oceani forniscono le basi non solo per attività economiche, ma pongono basi fondamentali per l’ecosostenibilità. La Banca Europea degli Investimenti si è impegnata a raddoppiare i prestiti a favore di progetti sostenibili per gli oceani, portandoli a 2,5 miliardi di euro nel periodo 2019-2023. Si prevede che questi finanziamenti mobiliteranno almeno 5 miliardi di euro di investimenti per una “economia blu” sostenibile a livello mondiale . A illustrare questo comparto con dati e previsioni è il “Blue Economy Report 2020” della Commissione Europea che pone in evidenza il potenziale di sviluppo e i benefici offerti da questo settore, anche per raggiungere gli obiettivi per il 2050 di decarbonizzazione dell’UE. Blue economy: cos’è, quali ambiti comprende e il peso specifico dell’Italia Il concetto di blue economy rappresentato nel report comprende tutte le attività economiche basate su o connesse agli oceani, ai mari e alle coste. Quindi: attività svolte nell’oceano, in mare e nelle zone costiere, come le risorse biologiche marine (pesca di cattura e acquacoltura), i minerali marini, le energie rinnovabili marine, l’attività di desalinizzazione, il trasporto marittimo e il turismo costiero. Fanno parte anche le attività che utilizzano prodotti e servizi provenienti dall’oceano o attività basate sul mare, come la lavorazione dei frutti di mare, le biotecnologie, i cantieri navali e le attività portuali, persino i servizi digitali connessi. Il contributo dei settori consolidati della Blue Economy all’economia dell’UE 28 nel 2018 è stato dell’1,5% in termini di Valore aggiunto lordo e del 2,2% in termini di occupazione. L’Italia è tra gli Stati membri più importanti insieme a Regno Unito, Spagna, Germania e Francia: essi rappresentano i maggiori contribuenti dell’economia blu dell’UE sia per l’occupazione (con un contributo combinato del 58%) che per il valore aggiunto lordo, con un contributo combinato del 69%. Pur avendo un ruolo particolarmente importante, l’Italia però è l’unico dei cinque Paesi top che ha visto diminuire la propria quota di occupazione e il VAL rispetto al 2009. Le energie rinnovabili emergenti: energia dal mare e l’idrogeno offshore Le fonti energetiche rinnovabili marine, come l’energia da moto ondoso, il fotovoltaico da parchi galleggianti e la generazione di idrogeno offshore fanno parte dei settori emergenti e innovativi della blue economy, comprendendo anche le biotecnologie e la bioeconomia blu. Di quest’ultimo ambito fanno parte le alghe, il cui comparto industriale ha generato un fatturato stimato (nel 2018) di oltre 350 milioni di euro. Minerali marini, desalinizzazione, difesa marittima e cavi sottomarini costituiscono altre voci significative per il potenziale che possono esprimere. Ma le energie rinnovabili sono le più interessanti: l’UE è in testa e ospita il 70% dell’energia oceanica globale (onde e maree) installata nelle sue acque. Blue economy: le potenzialità dell’eolico offshore L’Europa dispone di oltre il 90% della capacità eolica offshore installata a livello mondiale “e continuerà a dominare il mercato dell’eolico offshore per gli anni a venire”, sottolinea il report, segnalando che la produzione di questa fonte rinnovabile in Europa si concentra principalmente sul Mare del Nord, che ha relativamente acque poco profonde. Sarebbe quindi interessante uno sviluppo di parchi eolici galleggianti. Le turbine eoliche offshore diventano sempre più potenti. In media, dal 2014 la loro capacità è aumentata del 16% all’anno. I parchi eolici offshore continuano ad aumentare come pure le loro dimensioni, pressoché raddoppiate in un decennio, passando da 313 MW nel 2010 a 621 MW nel 2019. La crescita c’è stata e sensibile: “partendo da un numero limitato di impianti dimostrativi nei primi anni 2000, l’UE ha ora una capacità eolica offshore installata totale di 22,1 GW da 5 047 turbine eoliche collegate alla rete in 12 paesi”. L’anno scorso sono state collegate alla rete 502 nuove turbine eoliche offshore, portando 3,6 GW di nuova capacità aggiuntiva lorda. Oltre alla potenza aumenta la leva occupazionale: in meno di un decennio i posti di lavoro nel settore dell’energia eolica offshore sono aumentati di ben nove volte. I produttori europei catturano circa il 35% della catena del valore globale delle turbine eoliche (onshore e offshore); solo la Cina fa meglio, con il 50% circa della produzione mondiale di componenti. Eolico offshore: la sinergia con oil & gas per la transizione energetica La crescita dell’energia marina, in particolare l’eolico offshore, crea potenziali sinergie con il settore del petrolio e del gas estratto dalle piattaforme marittime. L’integrazione oltre a portare benefici in termini di riduzione dei costi, potrebbe contribuire a migliorare l’impatto ambientale. Un esempio: la possibilità di fornire elettricità alle operazioni offshore nel settore petrolifero e del gas dove ci sono parchi eolici nelle vicinanze, o tramite turbine galleggianti, riduce la necessità di impiegare generatori diesel o a gas sulla piattaforma, con un conseguente calo di emissioni di CO2 e di altri inquinanti. Ma ci sono altre potenzialità interessanti allo studio riguardanti l’impiego delle infrastrutture offshore esistenti, una volta giunte a fine vita, per favorire la transizione energetica: le piattaforme, per esempio, “potrebbero fornire basi offshore per la manutenzione di parchi eolici, strutture abitative per convertire l’energia in idrogeno o ammoniaca, o essere utilizzate per iniettare CO2 nei campi esauriti”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
05/12/2024 ISH 2025: tecnologie sostenibili e intelligenza artificiale Protagoniste a ISH 2025 le tecnologie per un'edilizia sostenibile: risparmio energetico, efficienza idrica e innovazioni IA.
05/12/2024 5 dicembre, giornata mondiale del suolo. L'Italia ne perde al ritmo di 20 ettari al giorno A cura di: Raffaella Capritti Il 5 dicembre si celebra il World Soil Day (WSD), una giornata internazionale dedicata alla consapevolezza ...
29/11/2024 Nuova metodologia che quantifica i crediti di carbonio derivanti dagli interventi di efficientamento Harley&Dikkinson ha sviluppato una nuova metodologia per la generazione di crediti di carbonio che si basa ...
26/11/2024 Goal 16: pace, giustizia e istituzioni forti. L’Italia non brilla A cura di: Andrea Ballocchi Il rispetto del Goal 16 deve essere migliorato: giustizia, omicidi, violenza sulle donne, Diritti umani, evasione ...
25/11/2024 COP29: la bozza che propone alle nazioni ricche di stanziare 250 miliardi di $ in finanziamenti per il clima COP29: proposti 250 miliardi all'anno per affrontare la crisi climatica. dalle nazioni ricche a quelle povere. ...
22/11/2024 Ecomondo, i dati più importanti presentati alla fiera della transizione green A cura di: Giorgio Pirani A Ecomondo l’ambiente è stato perennemente in primo piano, offrendo una panoramica completa sulle ultime tendenze ...
18/11/2024 Rapporto ASviS, Italia indietro su tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030 e solo 8 su 37 sono raggiungibili A cura di: Giorgio Pirani Rapporto ASviS 2024 "L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile": nonostante i numerosi impegni assunti, il ...
15/11/2024 Mercati emergenti: progressi, ma non sufficienti, negli investimenti in energia pulita I paesi emergenti stanno accelerando gli investimenti in energia pulita, ma l’obiettivo net zero richiede risorse ...
12/11/2024 Emergenza fame e crisi climatica: 582 milioni a rischio denutrizione nel 2030 L'emergenza fame cresce drammaticamente. Crisi climatica e conflitti rallentano i progressi verso l’obiettivo Fame Zero. COP29 ...
12/11/2024 Rapporto UNEP-IUCN: a che punto siamo per proteggere il 30% del pianeta entro il 2030? Il nuovo rapporto UNEP-WCMC e IUCN traccia i progressi globali nella protezione del 30% del pianeta ...