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Goal 16: pace, giustizia e istituzioni forti. L’Italia non brilla

Il rispetto del Goal 16 deve essere migliorato nel mondo e anche in Italia, dove emergono miglioramenti, ma anche importanti lacune. Giustizia, omicidi, violenza sulle donne, Diritti umani, evasione fiscale, corruzione: ecco dove si migliora, dove si resta stabili e dove si peggiora

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Goal 16: pace, giustizia e istituzioni forti. L’Italia non brilla

Il Goal 16 è dedicato a pace e giustizia. Più precisamente, come specifica l’ONU, il sedicesimo dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile, è rivolto alla promozione di società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli.

Tra i traguardi fissati, c’è l’intenzione di ridurre “ovunque e in maniera significativa” tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità correlato. In esso rientrano tutte le forme di abuso, sfruttamento e traffico di bambini, e qualsiasi manifestazione di violenza nei loro confronti.

Anche la finalità di promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire un pari accesso alla giustizia per tutti fa parte dei traguardi. È compresa anche la volontà di ridurre in modo sensibile la corruzione e gli abusi di potere in tutte le loro forme come pure l’intenzione di vedere diminuito, entro il 2030, il finanziamento illecito e il traffico di armi, potenziare il recupero e la restituzione dei beni rubati, oltre che combattere tutte le forme di crimine organizzato.

Purtroppo, però, c’è ancora molta strada da fare, anche in Italia, in cui la situazione relativa al goal 16 deve migliorare.

Goal 16 in Italia

Se si vuole comprendere l’andamento degli indicatori compositi europei relativamente al Goal 16 in Italia, si potrebbe partire dal grafico del Rapporto ASviS 2024 e dalla tonalità cromatica che mette in evidenza l’avvicinamento di un Paese all’obiettivo. Più il colore è intenso più il Paese vi si avvicina: l’Italia è visivamente ancora lontana dal centrare il traguardo.

Rispetto del Goal 16 in Italia

 

Tra il 2010 e il 2023 si riscontrano peggioramenti per cinque Goal. Il 16 è tra questi.

La stessa Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile afferma che tra il 2010 e il 2023 il Goal 16 è risultato stabile:

“aumentano le frodi informatiche, ma cala il numero di detenuti in attesa di primo giudizio; si riduce anche l’indice di sovraffollamento delle carceri, sebbene nel 2023 sia cresciuto fortemente rispetto al 2022. Si riducono le disuguaglianze tra Regioni.”

Giustizia

Fa un certo effetto il dato sulla durata dei procedimenti civili: si è passati da 421 giorni del 2019 ai 460 giorni in media nel 2023. L’obiettivo al 2026 (253 giorni) sembra difficile da raggiungere.

In tema di giustizia, diminuisce il numero di detenuti in attesa di primo giudizio, ricorda ASviS (-5,8% dal 2010 al 2022) e l’affollamento degli istituti di pena, passato dal 151,0% al 117,6%. Tuttavia nel 2023 si è registrato un incremento del sovraffollamento superiore all’8% rispetto al 2022.

Su questo punto vanno riportati anche i dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (riportati dal Garante Detenuti del Lazio) relativi allo scorso 31 ottobre, e pubblicati a novembre sito del ministero della Giustizia. Secondo il DAP i detenuti presenti hanno raggiunto il numero di 62.110 per un tasso di affollamento calcolato su posti effettivamente disponibili del 132,3%.

Omicidi

Analizzando gli omicidi commessi, nel recente rapporto del Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio al 10 novembre, si contano 266 omicidi, con 97 vittime donne, 83 delle quali uccise in ambito familiare-affettivo. Rispetto allo stesso periodo 2023, i dati sono in calo, ma certo fa pensare il fatto che ogni tre giorni sia stata uccisa una donna per mano di un parente o di un familiare.

Va detto, però, che in confronto alla media europea, l’Italia esprima uno dei più bassi tassi di omicidi: 0,55 ogni 100mila abitanti.

Violenza sulle donne

Crescono, invece, le violenze sulle donne: secondi il Report “Violenza sulle donne” del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale evidenzia che nel 2023 le vittime di violenza sessuale sono state 6.062, di cui il 91% donne (Fonte: Polizia di Stato). Si è passati da 4497 episodi nel 2022 a 6062 nel 2023.

Diritti umani, evasione fiscale, corruzione: gli aspetti da migliorare

Secondo quanto riporta il Corruption Perceptions Index 2023 di Trasparency International, riferimento internazionale sull’argomento, l’Italia si posiziona al 42esimo posto (immutato rispetto al 2022) su 180 Paesi al mondo con un punteggio di 56/100. Il punteggio di un Paese è il livello percepito di corruzione nel settore pubblico su una scala da 0 a 100, dove 0 significa altamente corrotto e 100 significa molto trasparente.

Nell’Indice di percezione della corruzione 2022 l’Italia si è classificata al 16esimo posto nell’Ue e al 41esimo posto a livello mondiale, con un progressivo miglioramento negli ultimi cinque anni. Molto è stato fatto negli ultimi anni per la lotta alla corruzione, dopo la costituzione nel 2013 dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).

In tema di risultati alla lotta all’evasione fiscale, è interessante l’analisi svolta dall’Agenzia delle entrate e i risultati raggiunti nel 2023. Dall’analisi emerge che l’anno scorso stati recuperati 24,7 miliardi, 4,5 miliardi in più rispetto al 2022 (+22%). È la somma più alta di sempre, evidenzia un documento della Camera dei Deputati. Nel dettaglio, 19,6 miliardi derivano dalle ordinarie attività di controllo svolte dal Fisco e 5,1 miliardi da misure straordinarie, come “rottamazione” delle cartelle, definizione delle liti pendenti e pace fiscale.

Per quanto riguarda, invece, i diritti umani, ASviS segnala che l’approvazione alla Camera, lo scorso settembre del Disegno di Legge di origine governativa 1660 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (ora all’esame del Senato) che fa registrare in alcune disposizioni «una rilevante compressione dei diritti e delle libertà della persona». In particolare, la tendenza restrittiva e punitiva del legislatore è rinvenibile negli articoli 10, 11, 14, 16, 19 e 20 «che comprimono il diritto a manifestare negli spazi pubblici e inaspriscono significativamente il regime penale e detentivo per madri detenute e stranieri irregolari», sottolinea l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile.

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