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Stefano Boeri, architetto italiano che ha preso parte al Climate Action Summit di New York, da anni impegnato verso lo studio di modelli di riforestazione urbana, presenta il suo progetto di Smart Forest City in Messico, un’idea di città autosufficiente e sostenibile a cura di Arch. Ing. Mariangela Canestrale Indice degli argomenti: Perché il Messico La Forest City Si è da poco concluso il Climate Action Summit di New York al quale hanno partecipato i leader politici mondiali per fare il punto della situazione sui cambiamenti climatici. In questo tragico panorama ciò che viene apertamente richiesto è di abbandonare i bei discorsi per mettere in atto e rispettare gli Accordi di Parigi. Stefano Boeri ha presentato in questa occasione il suo progetto di Smart Forest City in Messico, un’idea di città autosufficiente e sostenibile. Sviluppata su una superficie di circa 560 ettari, la Forest City è in perfetta linea con i principi progettuali propri del Bosco Verticale, prototipo di edificio residenziale sostenibile con il quale l’architetto ha ricevuto tantissimi riconoscimenti a livello mondiale, divenuto modello applicativo replicabile in altri contesti (ne è da esempio il Nanjing Vertical Forest in Asia). L’aspetto innovativo risiede nella volontà di accogliere i criteri di sostenibilità e basso consumo energetico, spostando il suo pensiero creativo da un modello abitativo ad una vera e propria metropoli. Una citta 100% sostenibile, la Forest City sarà la prima Smart City Green al mondo: autosufficiente, con strade dotate di sistemi di ricarica per le mobilità elettrica e droni utilizzati come fonte di approvvigionamento. La città del futuro che sognavamo da piccoli sembra prossima alla realizzazione. Il verde, indiscutibile protagonista del progetto, non è più concepito come isola all’interno della città per ovviare al problema di riforestazione urbana, ma entra nella città diventando parte integrante del masterplan attraverso la sua presenza sulle strade, sulle coperture degli edifici, sulle pareti. Perché il Messico La scelta di sviluppare uno studio in America Latina non sembra affatto casuale. Il Messico negli ultimi anni sta guardando con entusiasmo le soluzioni hi tech, diventando uno dei paesi più attrattivi per molti imprenditori. Boeri, in collaborazione con lo studio di Francesca Cesabianchi, spinto da un’idea nata da un immobiliarista pakistano, ha ricreato una piccola Silicon Valley su misura per i giovani per dar vita ad una città caratterizzata da centri di ricerca e dipartimenti innovativi dislocati sull’intera area. Inizialmente concepita come il più grande centro commerciale dell’America Latina, l’area si presentava come una grande piattaforma cementificata, del tutto distante da qualsiasi forma di armonia e comunicazione con il contesto naturale sul quale era inserita. L’architetto Boeri, ispirato anche dalle antiche città Maya immerse nelle foreste, ha pensato ad una vera e propria metropoli circondata da paludi e boschi, riportando l’area al suo stato naturale, non abbandonando l’idea di innovazione e sostenibilità. Masterplasn progetto Forest City in Messico Interessante sarà capire come una città green, interamente autosufficiente, possa poi interagire con il resto del mondo che, almeno per il momento, risulta un passo indietro. All’intero della city potranno infatti entrare solo le macchine elettriche, ma niente paura, gli accessi alla metropoli saranno consentiti anche in treno o in auto parcheggiabili all’esterno dell’area e tramite dei percorsi carrabili sarà poi possibile raggiungere l’ingresso della Forest City. Per far fronte al grande flusso di turisti previsto, data la vicinanza della Forest City alla città di Cancun (circa 100 km), sono stati progettati dei parchi ornitologici e botanici come centri di aggregazione per la comunità. La Forest City Dal masterplan, che si presenta con una forma lunga e stretta (1,3 x 4,2 km), si legge chiaramente oltre al verde, la presenza dell’acqua quale elemento dominante e portatore di direttrici e assialità: grazie alla presenza di una darsena e di una torre di desalinizzazione l’acqua sarà distribuita attraverso una serie di diramazioni per irrigare sia la metropoli che i campi agricoli posti lungo l’intero perimetro della superficie, tramite un sistema di riciclo con canali congiunti con un impianto ipogeo. Queste soluzioni innovative sono state raggiunte grazie alla collaborazione avvenuta con lo studio tedesco Transsolar Klima- Engineering. L’organizzazione urbana non è stata pensata secondo un assetto gerarchico, ma si caratterizza per la presenza di distretti, meglio chiamati settori, al cui interno è possibile ritrovare centri commerciali, spazi pubblici, alloggi, centri di ricerca e università, spazi verdi, al fine di consentire ai cittadini di poter usufruire nel raggio di 500 m di ogni servizio. Il progetto della città intelligente 4.0, capace di ospitare 120 milioni di abitanti, è stato approvato e sembra pronto alla realizzazione. L’inizio dei lavori è previsto nel 2020 e nel giro di 6 anni vedremo la città edificata. Boeri, attraverso il suo impegno e lo studio verso soluzioni economicamente sostenibili ed energeticamente autosufficienti, ha segnato la strada dell’evoluzione abitativa e tale progetto ne è la prova, rappresentando una rivoluzione sia nel modo di vivere che di concepire la città. Grazie al progetto di forestazione ci saranno delle ricadute positive a livello di impatto ambientale, considerando che per ogni abitante verrà piantumato un albero, consentendo di ridurre di 2/3 la CO2 prodotta e assorbire la relative polveri sottili del traffico, riportando, d’altra parte, ossigeno e colore in città. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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