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Il CDM ha approvato la nuova disciplina su valutazione di impatto ambientale adeguandosi così alla normativa europea: semplificazione e tempi più brevi Il Consiglio dei ministri lo scorso 10 marzo ha approvato, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e dei Ministri competenti, cinque decreti legislativi volti all’attuazione e all’adeguamento della normativa nazionale a direttive o regolamenti europei. Tra le misure è stata approvata la VIA, Valutazione di impatto ambientale, in attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo del 16/04/2014 che modifica la direttiva 2011/92/UE. La normativa interessa la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. La nuova disciplina, si legge nel comunicato del Governo, modifica la norma attualmente in vigore della “Verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale (VIA)” e della stessa VIA, con l’obiettivo di recepire fedelmente la direttiva, di efficientare le procedure, di innalzare i livelli di tutela ambientale, di contribuire a sbloccare il potenziale derivante dagli investimenti in opere, infrastrutture e impianti per rilanciare la crescita sostenibile, attraverso la correzione delle criticità riscontrate da amministrazioni e imprese. Attualmente i tempi per la conclusione dei procedimenti di VIA sono di circa 3 anni, mentre per la verifica di assoggettabilità a VIA sono necessari circa 11,4 mesi, con un rallentamento dell’iter valutativo dei progetti legato anche alla frammentazione delle competenze normative, regolamentari e amministrative tra Stato e Regioni. Obiettivo del decreto è dunque anche quello di superare tale frammentazione. Le principali novità del nuovo decreto: E’ possibile richiedere, in alternativa al provvedimento di VIA ordinario, il rilascio di un “provvedimento unico ambientale”, che coordini e sostituisca tutti i titoli abilitativi o autorizzativi riconducibili ai fattori ambientali. La norma assicura la riduzione complessiva dei tempi per la conclusione dei procedimenti, cui è abbinata la qualificazione di tutti i termini come “perentori” ai sensi e agli effetti della disciplina generale sulla responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile dei dirigenti, nonché sulla sostituzione amministrativa in caso di inadempienza. Una norma transitoria, grazie alle semplificazioni procedimentali introdotte, permette al proponente di richiedere l’applicazione della nuova disciplina anche ai procedimenti pendenti, il cui valore complessivo oggi ammonta a circa 21 miliardi di euro. Una nuova definizione di “impatti ambientali”, modulata in aderenza con le prescrizioni della direttiva Ue, che comprende anche gli effetti significativi, diretti e indiretti, di un progetto sulla popolazione, la salute umana, il patrimonio culturale e il paesaggio. E’ possibile presentare nel procedimento di VIA elaborati progettuali con un livello informativo e di dettaglio equivalente a quello del progetto di fattibilità o comunque a un livello tale da permettere la compiuta valutazione degli impatti, con la possibilità di aprire con l’autorità in qualsiasi momento un confronto per condividere la definizione del livello di dettaglio degli elaborati progettuali. Non vi è più per il proponente l’obbligo, nella verifica di assoggettabilità a Via, di presentare gli elaborati progettuali: per la fase dello “screening” sarà sufficiente uno studio preliminare ambientale, come previsto dalla normativa europea. Nel caso di modifiche o estensioni di opere esistenti, è possibile richiedere all’autorità competente un “pre-screening” del progetto per individuare l’eventuale procedura da avviare; E’ prevista la riorganizzazione del funzionamento della Commissione VIA, per migliorarne le performance, assicurando la copertura dei costi di funzionamento a valere esclusivamente sui proventi tariffari dei proponenti. Si costituisce un Comitato tecnico di supporto, che opererà a tempo pieno, per accelerare e rendere più efficienti le istruttorie; E’ prevista anche l’introduzione di regole omogenee per il procedimento di VIA su tutto il territorio nazionale, rimodulando le competenze normative delle Regioni e razionalizzando il riparto dei compiti amministrativi tra Stato e Regioni. Infine ci sarà la completa digitalizzazione degli oneri informativi a carico dei proponenti, anche prevedendo l’eliminazione degli obblighi di pubblicazione sui mezzi di stampa. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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