Impianto termico o di climatizzazione (invernale/estiva): tipologie, caratteristiche e componenti 26/03/2025
La Commissione europea, nell’ambito della strategia dell’Unione dell’energia lanciata nel febbraio 2015 che pone “l’efficienza energetica al primo posto“, propone una revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dell’efficienza energetica, con l’obiettivo di aiutare i consumatori a fare le scelte migliori. Il sistema dell’etichettatura energetica, adottato dal 1995, ha dato ottimi risultati, tanto che l’85% dei consumatori europei se ne serve nelle decisioni d’acquisto. Non sempre però gli acquirenti riescono a riconoscere i prodotti più efficienti, l’evoluzione dei prodotti ha fatto sì che l’etichettatura diventasse sempre più complessa introducendo varie +. La Commissione propone dunque di rivedere il sistema di etichettatura energetica ripristinando un’unica scala, da A a G, più semplice e comprensibile per i consumatori, e di riscalare le etichette esistenti. Inoltre la Commissione propone che tutti i prodotti immessi sul mercato dell’UE siano registrati in una banca dati online, per migliorare la trasparenza e agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali. Secondo le stime, il 10-25% dei prodotti sul mercato non è conforme ai requisiti di etichettatura energetica e circa il 10% del risparmio energetico previsto va perso proprio per questa non conformità. Ciò è dovuto almeno in parte all’insufficienza dei controlli svolti dalle autorità nazionali di vigilanza del mercato. La banca dati in cui fabbricanti e importatori registreranno i prodotti, caricando informazioni già obbligatorie in base alle vigenti norme dell’UE permetterebbe di rafforzare i controlli di conformità. Una volta approvata dai colegislatori, la proposta della Commissione sarà applicata come segue: 1. i prodotti già disponibili sul mercato saranno venduti come prima. 2. I nuovi prodotti saranno venduti con la nuova scala energetica. Le vecchie etichette, ad esempio quelle con scala da A+ a A+++ saranno eliminate dai dettaglianti. 3. I produttori registreranno i loro prodotti; le informazioni saranno accessibili alle autorità degli Stati membri al fine di agevolare i controlli di conformità e aumentare la trasparenza. 4. I consumatori saranno informati mediante campagne d’informazione specifiche curate dagli Stati membri in collaborazione con i dettaglianti. Si prevede che il nuovo sistema produca un risparmio energetico supplementare pari al consumo annuale dei Paesi baltici messi insieme (ossia 200 TWh all’anno nel 2030). La proposta della Commissione sarà trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio, che ne discuteranno per giungere ad un accordo; si prevede un iter di un anno. Una volta ottenuta l’approvazione dei colegislatori, la Commissione applicherà le modifiche ai gruppi di prodotti dotati di etichetta energetica entro cinque anni nella maggior parte dei casi. Legambiente in un comunicato ha espresso soddisfazione nei confronti della proposta di nuova etichetta energetica che permette di tornare allo schema iniziale che prevedeva classi di efficienza energetica dalla A alla G, differenziate per colori e senza l’aggiunta di +. “Alla vigilia della COP di Parigi, è un segnale importante da parte della Commissione europea riguardo alla lotta ai cambiamenti climatici – commenta Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica Legambiente – la scomparsa dei vari + dopo la A, che mettevano confusione al consumatore, è una vittoria del buon senso verso la chiarezza e la semplificazione. L’altra grossa novità è la creazione di un database unificato per tutti i prodotti immessi nel mercato europeo. Non è visibile al consumatore ma consentirà alle autorità statali di controllo una maggiore collaborazione e una facilità molto superiore nella verifica della veridicità delle etichette. Purtroppo – aggiunge Sabbadin – c’è una nota dolente: nell’ultima versione del testo è saltata l’introduzione in etichetta del costo dei consumi dell’elettrodomestico nell’arco della sua vita. Un’indicazione che avrebbe consentito di valutare la spesa reale legata all’acquisto di un prodotto, sommando al costo dell’acquisto anche quello dei consumi a venire. Si sarebbe reso così palese che spesso chi meno spende più spende e viceversa. Speriamo che venga introdotta in etichetta almeno l’indicazione obbligatoria della durata di vita minima dei prodotti, che al momento è ancora solo un’ipotesi”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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