La scuola partecipata di Pacentro di MC Architects



Mario Cucinella firma un altro complesso scolastico, questa volta in un piccolo comune vicino a L’Aquila colpito dal sisma del 2009. Il progetto, in collaborazione con LAP, è frutto di un percorso di progettazione partecipata con l’aiuto di ActionAid e Viviamolaq

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La scuola di Pacentro di Mario Cucinella Architects con LAP
render MCA-LAP

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Dopo la posa della prima pietra, a breve inizieranno i lavori di costruzione del Polo scolastico di Pacentro, piccolo comune in provincia de L’Aquila, colpito dal terremoto del 2009.

Il progetto di scuola partecipata

Con questo gesto simbolico si chiude una fase di lavoro durata cinque anni con l’avvio di un percorso di coinvolgimento della comunità locale che ha visto protagonisti studenti, insegnanti, due importanti associazioni, come ActionAid e Viviamolaq, e l’intera comunità locale per ideare un nuovo edificio scolastico.

Uno de laboratori di partecipazione che hanno portato al progetto della scuola di Pacentro
Uno de laboratori di partecipazione (foto Stefano Mont Y Girbes)

Anche grazie a questo percorso di partecipazione, l’architetto Mario Cucinella, con la collaborazione di Lap, il Laboratorio di Architettura Partecipata, ha potuto progettare un complesso scolastico innovativo e sicuro.

Posata la prima pietra

Alla cerimonia erano presenti il sindaco Guido Angelilli, il direttore di Casa Italia Fabrizio Curcio, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Antonella Tozza, il direttore dell’Ufficio speciale della ricostruzione Raffaello Fico, oltre ai progettisti dello studio MC A e di Lap.

Il lavoro è anche l’esito della collaborazione con l’Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa, che da anni studia e promuove architetture scolastiche centrate sullo studente e in grado di offrire un’idea di vita scolastica che combina benessere, comfort e protagonismo degli studenti.

La scuola di Pacentro immersa nella natura
La scuola immersa nella natura (render MCA-LAP)

L’idea progettuale nasce dalla volontà di creare un luogo di incontro, di condivisione e scambio di idee: una sorta di grande piazza dedicata alla crescita individuale e di gruppo, colorata, luminosa e flessibile, dove la natura possa entrare e guidare lo sguardo, dove penetri la luce filtrata dalla vegetazione circostante e dunque mutevole nei colori e nei toni, secondo il ritmo delle stagioni.

Una scuola dalla forma circolare

Un’architettura dalla forma circolare che richiama la celebre frase di Bruno Munari “la prima cosa che disegna un bambino assomiglia ad un cerchio”, che si inserisce quasi mimetizzandosi nel suggestivo paesaggio appenninico circostante.

Una duna artificiale circonda come un anello l’edificio, svelandolo gradualmente alla vista di chi si avvicina lungo il percorso di accesso.

L’edificio di circa 800 metri quadrati su un unico piano, ospiterà otto aule, cinque destinate alla scuola primaria, tre alla secondaria di primo grado, per un totale di cento studenti circa.

A partire dal grande atrio centrale della piazza si generano tutti gli altri spazi della scuola, pensati seguendo il concetto di didattica basata sulla teoria del learning landscape, con ambienti interni visibili e strutturati per l’apprendimento, flessibili e con pareti trasparenti con aree di apprendimento svincolate dal tradizionale concetto di aula.

Parla il capo progetto

Con Marco Dell’Agli, dello studio MCA e capo progetto del nuovo polo scolastico, abbiamo approfondito gli aspetti legati alle scelte architettoniche e tecnologiche a partire dalla forma circolare che il progetto fin da subito ha immaginato.

La forma deriva dall’idea originaria di Mario Cucinella, ma anche da altri fattori come l’esito del processo di progettazione partecipata, la volontà di dar vita a un oggetto di land art, una forma pura adatta alla natura dei luoghi, e infine anche l’ispirazione fornita dalle costruzioni tradizionali di forma circolare utilizzate dai pastori locali per la raccolta delle acque. La prima fase della progettazione è stata dedicata a individuare il sito giusto, non vicino al centro abitato, ma scelto dagli stessi cittadini proprio per motivi di sicurezza”.

Il territorio di Pacentro con indicata in rosso l’area della scuola (credits, MC A)
Il territorio di Pacentro con indicata in rosso l’area della scuola (credits, MC A)

“La scuola nascerà in una zona di pre-promontorio boschivo, sull’area prima occupata dal campo di calcio, ora dismesso, che ha lasciato spazio a un nuovo impianto sportivo realizzato in un’altra zona del paese. Il progetto propone una modellazione del sito, all’interno del quale abbiamo collocato la scuola, una zona boscata e una radura. La scuola può trasformarsi, in casi di emergenza, in Centro operativo di protezione civile: una destinazione che ha imposto una progettazione per un edificio in classe d’uso 4 (le scuole, in quanto tali, sono in classe 3; nda). Abbiamo anche modificato l’idea originaria di copertura, pensata inizialmente con un tetto in pietra, ispirato alle costruzioni del paesaggio locale, poi modificata in tetto verde per volere della soprintendenza. La tecnologia costruttiva scelta è in cemento armato, anche per sostenere gli aggetti molto pronunciati del tetto, idem per i setti curvi interni, mentre la struttura portante del pozzo centrale dell’agorà è in acciaio. La forma circolare della scuola e del suo lay-out interno è dipesa anche dalla necessità, per noi ormai consolidata, di superare le tradizionali strutture scolastiche organizzate in linea, per offrire una soluzione architettonica aderente ai nuovi modelli educativi. Abbiamo così creato uno spazio circolare, aperto al suo centro: un ambiente flessibile che diventa spazio teatrale, didattico e di transito secondo le esigenze, riducendo al minimo gli spazi di distribuzione. Le classi sono di piccole dimensioni, in relazione al numero contenuto di alunni, con chiusure in alcuni casi realizzate con pareti scorrevoli per eventuale aggregazione delle aule. Le pareti sono realizzate a secco”.

La scuola di Pacentro di Mario Cucinella Architects con LAP
Render della scuola di sera (credits, MCA)

“In copertura, oltre a una serie di lucernari tondi, abbiamo proposto numerose finestrelle di piccole dimensioni, di 20 per 25 centimetri, che in inverno, al calar del sole, permetteranno di vedere dall’alto le luci della scuola ancora funzionante. Interessante infine è la soluzione impiantistica adottata relativa ai ricambi d’aria: avere delle unità di ricambio d’aria con recupero di calore, che evitano l’ingresso di aria fredda, aiuta a contenere i costi di riscaldamento».

Il dovere di fare scuole belle

«L’architettura come terzo educatore – afferma Cucinella -.  Noi adulti abbiamo il dovere di fare le scuole belle perché lì crescono gli adulti di domani. L’architettura sta dicendo qualcosa agli studenti. Sta dicendo soprattutto che ci stiamo prendendo cura di loro, che ci stiamo occupando del loro futuro, e che lo stiamo facendo attraverso la costruzione dello spazio, di quei luoghi educativi nuovi e sicuri di cui hanno bisogno».

Sezione della scuola di Pacentro
Sezione della scuola (credits, MC A)

Un’idea di scuola che guarda al futuro

«L’interesse di Indire alla nuova scuola di Pacentro – sostiene Samuele Borri, dirigente di ricerca di Indire – è legata soprattutto alla possibilità di dare il proprio contributo in un contesto aperto al confronto e desideroso di sviluppare un’idea di scuola che guardi al futuro. Da qui lo sforzo di mettere a disposizione gli indirizzi emersi da una pluriennale ricerca nell’ambito delle architetture scolastiche e promuovere una visione di scuola fatta di spazi diversificati, flessibili e complementari, in grado di dare risposta alle istanze di una didattica centrata sullo studente e in grado di promuovere una idea di vita scolastica che combina benessere, comfort e protagonismo dello studente».

Il concept progettuale della scuola di Pacentro
Il concept progettuale della scuola (credits MCA-LAP)

 



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