Quale futuro per il clima domestico

L’ultimo meeting di Assotermica a Milano ha posto l’attenzione sugli scenari legati al clima domestico, tra nuove tecnologie, sperimentazioni e risposte concrete

Quale futuro per il clima domestico

Quali prospettive si delineano per le soluzioni di riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria e clima domestico?

Come le tecnologie e la sempre maggior attenzione al risparmio energetico contribuiranno all’evoluzione del mercato?

A queste domande ha provato a rispondere Assotermica in occasione del suo ultimo meeting di Milano, organizzato in collaborazione con la fiera MCE Expocomfort.

L’impegno del comparto nella transizione energetica è già evidente, come ha sottolineato Alberto Montanini, Presidente di Assotermica e Direttore Normative e Rapporti Associativi Immergas, e si traduce in un’attenzione alla tecnologia di ultima generazione e all’attenzione verso le nuove opportunità date, per esempio, dall’idrogeno e dalle soluzioni ibride.

Il clima domestico verso la decarbonizzazione

L’industria del riscaldamento è protagonista della transizione ecologica e, in modo graduale, anche grazie agli incentivi, sta puntando alla decarbonizzazione.

In questa trasformazione giocano un ruolo chiave le tecnologie, a cui si affiancano in parallelo le politiche europee e nazionali. Patrizia Toia, Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) e membro della Commissione per lo Sviluppo, in occasione del meeting di Assotermica ha infatti sottolineato come si debba guardare alla “fattibilità” delle scelte e alle soluzioni concrete, per arrivare alla decarbonizzazione in collaborazione con le industrie produttrici.

Al momento, non c’è una soluzione unica e perfetta per ridurre il peso dei sistemi per il clima domestico e l’acqua calda sanitaria. Proprio la pluralità di tecnologie e la combinazione delle diverse soluzioni consentiranno però di vincere sfida.

La sperimentazione con idrogeno e gas naturale

Un contributo concreto per guidare le scelte future arriva dallo studio condotto dal dipartimento DESTEC dell’Università di Pisa in collaborazione con Assotermica. Dalle prime analisi, sulla base di studi comparativi tra caldaie a condensazione, pompe di calore sia elettriche che a gas, apparecchi ibridi rispetto e vecchie caldaie, è stato simulato l’impiego di metano, miscela al 20% in volume di idrogeno “verde”, miscela al 20% in volume di biometano e 100% idrogeno verde. I risultati sono confortanti e mostrano come gli apparecchi ibridi factory made siano una scelta conveniente non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello energetico, ambientale e di sicurezza dell’approvvigionamento.

Non mancano le sperimentazioni di successo, come quella condotta da Immergas ed Hera a Castelfranco Emilia (Modena), dove per la prima volta in Italia circa trenta famiglie stanno utilizzando per il riscaldamento una miscela di idrogeno e gas naturale immessa nelle reti di distribuzione esistenti.

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