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A cura di: Tommaso Tetro Indice degli argomenti Toggle E’ il momento dell’agrivoltaicoTroppo lenta la burocrazia Volano le energie rinnovabili con un totale di 41 miliardi di investimenti pronti a partire. Questo il quadro disegnato dal rapporto annuale Irex 2023, lo studio messo a punto da Althesys che dal 2008 tiene sotto controllo il settore industriale delle energie pulite e offre riflessioni sulle strategie e sui trend che prendono piede. “Il rapporto di quest’anno – osserva Alessandro Marangoni, economista a capo della squadra di ricerca – segna un giro di boa degli investimenti nelle rinnovabili nel 2022 in Italia, con un incremento straordinario trainato dalla crescita interna”. Secondo l’analisi il settore delle energie rinnovabili vive “un momento straordinario” con “un cambio di passo soprattutto in Italia, sulla scia del Pnrr e dei nuovi obiettivi al 2030. Nonostante il quadro macroeconomico ed energetico complicato, gli investimenti previsti si collocano sui 41 miliardi, con un’impennata della potenza che ha toccato la quota record di 38,9 Gigawatt (GW), quasi triplicata rispetto ai 15 GW del 2021. Le operazioni sono 958, più del doppio di quelle rilevate nell’anno precedente”. Restano però delle difficoltà, in particolare quelle legate alle autorizzazioni degli impianti, nonostante i decreti di semplificazione: tre pratiche su quattro sono ancora in stand-by, su 894 totali sono 673 quelle che risultano ancora in corso. In evidenza il ritorno della crescita sul mercato domestico: le operazioni si concentrano quasi interamente in Italia, e sono il 95% del totale, per 34,8 GW e 34,8 miliardi di euro con appena 17 iniziative all’estero. Tra le cause, la complessità del quadro internazionale e le strategie di rifocalizzazione sul mercato nazionale, legate sia ai target 2030 che all’ttuazione del Pnrr. E’ il momento dell’agrivoltaico Protagonista principale tra le tecnologie del 2022 è stata l’agrivoltaico che arriva al 41% con 390 iniziative, 15,8 GW, e 12 miliardi. Il fotovoltaico si ferma al 35% con 11,6 GW per 8,3 miliardi. L’eolico onshore vale 184 iniziative, 10,6 GW, e 14,2 miliardi di euro; l’eolico offshore segna 63 progetti rilevati nel 2022 e oltre 50 GW di progetti totali (di cui “solo uno entrato in funzione”), ma soprattutto sistemi di accumulo. La new entry del 2022 sono proprio i sistemi di accumulo con una capacità censita di circa 898 Megawatt (MW), a +91% rispetto al 2021; in Italia si contano 227 impianti di storage per 1,5 GW e 2,7 GWh (Gigawattora), quasi tutti di taglia residenziale. Per il futuro si fa spazio l’idrogeno verde che pone le basi tecnologiche ed economiche per uno sviluppo della catena del valore. Il panorama italiano al 2022 della filiera dell’idrogeno conta nel complesso 115 iniziative, che coinvolgono oltre 150 player diversi per origine e dimensione. Progetti, studi, accordi di collaborazione, prototipi e test sono indirizzati per il 47% agli usi finali, il 32% alla produzione. Il resto si divide tra iniziative integrate sulla filiera e Hydrogen valley (9%), elettrolizzatori e altre tecnologie produttive (7%) e trasporto e stoccaggio (5%). Troppo lenta la burocrazia Non migliora il tema del permitting, ovvero il nodo – tutto ancora da sciogliere – delle autorizzazioni che, nonostante le ultime misure di semplificazione, restano ancora un problema facendo registrare una netta differenza tra impianti autorizzati e da autorizzare: “a fronte di 894 nuovi impianti censiti nel 2022, ben 673 (75%) sono ancora in corso di autorizzazione”. La situazione è “ancora peggiore se si considerano le dimensioni delle iniziative, con solo il 12% approvato (in peggioramento rispetto al 18% del 2021)”. Nel fotovoltaico, “a fronte di 142 impianti autorizzati, quasi il quadruplo sono in attesa, ben 527 progetti. Le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione in Italia valgono oltre 20,5 GW. Nell’eolico onshore gli impianti autorizzati sono 28 contro 137 ancora in stand-by burocratico. A livello di potenza su circa 9,5 GW mappati, 7,7 GW (cioè l’81%) risultano in attesa di autorizzazione. E’ per questo che si guarda a una “roadmap verso la transizione e la riforma del mercato elettrico. Il sistema elettrico italiano sarà adeguato al 2030 ma oltre allo sviluppo di rinnovabili, reti e accumuli, serve anche il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici. I progressi da compiere per la decarbonizzazione entro il 2030 sono significativi con obiettivi incentrati su efficienza, rinnovabili e flessibilità”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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