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Il 12 dicembre 2015, quasi tutti i paesi hanno adottato l’accordo di Parigi, impegnandosi a mantenere l’aumento delle temperature medie globali ben al di sotto dei 2 gradi °C, idealmente fino a 1,5°C. Tuttavia, le proiezioni del Climate Action Tracker mostrano che gli attuali impegni in materia di clima stabiliti nei piani generali nazionali per l’azione per il clima (NDC – fino a oggi presentati da 188 Nazioni), limiteranno l’aumento della temperatura globale solo a 2,6°C nella migliore delle ipotesi, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Considerando che due terzi delle emissioni globali di gas serra provengono dal settore energetico, la transizione verso forme di energia più pulite è essenziale per raggiungere il target fissato a Parigi, è dunque fondamentale aumentare l’ambizione degli impegni in materia di energie rinnovabili nei vari NDC. Ad oggi, delle 188 Nazioni che hanno presentato gli NDC, 134 hanno incluso obiettivi quantificati per le energie rinnovabili. IRENA stima che la loro attuazione aumenterebbe la capacità installata globale di energia rinnovabile da 2,5 a 3,6 terawatt (TW) tra il 2019 e il 2030. Eppure è possibile una maggiore diffusione delle energie rinnovabili – fino a 7,7 TW a livello globale – entro il 2030, in modo economicamente conveniente e con notevoli benefici socio-economici. L’allarme di Irena è che a causa dell’emergenza sanitaria COVID 19 le risorse economiche globali siano distolte dal cambiamento climatico per contrastare la pandemia. Mentre, spiega in un articolo Costanza Strinati, Associate Programme Officer di Irena, aumentare le ambizioni climatiche degli NDC sarebbe oggi molto importante, sia per le economie che per gli obiettivi climatici. Vediamo perché: L’aumento degli investimenti nella transizione energetica nell’ambito dei pacchetti di ripresa COVID-19 crea posti di lavoro e dà impulso alle economie nazionali. Un investimento medio annuo di 2.000 miliardi di dollari in energia pulita nel periodo 2021-2023 potrebbe creare altri 5,5 milioni di posti di lavoro. A questo proposito sono molti i governi che hanno annunciato pacchetti per la ripresa verde. Tra i molti il neo presidente degli USA Joe Biden ha intenzione di stanziare 1,7 trilioni di dollari per la ripresa green da qui al 2030. L’Unione europea lo scorso luglio ha stanziato 550 miliardi di euro per il 2021-2027 (o il 30% del suo pacchetto di recupero complessivo) esclusivamente per progetti verdi. Le energie rinnovabili in questi mesi di emergenza sanitaria si sono dimostrate più resilienti rispetto ai combustibili fossili, mostrando la loro attrattività sia per gli investitori che per molte compagnie petrolifere e del gas che stanno rivedendo le proprie strategie per ridurre la produzione di combustibili fossili e integrare quote maggiori di energie rinnovabili. Il punto sugli NDC Nel 2015 190 Paesi hanno ratificato l’Accordo di Parigi e 188 hanno sottoposto gli NDC alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). 170 NDC (il 90% del totale) hanno menzionato le energie rinnovabili. 134 NDC includono obiettivi di energia rinnovabile per la produzione di elettricità, solo 56 obiettivi per il calore e per i trasporti, anche se la decarbonizzazione è fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Se tutti gli obiettivi in materia di energie rinnovabili inclusi nei NDC fossero realizzati, entro il 2030 verrebbero aggiunti altri 1.041 gigawatt (GW) di energie rinnovabili, 567 GW dei quali in Asia. La capacità installata globale per la produzione di energia rinnovabile aumenterebbe di conseguenza di quasi il 42%, passando da 2 523 GW nel 2019 a circa 3.564 GW nel 2030. Nel corso del 2020, solo 18 paesi hanno presentato nuovi NDC. Di questi, dieci includono obiettivi quantificati per le energie rinnovabili, ma solo cinque sembrano essere più ambiziosi rispetto al precedente ciclo di NDC. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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