Il parlamento EU adotta nuovi limiti CO2

Il Parlamento Europeo ha adottato settimana scorsa nuovi obiettivi obbligatori di riduzione delle emissioni di gas serra, coerenti con gli obiettivi della COP21 di Parigi.

Il parlamento EU adotta nuovi limiti CO2 1

La scorsa settimana il parlamento europeo ha adottato nuovi target obbligatori di riduzione delle emissioni di CO2 in linea con gli obiettivi definiti dall’accordo di Parigi per il clima e dopo un dibattito sul ritiro degli Stati Uniti.

Ricordiamo che la COP 21 per quanto concerne il contenimento del riscaldamento globale, ha fissato un obiettivo ambizioso di mantenere l’aumento della temperatura  al di sotto dei 2° entro il 2020, quasi a 1,5° rispetto ai livelli preindustriali.

La proposta del parlamento europeo, approvata con 534 voti favorevoli, 88 contrari e 56 astensioni, prevede un taglio del 40% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. E’ stato inoltre definito un obiettivo per il 2050 per un livello di emissioni inferiore dell’80% rispetto ai livelli del 2005.
La legislazione prevede degli obiettivi vincolanti nazionali per le emissioni nei settori non coperti dal mercato UE del carbonio (ETS) quali l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che rappresentano il 60% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione europea.

I vari Stati dovranno mettere in atto un percorso di diminuzione delle emissioni, calcolato a partire da un punto di partenza nel 2018, anziché nel 2020 come proposto dalla Commissione, per evitare un aumento delle emissioni nei primi anni o un rinvio delle riduzioni.

Per l’Italia, l’obiettivo è meno 33% sul 2030.

I deputati, si legge nel comunicato, hanno modificato la proposta inziale della Commissione per poter premiare gli Stati membri, con un PIL pro-capite inferiore alla media UE che hanno adottato o adotteranno prima del 2020 le misure necessarie, con una maggiore flessibilità durante la parte successiva del programma di riduzione.

Per aiutare gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi, il regolamento consente loro di “prendere in prestito” fino al 10% dell’indennità dell’anno successivo, riducendo così quella dell’anno in corso.

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