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L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha recentemente pubblicato un nuovo Quaderno che esamina l’avanzamento delle strategie climatiche di nove città italiane: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. Queste città sono state selezionate nell’ambito della missione UE “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030” con l’obiettivo di ridurre di almeno l’80% le loro emissioni climalteranti entro il 2030. Il documento di ASviS contiene un’analisi dettagliata dei Climate City Contract, strumenti chiave con cui ciascuna città presenta alla Commissione europea gli impegni strategici, i piani d’azione e gli investimenti necessari per raggiungere la neutralità climatica. Si tratta di azioni che coinvolgono diversi ambiti tra cui come mobilità sostenibile, infrastrutture verdi, efficienza energetica degli edifici, gestione dei rifiuti e risorse idriche. Il Quaderno è curato da Giovanni Fini e Daniela Luise, moderatori del Sottogruppo sulle Politiche climatiche per il Goal 11 “Città e comunità sostenibili”. Le città italiane protagoniste del cambiamento Tra le città italiane coinvolte, Firenze e Parma hanno già ottenuto l’approvazione dei loro Climate City Contract da parte della Commissione europea. Bergamo, Bologna, Milano, Prato e Torino sono in attesa di approvazione, mentre Padova e Roma stanno ancora finalizzando i propri contratti. Il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini, ha sottolineato che “le città sono ecosistemi complessi che influenzano e subiscono le dinamiche climatiche” e che il percorso verso la neutralità è impegnativo ma realizzabile. Collaborazione e innovazione per superare le barriere Superare le barriere normative e culturali è essenziale per il successo delle strategie climatiche. Gli ostacoli attuali includono la riqualificazione energetica degli edifici, la produzione locale di energie rinnovabili e l’elettrificazione dei trasporti. Per accelerare il processo di decarbonizzazione, è necessario rafforzare la collaborazione a livello politico e istituzionale, sia locale che europeo, coinvolgendo strutturalmente imprese e società civile. I Climate City Contract sono strumenti che coinvolgono una vasta gamma di stakeholder pubblici e privati, impegnati nel raggiungimento gli obiettivi concordati. L’esperienza delle nove città italiane, nelle quali le emissioni sono già diminuite in modo significativo rispetto al 2015, può essere replicata in altre aree urbane, contribuendo significativamente agli obiettivi nazionali ed europei di sostenibilità. Si dovrebbe in particolare partire dalle città che si trovano vicino ai Comuni capoluogo di Provincia, spesso molto inquinate. Il Quaderno dell’ASviS offre una panoramica molto interessante delle strategie climatiche delle città italiane coinvolte nella missione UE. Queste città stanno adottando misure concrete e innovative per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, dimostrando che, nonostante le sfide, il cambiamento è possibile. L’esperienza italiana rappresenta un modello replicabile che può ispirare altre città in Europa e nel mondo, accelerando la transizione verso un futuro sostenibile e resiliente. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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