Energia pulita: investire nelle economie emergenti può limitare il riscaldamento globale

Nonostante gli investimenti globali nell’energia pulita siano aumentati del 40% dal 2020, solo il 15% è destinato alle economie in via di sviluppo. Per contribuire a mantenere il riscaldamento globale entro i 1,5°C tali investimenti nelle economie emergenti dovrebbero aumentare di sei volte. I costi del capitale e i rischi legati ai Paesi sono i maggiori freni alla crescita dell’economia energetica. Servono leggi chiare, tecniche di project financing e misure specifiche

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Energia pulita: investire nelle economie emergenti può limitare il riscaldamento globale

Molte economie emergenti e in via di sviluppo, Emerging markets and developing economies (EMDEs) stanno perdendo investimenti in energia pulita a causa dell’elevato costo del capitale per i nuovi progetti, scoraggiando gli sviluppatori.
Lo dichiara il nuovo Rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia “Reducing the Cost of Capital. Strategies to unlock clean energy investment in emerging and developing economies”.

Ci sono enormi opportunità legate allo sviluppo energetico con tecnologie pulite delle economie emergenti e in via di sviluppo” ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol. “Ma i finanziamenti devono essere accessibili e occorre ridurne il rischio attraverso una regolamentazione chiara e tempestiva, che deve essere accompagnata da un aumento del sostegno tecnico-finanziario della comunità internazionale”.

Sebbene i flussi di capitale per progetti di energia pulita debbano aumentare drasticamente nei prossimi anni, quasi tutti gli investimenti richiesti, sottolinea il Rapporto, riguardano tecnologie mature e settori in cui esistono formule già collaudate per il successo. Solo il 5% del fabbisogno totale di investimenti in energia pulita fino al 2035 riguarderà settori che dipendono da tecnologie nascenti come l’idrogeno a basse emissioni, i combustibili a base di idrogeno o la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio.

Investire nelle economie emergenti può limitare il riscaldamento globale

Gli investimenti globali in energia pulita sono aumentati del 40% dal 2020, raggiungendo una stima di 1.800 miliardi di dollari nel 2023, ma quasi tutta la crescita è avvenuta nelle economie avanzate e in Cina. Al contrario, continua il Rapporto, le economie emergenti e in via di sviluppo, nonostante ospitino il 65% della popolazione mondiale e generino circa un terzo del prodotto interno lordo globale, rappresentano meno del 15% degli investimenti totali.

Per riuscire a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, gli investimenti in energia pulita in questi Paesi dovrebbero aumentare di sei volte, passando dagli attuali 270 miliardi di dollari a 1.600 miliardi di dollari entro il 2030.

Secondo il Rapporto sono necessari investimenti in una serie di settori diversi, ma ci sono tre aree strategiche su cui puntare:

  • progetti solari ed eolici su larga scala,
  • infrastrutture di reti elettriche,
  • progetti di edifici ed elettrodomestici più efficienti dal punto di vista energetico.

Le cause dei blocchi e come superare l’impasse

Alcune tecnologie di energia pulita come il solare fotovoltaico e l’eolico onshore sono già più economiche rispetto ai combustibili fossili in molte parti del mondo.

Il Rapporto evidenzia che nelle economie emergenti e in via di sviluppo il costo del capitale, definito come il rendimento finanziario atteso per giustificare un investimento, è più del doppio di quello delle economie avanzate. Lo Studio rileva che ridurre dell’1% il divario nel costo del capitale tra le economie emergenti e in via di sviluppo e le economie avanzate, potrebbe ridurre i costi di finanziamento per circa 150 miliardi di dollari all’anno.

Tra le cause principali di questo divario ci sono i rischi generali legati al Paese, i fattori macroeconomici, le normative di settore, l’affidabilità dei ricavi (che dipendono principalmente dalla capacità dell’acquirente di pagare in tempo) e la disponibilità di infrastrutture energetiche.

Per questo l’IEA suggerisce di intervenire su una serie di aspetti, capaci di colmare l’attuale divario e rendere le economie emergenti e in via di sviluppo più attraenti da parte degli investitori.

Quadri politici forti, con normative chiare e capaci di ridurre al minimo le incertezze sono la base da cui partire per favorire un aumento degli investimenti.

In Cile, codici edilizi rigorosi e standard minimi di prestazione energetica per gli elettrodomestici hanno creato una condizione favorevole all’aumento degli investimenti di settore.

I ritardi nel pagamento dell’energia acquistata dagli acquirenti, generalmente servizi pubblici statali, sono una preoccupazione costante per investitori e finanziatori. Una maggiore disponibilità di garanzie che coprano tali ritardi può aiutare a ridurre i rischi e sbloccare maggiori investimenti.

L’autorizzazione tempestiva e la costruzione delle reti aumenta la prevedibilità delle tempistiche dei progetti ed evita ritardi nella connessione. Coinvolgere il settore privato nella costruzione di infrastrutture energetiche assieme alla diffusione di tecniche di project financing può migliorare questo aspetto. Alcune tecnologie e settori emergenti richiedono sostegni su misura per affrontare rischi specifici, come la mancanza di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici o il rischio tecnologico associato a progetti di biocarburanti. Questi settori avranno bisogno di soluzioni mirate come crediti d’imposta, accompagnati da misure complementari come l’accesso dei consumatori a prestiti a basso costo per l’acquisto di veicoli elettrici e riforme dei prezzi che rendano l’elettricità competitiva con i carburanti per i trasporti.

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