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A cura di: Raffaella Capritti Img by Ministero dell’Ambiente Si è concluso – non senza qualche disordine da parte dei manifestanti in piazza – il G7 Ambiente, Energia e Clima di Torino, importante appuntamento che ha riunito i ministri dell’Ambiente dei paesi del G7 (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti). Il documento conclusivo, la Carta di Venaria, vuole rappresentare un punto fisso per il futuro dell’energia e della lotta al cambiamento climatico. E lo fa sancendo, prima di tutto, il progressivo abbandono dei combustibili fossili, a partire dal phase-out del carbone – tra il 2030 e il 2035, che conferma quanto deciso alla COP28 a Dubai “transition away from fossil fuels”. Rinnovabili, efficienza energetica e biodiversità Gli stati membri del G7 hanno concordato di chiudere le proprie centrali a carbone entro il 2035 o in una data compatibile con l’obiettivo di Parigi di mantenere l’aumento di temperatura entro 1,5°C. Inoltre, vi è un forte impegno per triplicare la capacità di produzione delle energie rinnovabili entro il 2030, come richiesto alla COP28, investendo sulla crescita della capacità di stoccaggio necessaria per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico. I paesi del G7 puntano, in particolare, a sestuplicare la capacità degli accumuli, raggiungendo 1.5 TW a livello globale entro il 2030. I ministri del G7 si sono poi impegnati a implementare il Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) prima della COP16, richiamandone gli obiettivi finanziari, anche se, secondo il WWF “per questi ultima manca ancora un impegno chiaro e quantificato dei Paesi G7“. In tema di biodiversità e tutela delle risorse naturali, è stata inoltre decisa l’istituzione della “Coalizione G7 sull’Acqua” che affronterà la crisi idrica globale e da cui dovranno emergere posizioni comuni da presentare a livello internazionale. L’associazione ambientalista, pur apprezzando l’impegno dei Ministri G7 verso l’uscita dal carbone entro la metà del prossimo decennio, sottolinea però che manca un piano preciso sull’eliminazione di gas e petrolio. Si parla di abbandonare il prima possibile le importazioni di gas russo. Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia ha dichiarato: “I molti e giusti richiami a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C vanno resi impegni concreti e fattivi, soprattutto servono tappe e scadenze precise”. Spazio anche al nucleare Dal vertice è emerso il ruolo chiave dell’energia nucleare di nuova generazione come soluzione a lungo termine per soddisfare le esigenze energetiche globali. È stato deciso di istituire un Gruppo di Lavoro sull’Energia da Fusione che, attraverso la condivisone e la cooperazione, avrà l’obiettivo di accelerare lo sviluppo degli impianti a fusione, grazie anche al sostegno di investimenti privati e pubblici. A questo proposito il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto ha commentato che sono stati tanti i temi approfonditi: “rinnovabili, efficienza energetica, uscita progressiva dai fossili, biodiversità, ma anche ricerca per il nucleare di nuova generazione, fusione, economia circolare, materie prime critiche, biocarburanti” Attenzione ai paesi in via di sviluppo La Carta di Venaria pone inoltre l’accento sulla responsabilità globale delle “economie forti” nel sostenere finanziariamente e tecnologicamente la transizione equa verso l’energia pulita dei paesi in via di sviluppo, in particolare quelli africani. Una delle novità principali è il “G7 Adaptation Accelerator Hub“, che ha l’obiettivo di attrarre finanziamenti pubblici e privati per aiutare i paesi più vulnerabili a trasformare i piani di adattamento in piani d’investimento attraverso azioni concrete. Sulla cooperazione con l’Africa, il Ministro Gilberto Pichetto ha sottolineato la necessità di “costruire, secondo lo spirito del Piano Mattei, partenariati di tipo non predatorio, sostenendo i più vulnerabili nell’adattamento agli effetti del cambiamento climatico e favorendo quell’accesso all’energia pulita e sostenibile che oggi è negato al 43% degli abitanti del continente“. Gli impegni per la decarbonizzazione riduzione del 75% al 2030 delle emissioni di gas metano dalle filiere dei carburanti fossili; decarbonizzazione degli impianti industriali e hard-to abate grazie al ricorso a tecnologie innovative tra cui CCS, l’idrogeno rinnovabile a basse emissioni e biometano; promuovere la sicurezza di approvvigionamento delle materie prime critiche attraverso l’attuazione del Piano previsto al G7 dello scorso anno. accelerare la decarbonizzazione del settore stradale. Il documento di sintesi del G7 Climate Energy Environment Ministerial (eng) Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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