Impianti fotovoltaici di grandi dimensioni come beni immobili, la sentenza della Cassazione 28/08/2024
Appalti servizi energetici, approvati i CAM EPC: come cambiano i requisiti ambientali minimi 04/09/2024
Rinnovabili, sistemi accumulo e stoccaggio: cosa prevede il Dl Coesione sull’energia green 02/08/2024
Interventi di adeguamento e gestione intelligente degli impianti nel rispetto della direttiva Case Green 03/09/2024
AirQ: la sfida di Airzone per portare aria pura tramite tutti gli impianti di climatizzazione 20/09/2024
Le soluzioni Indoor Climate di Wavin Italia nella riqualificazione di una palazzina storica 19/09/2024
Indice degli argomenti: Obiettivi e definizione del Bilancio di sostenibilità secondo l’Unione europea La direttiva NFRD Bilancio di sostenibilità: quando diventa obbligatorio e per chi A che punto è l’Italia in tema di sostenibilità aziendale? Crisi climatica ed emissioni di Co2 sono argomenti sempre più attuali, il mondo non può più prescindere dalla sostenibilità della produzione industriale, obiettivo da raggiungere con molteplici mezzi e strumenti. Uno di questi è proprio il bilancio di sostenibilità, un report nato in ambito europeo che presto diventerà obbligatorio anche per grandi imprese e pmi italiane. Si tratta di un bilancio in cui le grandi aziende “tirano le somme” dei progetti, dei risultati e degli investimenti mirati alla sostenibilità, alla lotta contro l’inquinamento e all’implementazione delle fonti di energia rinnovabile. Senza trascurare l’aspetto sociale ed economico: il bilancio di sostenibilità spesso contiene importanti informazioni sul numero di occupati, la loro età, etnia e sesso. Per il momento non è un adempimento obbligatorio per tutte le aziende ma sta pian piano diventando una pratica diffusa nelle realtà “virtuose” che vogliono dimostrare il proprio impegno verso le tematiche ambientali, attrarre investitori e sostenere l’eticità del proprio business. Così di anno in anno cresce il numero di bilanci di sostenibilità in Europa, anche se nel nostro Paese più a rilento che in altri. A che punto è l’Italia sul fronte del bilancio di sostenibilità, quali saranno le sfide per il futuro e a chi si estende l’obbligo nel 2026? Obiettivi e definizione del Bilancio di sostenibilità secondo l’Unione europea Per dare una definizione di bilancio di sostenibilità bisogna citare le parole della Commissione europea del 2001: “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. In altre parole il bilancio di sostenibilità è un report in cui un’impresa rende conto delle scelte, delle attività e dei risultati raggiunti in tema di sostenibilità in un determinato lasso temporale, generalmente l’anno solare. Ciò serve a spiegare alcune scelte strategiche, dimostrare il proprio impegno verso l’ambiente e far sì che l’opinione pubblica e possibili investitori abbiano una “fotografia” di una certa azienda o attività. Questo documento, almeno per il momento, non è obbligatorio ma meramente informativo degli obiettivi raggiunti sul rispetto dell’ambiente. Le informazioni al suo interno riguardano come sono state utilizzate le risorse naturali, l’impatto ambientale dell’attività svolta, come viene distribuita la ricchezza prodotta e informazioni importanti su occupazione, diritti dei lavoratori e parità di genere. Questo report è disciplinato a livello europeo, dapprima con una direttiva del 2019 e in un secondo momento con la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) del 21 aprile 2021. Così si è passati da un bilancio finanziario non obbligatorio ma consigliato per le grandi aziende di rilevanza nazionale all‘obbligatorietà per circa 50.000 imprese europee a partire dal 2026. L’effetto della direttiva è stato quello di spingere sempre più realtà imprenditoriali a pubblicare un report aggiornato di anno in anno nel quale dimostrare il proprio impegno verso l’ambiente. E le aziende ci guadagnano in termini di reputazione diventando più attrattive verso forme di finanziamento pubbliche e private. La direttiva NFRD Uno step fondamentale in tema di bilancio di sostenibilità è la direttiva NFRD (Non Financial Reporting Directive) adottata nel 2014 e recepita in Italia nel 2016 con il D.Lgs. n. 254/2016. Questa direttiva impone a circa 11.000 imprese europee di grandi dimensioni e interesse pubblico l’obbligo di redigere un report sulla sostenibilità dell’attività svolta nel corso dell’anno. La direttiva Ue ha avuto un effetto inaspettato: spingere molte più aziende di quelle obbligate ad elaborare il bilancio, chi per attirare investimenti chi per tirare le somme del proprio operato. Bilancio di sostenibilità: quando diventa obbligatorio e per chi Con la successiva direttiva Ue del 10 novembre 2022, detta CSRD, si cambia rotta: non si parla più di bilancio finanziario ma di bilancio di sostenibilità con nuovi soggetti tenuti alla rendicontazione annuale. Il bilancio di sostenibilità sarà un obbligo e non una facoltà: per tutte le grandi imprese europee (non necessariamente quotate in borsa) con almeno 250 dipendenti, un fatturato superiore a 50 milioni di euro e un attivo superiore a 43 milioni di euro; per le aziende quotate eccetto le microimprese, le imprese con meno di 10 dipendenti e fatturato inferiore a 2 milioni di euro. In considerazione delle difficoltà dovute al Covid-19, per le piccole e medie imprese l’obbligo scatterà dal 1° gennaio 2026 facendo passare la platea delle aziende interessate da 11.000 a 50.000. A che punto è l’Italia in tema di sostenibilità aziendale? Avere un’economia sostenibile è la più grande sfida dei nostri tempi, e l’Italia non fa eccezione. Per monitorare l’impegno delle imprese verso la sostenibilità e la conversione nelle fonti rinnovabili, ogni anno il Rapporto SDGs dell’Istat redige un report in cui tiene conto degli standard ambientali, sociali ed economici del nostro Paese. I dati non sono ottimistici. Nel 2019 si era registrato un trend positivo rispetto al decennio precedente mentre dal 2020 in poi si è registrata una contrazione dovuta al Covid-19: la necessità di fronteggiare la pandemia ha messo in secondo piano gli obiettivi di sostenibilità ambientale. Inoltre lo sviluppo sostenibile procede su due binari differenzianti: le regioni del nord Italia, soprattutto del nord est, sono più virtuose, quelle del sud e delle isole hanno dati decisamente peggiori. Le regioni in cui le grandi imprese prestano maggiore attenzione alla sostenibilità sono le province autonome di Trento e Bolzano, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria e Piemonte. Mentre sono in coda alla classifica Sicilia, Campania e Calabria. I dati Istat evidenziano i settori che in questi hanno si sono dimostrati più attivi nel redigere il report: fornitura di energia elettrica, gas, vapore, aria condizionata, acqua, industria estrattiva e gestione dei rifiuti. Un impegno ammirevole anche se le attività che emettono più Co2 sono altre: l’industria farmaceutica le industrie manifatturiere, trasporti e magazzinaggio allevamento, agricoltura, pesce e silvicoltura Un elemento positivo è che i settori più inquinanti sono anche quelli che negli ultimi anni stanno dimostrando l’impegno maggiore nella lotta all’inquinamento, specialmente l’industria manifatturiera e l’attività di fornitura di energia elettrica e gas. Detto ciò resta il grande tema dei bilanci di sostenibilità di grandi imprese e pmi che, rispetto al contesto europeo, sono poco diffusi nonostante la loro obbligatorietà si avvicini. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
16/09/2024 Giornata internazionale per la conservazione dello strato di ozono Il 16 settembre si celebra la Giornata internazionale per la protezione dello strato di ozono, ricordando ...
13/09/2024 Energia e rinnovabili, cosa emerge dal Rapporto Draghi sull'economia europea A cura di: Adele di Carlo Serve un’Europa più competitiva e con investimenti diversificati: i punti salienti del Report Draghi e cosa ...
12/09/2024 Relazione sull'Unione dell'energia 2024: progressi, sfide e obiettivi futuri dell'UE Unione dell'energia: I progressi e le sfide dell'UE nella transizione energetica sicura, accessibile e competitiva nel ...
10/09/2024 Dubai Green Spine: l’autostrada più ecologica al mondo A cura di: Tommaso Tautonico Dubai Green Spine: corridoio sostenibile di 64 km in cui sostenibilità, vivibilità e infrastrutture verdi ridefiniscono ...
07/09/2024 Giornata Internazionale dell'Aria Pulita per i Cieli Blu Il 7 settembre è la giornata Internazionale dell'Aria Pulita per i Cieli Blu: perché è importante ...
06/09/2024 LG inaugura un consorzio in Cina per la ricerca sulle pompe di calore LG lancia un nuovo consorzio in Cina per sviluppare soluzioni HVAC avanzate nelle zone climatiche fredde, ...
05/09/2024 Qualità dell'aria nelle città europee: quali sono le più pulite? A cura di: Federica Arcadio Il nuovo Rapporto EEA segnala quali sono le città europee con l'aria più pulita. Le politiche ...
04/09/2024 Cambiamento climatico e siccità: l'Italia è sempre più a rischio La siccità in Sicilia e Sardegna aumenta del 50% con il cambiamento climatico. Lo studio del ...
30/08/2024 Perché l'innalzamento del livello del mare è così importante per il nostro futuro? A cura di: Raffaella Capritti Cause, conseguenze e soluzioni dell'innalzamento del livello del mare, una minaccia crescente per il futuro del ...
27/08/2024 Siccità: l'acqua non sfruttata delle dighe Quasi il 14% dei 12 miliardi di metri cubi d’acqua presenti negli invasi non vengono sfruttati ...