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Indice degli argomenti: Perché si fanno le certificazioni energetiche Che differenza c’è tra regime stazionario e regime dinamico? Effettuare una certificazione energetica significa simulare il comportamento di un edificio attraverso un modello di calcolo. Esistono diversi modelli di calcolo, regolati da apposite norme e regolamenti regionali, ma tutti si basano su dati relativi all’edificio – precisamente rispetto le caratteristiche dell’involucro opaco, trasparente, degli impianti – e al contesto in cui si colloca. Per redigere una certificazione energetica esistono ormai diversi software che svolgono tutti i calcoli per arrivare alla simulazione del comportamento dell’edificio e il professionista che se ne occupa è generalmente un tecnico abilitato: il certificatore energetico. Perché si fanno le certificazioni energetiche L’obiettivo di redigere le certificazioni energetiche è quello di favorire un mercato orientato al risparmio energetico e all’efficienza, con maggior trasparenza e informazioni per l’utente finale. Proprio per questo l’APE – Attestato di Prestazione Energetica – è obbligatorio per le nuove costruzioni, locazioni e azioni di compravendita. Gli immobili più efficienti hanno un valore maggiore e tutti i soggetti coinvolti, dagli impresari ai proprietari degli immobili, hanno la possibilità di fare valutazioni più consapevoli. La normativa Il tema dell’allora Attestato di Certificazione Energetica venne introdotto dalla direttiva europea 2002/91/CE “Directive on the energy performance of buildings” avente obiettivi di riduzione del consumo energetico e delle emissioni di CO2. Già all’epoca, l’Unione Europea aveva previsto che ogni stato membro la recepisse, richiedendo l’attestato per le nuove costruzioni, gli affitti e le compravendite. Sono i decreti legislativi 192/2005 e 311/2006, in recepimento della citata direttiva del 2002, a introdurre in Italia la certificazione energetica. Nel 2010 in Europa vide luce la direttiva 2010/31/UE con l’obiettivo di orientare il mondo delle costruzioni verso un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e riportando per la prima volta l’acronimo nZEB. Ulteriori cambiamenti sono stati attuati in Italia con i decreti del 26 giugno 2015, di cui uno contiene le nuove linee guida per la redazione dell’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica. La più recente novità in materia si ritrova nella nuova EN ISO 52016, che sostituirà la EN ISO 13790 divenendo il riferimento per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici. Le attuali UNI TS 11300 impongono un metodo di calcolo in regime stazionario, mentre con la nuova ISO si introduce il metodo di calcolo dinamico orario, abbandonando quello stagionale. Il software EC700 di Edilclima per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici è conforme alle Specifiche Tecniche UNI/TS 11300 Che differenza c’è tra regime stazionario e regime dinamico? Negli ultimi anni si sono fatti diversi passi in avanti e la sensibilità al tema, sia dei ricercatori che degli operatori del settore, è aumentata. Oggi è possibile, grazie a strumenti informatici studiati ad hoc, effettuare delle valutazioni energetiche sia in regime stazionario o semi-stazionario, che dinamico. Ma che differenza c’è? In entrambe le simulazioni, i dati necessari alla loro realizzazione sono pressoché dello stesso tipo, la differenza principale consiste nell’arco temporale su cui si effettua la valutazione. Nel regime stazionario si fa una simulazione in un intervallo di tempo che coincide con le stagioni di riscaldamento. Le temperature, gli apporti interni, i consumi previsti sono quindi ridotti a valori medi e il calcolo viene semplificato. È chiaro che considerare valori climatici esterni medi e le condizioni interne e di funzionamento dell’impianto costanti, allontana la simulazione dalla realtà. Si discosta leggermente il modello di calcolo in regime semi-stazionario, che invece “ragiona” mensilmente, sommando poi i consumi mensili per avere quelli annui o stagionali. Effettuare una simulazione in regime dinamico, invece, permette una valutazione molto più precisa e realistica del comportamento di un edificio, in quanto sono adeguatamente considerati tutti i fattori variabili che incidono sul comportamento di un edificio e il bilancio energetico che ne consegue. Assumono rilevanza fattori come l’inerzia termica dell’involucro, gli apporti interni e il variare delle condizioni di utilizzo degli ambienti, gli apporti solari e il cambiamento delle condizioni climatiche esterne. Si pensi, ad esempio, alla differenza che può fare considerare una temperatura esterna giornaliera media, piuttosto che le diverse temperature registrate in uno specifico luogo nell’arco di una giornata, incluse le massime e le minime. L’intervallo di tempo delle simulazioni può essere più o meno breve e offrire immagini giornaliere del sistema edificio-impianto accurate e dettagliate. In sostanza si simulerà ogni ora il comportamento dell’edificio, per poi avere un bilancio globale. Regime stazionario o regime dinamico? Le simulazioni in entrambi i regimi permettono di ottenere una stima dei consumi energetici dell’edificio, chiaramente il regime dinamico con maggiori dati di input permette di ottenere risultati più completi e precisi. La scelta del modello di calcolo migliore dipende dalle esigenze e dagli obiettivi che abbiamo. È chiaro, però, che in questo momento l’elaborazione di una simulazione in regime dinamico richiede più tempo e capacità di utilizzo di specifici software. Quando verrà recepita la nuova ISO, molto probabilmente non ci sarà più la necessità di fare questo discorso in merito tempistiche e software, in quanto i professionisti avranno sicuramente modo di contare su adeguati strumenti. In ogni caso, oggi, se per una valutazione del consumo energetico annuale di un edificio, secondo gli obblighi normativi senza alcuna richiesta specifica aggiuntiva, è possibile scegliere liberamente tra il regime stazionario e quello dinamico, è diverso se si tratta di una diagnosi energetica, per cui non è sufficiente una stima stagionale. Poiché si vuole simulare un edificio esistente, il calcolo dinamico permette di considerare in modo realistico ogni fattore, tra cui ad esempio le abitudini degli occupati dell’edificio, che hanno modo – e quasi sempre avviene – di interferire ad esempio sul funzionamento degli impianti e i settaggi ottimali considerati in fase di progettazione. Il più classico degli esempi è il cambiamento della temperatura settata in un ambiente, alzata rispetto allo standard dei 20/21 °C. Lo stesso si può dire per gli edifici a energia quasi zero, per cui è determinante un calcolo accurato di tutti i consumi energetici previsti per una progettazione più accurata. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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