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Indice degli argomenti Parco agrisolare: cosa prevede il decretoParco Agrisolare: risorse e destinatariGli incentivi premiano anche storage, ricarica elettrica e bonifiche da amianto Il decreto sul “Parco agrisolare” c’è. Esso permetterà di sostenere gli investimenti delle imprese che vorranno adottare sistemi fotovoltaici in agricoltura, sui tetti dei fabbricati agricoli. Ora, però, si attende il vaglio dell’UE: il testo del decreto è stato trasmesso alla Commissione europea per la relativa autorizzazione “a cui seguirà la pubblicazione del bando”, fa sapere lo stesso dicastero. Come disposto dal Piano nazionale ripresa e resilienza, ci sono 1,5 miliardi di euro previsti per incentivare interventi di questo tipo, che potrebbero contribuire alla transizione energetica in Italia e a soddisfare in parte i consumi nel settore agricolo. Come mette in luce lo stesso testo del PNRR, i costi energetici totali rappresentano oltre il 20% dei costi variabili per le aziende agricole. Non solo: l’Italia è il terzo Paese UE (dopo Francia e Germania) tra quelli con il più alto consumo diretto di energia nella produzione alimentare. La misura contenuta nel decreto intende favorire interventi per l’autosufficienza energetica del settore agricolo e agroalimentare. Lo riporta il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, segnalando che già lo scorso dicembre è stato emanato un primo bando attraverso il quale sono state assegnate risorse pari a circa 500 milioni di euro a più di settemila imprese beneficiarie. Oltre al fotovoltaico e all’accumulo, il decreto intende favorire la riqualificazione dei tetti, specie nel caso di presenza di amianto, migliorando anche l’impatto ambientale delle strutture agricole. Parco agrisolare: cosa prevede il decreto Il decreto “Parco Agrisolare” inviato a Bruxelles intende creare le condizioni per incentivare interventi per realizzare impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, da finanziare nell’ambito del PNRR con un contributo a fondo perduto. Il documento, al vaglio ora dell’UE, specifica che per le aziende agricole di produzione primaria, “gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l’obiettivo è quello di soddisfare il proprio autoconsumo, ovvero l’autoconsumo condiviso nel caso in cui le stesse aziende siano costituite in forma aggregata”. L’obiettivo del progetto su cui si incardina il decreto è di incentivare l’installazione di pannelli solari su di una superficie complessiva senza consumo di suolo pari a 4,3 milioni di metri quadri, con una potenza installata di circa 0,43 GW. I progetti, che saranno selezionati e finanziati, dovranno prevedere l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei beneficiari, comprese le attività di agriturismo. Unitamente a tale attività, possono essere eseguiti uno o più dei seguenti interventi di riqualificazione rimozione e smaltimento dell’amianto, alla realizzazione dell’isolamento termico dei tetti e anche a sistemi di aerazione connesso alla sostituzione del tetto. In quest’ultimo caso, esso dovrà essere realizzato mediante tetto ventilato e camini di evacuazione dell’aria, in modo da migliorare il benessere animale. Parco Agrisolare: risorse e destinatari Per incentivare il parco agrisolare italiano sono stati previsti 1,5 miliardi di euro a valere sui fondi del PNRR. Detto che sono state assegnate risorse per circa 500 milioni a più di 7mila aziende, con questo nuovo decreto vengono programmate le residue risorse della misura ‘Parco Agrisolare’ per un importo di circa un miliardo di euro. In particolare, riporta il MASAF: “a favore delle imprese della produzione agricola sono attribuiti circa 775 milioni di euro, ripartiti tra contributi a fondo perduto pari all’80% con vincolo di autoconsumo (anche condiviso) per quasi 700 milioni di euro e contributi a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo per 75 milioni di euro. Inoltre, sono assegnati 150 milioni di euro a favore delle imprese della trasformazione agricola (con contributo a fondo perduto fino all’80% senza vincolo di autoconsumo) e 75 milioni di euro a favore delle imprese dell’agroindustria (con contributo a fondo perduto pari al 30% senza vincolo di autoconsumo).” L’autoconsumo condiviso è una opportunità considerata nel testo del decreto, aperta a gruppi di imprese. Gli impianti fotovoltaici potranno avere una potenza massima di 1 MW. Soggetto attuatore dell’intera misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il GSE. Chi sono i destinatari e beneficiari di questo piano incentivante? Gli imprenditori agricoli, innanzitutto, sia in forma individuale che societaria; le imprese agroindustriali; le cooperative agricole. Gli incentivi premiano anche storage, ricarica elettrica e bonifiche da amianto Il testo del decreto sul “Parco Agrisolare” elenca gli interventi ammissibili all’agevolazione, da realizzare sui tetti e sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale, devono prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici, con potenza di picco non inferiore a 6 kilowatt picco e non superiore a 1000 kWp. Tra le spese ammesse ci sono, oltre alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico, anche tutte le componenti necessarie, compresi moduli fotovoltaici, inverter, software di gestione. Sono previsti anche i sistemi di accumulo, i costi di connessione alla rete. Quanto viene considerato come massimale di spesa? Fino a 1.500 euro per kilowatt picco per installare i pannelli fotovoltaici, e altri 1000 euro/kWh laddove vengano installati anche sistemi di energy storage. In ogni caso, la spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo non può eccedere i 100mila euro. Non solo: qualora vengano installati dispositivi di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile e per le macchine agricole, potrà essere riconosciuta, in aggiunta ai massimali su indicati, una spesa fino ad un limite massimo ammissibile pari a 30mila euro. E’ considerato un limite massimo ammissibile di euro 700 euro/kWp per gli stanziamenti previsti per interventi finalizzati a rimuovere e smaltire amianto, oltre che per interventi di realizzazione o miglioramento dell’isolamento termico e della coibentazione dei tetti, o di realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto, utili alla demolizione e ricostruzione delle coperture e fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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