Idrogeno: da H2IT un bilancio del 2023 e le prospettive 2024

L’Assemblea generale H2IT è stata l’occasione per fare il punto sulla filiera dell’idrogeno in Europa e in Italia, tra investimenti, criticità e scenari futuri.

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Idrogeno: da H2IT un bilancio del 2023 e le prospettive 2024

Il 2023 è stato un anno di svolta per la filiera dell’idrogeno. L’Europa lo ha messo al centro delle sue strategie per la transizione energetica, tanto che durante la Hydrogen Week a Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato l’allocazione di 2,2 miliardi di euro per una seconda asta della Banca europea dell’idrogeno.

Gli Stati Membri hanno l’obbligo di sviluppare Piani Strategici Nazionali Idrogeno e, secondo un monitoraggio di Hydrogen Europe, sono 924 i progetti di produzione di idrogeno pulito in Europa, anche se la maggior parte (82%) è ancora in fase iniziale. Quindi, da un lato, emerge l’enorme potenziale di un settore che risulta essere promettente per i prossimi mesi. Dall’altro lato, risulta importante accelerare e rendere concreta la transizione energetica. Queste tenenze sono state analizzate, presso la sede di Assolombarda a Milano, in occasione dell’Assemblea Generale di H2IT – Associazione Italiana Idrogeno, per fare il punto sui progressi della filiera e analizzare le prospettive future.

Idrogeno in Italia, a che punto siamo

Per la prima volta anche una figura istituzionale ha partecipato all’assemblea di H2IT, nella persona di Fabio Scoccimarro, Assessore alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Friuli-Venezia Giulia, la regione italiana che più di tutte ha puntato sul vettore idrogeno.

Idrogeno in Italia, a che punto siamo

La filiera dell’idrogeno nel nostro Paese ha ricevuto un forte impulso dal PNRR, che ha destinato 3,64 miliardi di euro per il suo sviluppo. Di questi, 450 milioni sono stato stanziati per realizzare 54 Hydrogen Valleys in tutto lo Stivale. 1 miliardo servirà a introdurre l’idrogeno nei settori Hard-to-abate per la decarbonizzazione dei processi industriali; 250 milioni andranno per sviluppare stazioni di rifornimento stradale e 200 milioni per la produzione industriale di elettrolizzatori e relativa componentistica.

Inoltre il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) che stabilisce obiettivi per l’idrogeno allineati alla Direttiva Rinnovabili 3 (RED III)  europea. Infine, in una revisione del PNRR che includeva il capitolo Repower EU, è stata sottolineata l’importanza strategica dell’idrogeno nel contesto energetico nazionale ed europeo.

Le prospettive per il futuro

Come ha sottolineato Alberto Dossi, Presidente H2IT, per una crescita futura servirebbe una strategia nazionale e un ecosistema collaborativo tra industria, ricerca, politica e territori, con l’obiettivo di lavorare insieme per un futuro più pulito e sostenibile. Collaborazione, condivisione di know how, partnership e investimenti faranno la differenza per l’Italia, Paese dove l’attenzione a questi temi è comunque cresciuta molto nel 2023. Basti pensare che l’associazione H2IT chiude l’anno con 147 membri (tre anni fa erano poco più di 40). Tra le iniziative che hanno contribuito a tenere alta l’attenzione su prospettive e incentivi, nel corso dell’anno appena trascorso, si possono citare il primo Italian Hydrogen Summit nel maggio 2023 a cui ha fatto seguito la pubblicazione di un report che analizzava casi reali in Italia, gap di costi e limiti di fattibilità dei progetti, proponendo strategie per superare le barriere economiche che attualmente rallentano l’adozione dell’idrogeno.

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