In aumento nel 2022 il numero di persone che non hanno accesso all’elettricità. Non succedeva da decenni

La pandemia, l’inflazione e la crisi energetica hanno frenato i progressi globali nell’accesso universale all’elettricità, che deve essere una priorità assoluta della COP27. In particolare nei Paesi in via di sviluppo nel 2022 sono aumentate, per la prima volta dopo molto tempo, le popolazioni prive di accesso all’elettricità.

In aumento nel 2022 il numero di persone che non hanno accesso all'elettricità.

La crisi energetica globale, che peserà molto sui negoziati della Conferenza sui cambiamenti climatici COP27, in corso in questi giorni in Egitto, sta anche minando gli sforzi per garantire l’accesso universale a un’energia sicura e a prezzi accessibili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove le popolazioni prive di accesso all’elettricità, dopo molti anni, stanno nuovamente aumentando.

Secondo gli ultimi dati dell’International Energy Agency, il numero di persone nel mondo che vivono senza elettricità è destinato ad aumentare di circa 20 milioni nel 2022, raggiungendo quasi 775 milioni, si tratta del primo aumento di questa portata da quando l’IEA ha iniziato a monitorare i dati 20 anni fa. Un problema che interessa in particolare l’Africa subsahariana, dove il numero di persone senza accesso all’elettricità è quasi tornato al picco del 2013.

Persone nel mondo senza accesso all'elettricità nel periodo 2012-2022

L’aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari sta colpendo in modo sproporzionato le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, meno attrezzati per far fronte a queste emergenze. Oltre al numero crescente di persone senza energia affidabile e a prezzi accessibili, stanno purtroppo aumentando le persone che patiscono la fame cronica, invertendo i progressi compiuti in diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

In alcuni Paesi la situazione già critica è destinata a peggiorare, si prevede che i maggior incrementi saranno nella Repubblica Democratica del Congo e in Madagascar. In alti Stati sono attesi progressi, ma a un ritmo lentissimo. Per esempio  in Africa subsahariana, i progressi in Mozambico, Senegal e Kenya sono destinati a rallentare, ma non a fermarsi, mentre in Etiopia la crescita della popolazione sta ancora una volta superando i nuovi allacciamenti alla rete, con una netta inversione di tendenza rispetto ai rapidi progressi registrati prima della pandemia.

La situazione non è particolarmente positiva neanche per quanto riguarda le soluzioni di accesso off-grid, a causa in particolare dell’inflazione che ha provocato aumenti  nei prezzi dei componenti chiave utilizzati per la produzione di moduli fotovoltaici, batterie e inverter, aggravati inoltre dal deprezzamento delle valute locali rispetto al dollaro.

Il costo delle mini-grid solari e ibride è aumentato di almeno il 20% nel 2022 rispetto ai livelli pre-pandemia; il prezzo medio di mercato di un nuovo sistema solare domestico è aumentato di circa il 30% dal 2020.

Nel 2021 le vendite di grandi impianti solari sono state inferiori di quasi un terzo rispetto al picco del 2019, con i maggiori cali registrati in Africa orientale e il forte rischio di fallimento per molte aziende.

Tutti questi elementi non fanno che accumulare ulteriore ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di accesso universale entro il 2030, canonizzati nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 delle Nazioni Unite. Con le politiche attuali, il World Energy Outlook 2022 prevede che nel 2030 660 milioni di persone non avranno ancora accesso all’elettricità, di cui l’85% nell’Africa subsahariana.

Secondo le stime dell’IEA, per raggiungere l’accesso universale all’elettricità entro il 2030 sarebbero necessari investimenti annuali di 30 miliardi di dollari da oggi al 2030, di cui circa due terzi nell’Africa subsahariana. Come evidenziato nell’Africa Energy Outlook 2022, il sostegno internazionale è essenziale per catalizzare gli investimenti, soprattutto nelle difficili condizioni finanziarie attuali. Raggiungere questo livello è ampiamente alla portata della comunità internazionale e deve essere un obiettivo costante per le banche di sviluppo.

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