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Ecomondo, i dati più importanti presentati alla fiera della transizione green

Dal consumo di suolo all’importanza dei lavori green, fino al legno come arma per la decarbonizzazione. Nella 4 giorni di Ecomondo, che ha registrato nuovi record, l’ambiente è stato perennemente in primo piano, offrendo una panoramica completa sulle ultime tendenze e sfide nel campo della sostenibilità a livello internazionale.

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Ecomondo, i dati più importanti presentati alla fiera della transizione green

Un ennesimo successo per Ecomondo, l’evento internazionale dedicato alla green e circular economy organizzato da Italian Exhibition Group e tenutosi alla Fiera di Rimini: +5% le presenze totali, 1.620 brand, 166.000 metri quadri di esposizione. Dalla bioedilizia e professionalità green alla transizione energetica, ecco i temi più importanti emersi  dall’evento.

Il potenziale dei “gemelli digitali”, come possono essere utilizzati per l’ambiente

Le tecnologie digitali stanno emergendo come strumenti con un ampio potenziale in vari settori dello sviluppo sociale ed economico, inclusi la sostenibilità e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Durante il workshop Digital Twin e Earth Observation, il professor Fabio Fava, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, ha illustrato come i digital twin, modelli virtuali che riproducono oggetti o fenomeni fisici, possano essere una risorsa cruciale nella gestione delle emergenze climatiche e nello sviluppo sostenibile.

workshop Digital Twin e Earth Observation durante Ecomondo 2024

I digital twin, infatti, sono modelli digitali che permettono di visualizzare repliche virtuali di entità fisiche attraverso simulazioni dinamiche e interattive di sistemi complessi. Questo approccio ha ampie applicazioni, dalla progettazione di infrastrutture urbane alla pianificazione della città, fino all’ottimizzazione delle risorse energetiche.

“Le tecnologie digitali – ha affermato Fava – sono strumenti strategici e imprescindibili per affrontare molteplici aspetti legati alla sostenibilità. Dati satellitari, monitoraggio in tempo reale e analisi predittive sono fondamentali per rendere le città più efficienti, resilienti e sostenibili, permettendo una gestione ottimale delle emergenze ambientali”.

Come conciliare transizione sostenibile e competitività

L’ESG CEO Summit di Ecomondo ha affrontato uno dei temi più discussi: come bilanciare la transizione sostenibile con la competitività delle imprese europee.

Secondo sondaggi e previsioni, l’ambiente sarà al centro delle priorità strategiche future, sia per la società che per le imprese a livello globale. Un dato significativo è quello relativo alle spese per il ripristino dei danni ambientali, che ammontano a circa 50 miliardi di euro all’anno e potrebbero raggiungere 1 trilione di euro entro la fine del secolo, senza un cambiamento delle politiche attuali.

“Lo sviluppo non sostenibile è un lusso che non possiamo permetterci”, ha dichiarato Carlo Cici, Partner e Responsabile della pratica di Sostenibilità di The European House-Ambrosetti, sottolineando che “il tema non è tanto la direzione dello sviluppo futuro, quanto la velocità con cui sapremo realizzarlo, e la finanza guiderà e stimolerà le imprese in questa transizione”.

La regolamentazione da sola non è sufficiente per accelerare il processo; è necessario completare il quadro complessivo, semplificare l’accesso alla finanza sostenibile per le PMI, investire in ricerca e sviluppo, definire piani strategici di settore e potenziare le competenze ESG.

Stati Generali del suolo, il 60-70% dei suoli è soggetto a processi di degrado

A Ecomondo si è tenuta anche la terza edizione degli Stati Generali della Salute del Suolo, che ha affrontato le sfide cruciali per la tutela del suolo in Europa.

Secondo l’Osservatorio europeo per il suolo, il 60-70% dei suoli dell’UE è attualmente soggetto a degrado, con una perdita annuale di 7,5 milioni di tonnellate di CO2 dai terreni agricoli. Un’attenzione particolare è stata riservata agli ecosistemi mediterranei, che stanno subendo un riscaldamento superiore del 20% rispetto alla media globale.

Massimiliano Conti, rappresentante del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha sottolineato: “Il suolo è una risorsa vitale, limitata, non rinnovabile né sostituibile. La sua salute è fondamentale per la qualità dell’ambiente, la salute pubblica e lo sviluppo economico. Un suolo degradato rappresenta una criticità complessa e difficile da risolvere, motivo per cui è uno dei temi centrali della COP29, in corso a Baku”.

Conti ha anche spiegato come, a partire da luglio 2023, la Commissione europea abbia avviato un processo negoziale per la Soil Monitoring Law. “Come ministero, siamo attivamente coinvolti in questo percorso, con l’obiettivo di garantire un monitoraggio scientificamente valido, pianificare interventi di gestione sostenibile e bonifica dei siti contaminati e consolidare una gestione duratura e sostenibile del suolo”, ha concluso.

Filiera dell’acqua sempre più presente

L’acqua è stata al centro di due importanti eventi a Ecomondo, che hanno messo in luce le sfide e le opportunità per il settore idrico.

La Blue Economy, ovvero l’insieme di settori economici legati agli oceani, ai mari e alle coste, genera a livello europeo circa 665 miliardi di euro di fatturato e quasi 4,5 milioni di posti di lavoro. Ma anche l’acqua dolce non è da meno; in particolare, nel contesto mediterraneo, l’Italia si conferma un attore chiave nella filiera dell’acqua, con un valore aggiunto di 328,1 miliardi di dollari nel 2022, il più alto dell’intera area. Dati che emergono da uno studio condotto da Acquedotto Pugliese, presentato durante la 27ª edizione di Ecomondo. Oltre a occupare il secondo posto in termini di fatturato con 24,1 miliardi di dollari, subito dopo la Francia con 91,7 miliardi, l’Italia sta anche assistendo a una crescita degli investimenti nel ciclo idrico integrato.

Complessivamente, ha spiegato Benedetta Brioschi, partner di TEHA (The European House – Ambrosetti) e responsabile della Community “Valore Acqua per l’Italia”, “nell’area del Mediterraneo circa duemila miliardi di dollari, pari a un settimo del PIL, dipendono direttamente dall’acqua”.

Per il ministro Valditara la transizione green ha bisogno di professionisti

Nelle ultime giornate della fiera anche le istituzioni sono intervenute. Come il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha affrontato il tema delle competenze professionali necessarie per affrontare le sfide della transizione ecologica.

Secondo i dati di Unioncamere, nei prossimi cinque anni saranno richiesti 3,9 milioni di nuovi lavoratori green, ma il 52,6% delle aziende fatica a trovare candidati qualificati. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sottolineato questo problema, davanti a una platea che includeva anche circa cento studenti, esprimendo preoccupazione per il mismatch tra domanda e offerta nel settore green.

“Il tema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro anche nel settore green è drammatico, come ha calcolato Unioncamere – spiega Valditara – al 2027 il 47% delle richieste di queste professioni verrà disatteso, perché la scuola non è in grado di offrire profili corrispondenti. Partendo da questa riflessione abbiamo varato la riforma del “4+2″, che risponde anche ad una richiesta forte da parte delle famiglie, ed è un modello innovativo, che potenzia l’alternanza scuola-lavoro e la capacità di innovazione da parte delle scuole. Nella società del futuro ci sarà sempre più contaminazione nel rapporto tra formazione e impresa, che rappresenta un grande arricchimento e che farà comprendere sempre più ai ragazzi il valore del lavoro”.

Il legno come risorsa strategica per la decarbonizzazione

Infine, nell’ultimo giorno spazio anche all’edilizia. Il convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, Confagricoltura, Fondazione AlberItalia e Cluster Italia Foresta Legno ha approfondito il ruolo strategico del legno e dei biomateriali nel settore edilizio, come strumenti fondamentali per combattere il cambiamento climatico. Durante l’evento, è stato sottolineato che l’uso di questi materiali offre numerosi vantaggi, tra cui la sostituzione di prodotti derivanti da fonti fossili, il recupero di materiali biologici di scarto, migliori prestazioni energetiche e il potenziale di stoccaggio del carbonio nel tempo.

“La crescita del patrimonio boschivo italiano, passato da 5 a 12 milioni di ettari negli ultimi anni, rappresenta una risorsa strategica per l’impresa forestale e la bioedilizia. Tuttavia, c’è bisogno di una maggiore valorizzazione e gestione di questo patrimonio “, ha dichiarato Enrico Allasia, Presidente di Confagricoltura Piemonte.

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