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Brandoni Solare, azienda che fa parte del gruppo Brandoni, specializzato nella produzione di radiatori d’arredo, nasce nel 2007 a Castelfidardo, nelle Marche, come produttrice di moduli fotovoltaici in silicio cristallino di ultima generazione. La linea di produzione Brandoni, tra le poche in Europa, si caratterizza per l’assemblaggio automatico dei moduli. Grazie a questo e a una continua propensione a investimenti in ricerca, sviluppo e qualità di un prodotto 100% made in Italy, Brandoni dal 2007 ad oggi ha continuato a crescere arrivando oggi a impiegare circa 60 persone nel suo organico. In occasione dell’Enersolar abbiamo incontrato il Cav. Luciano Brandoni Presidente dell’azienda. Uomo simpatico e loquace, imprenditore illuminato e appassionato, ci ha raccontato presente e futuro dell’azienda, del settore e del mercato, evidenziando l’importanza di un cambiamento di atteggiamento da parte di tutti, a partire dai più giovani, perché il risparmio energetico diventi una consuetudine che ci permetta di salvare il pianeta. Come avete reagito alla difficile situazione congiunturale? La crisi del settore dell’edilizia c’è, è inutile nasconderlo. Finché non capiremo che il rilancio dell’edilizia in Italia passa attraverso la riqualificazione delle abitazioni di tutto il patrimonio immobiliare esistente, probabilmente non ripartiremo. Sbagliamo tutto se ancora aspettiamo che i Comuni, le Province o le Regioni ci diano concessioni per costruire nuovi appartamenti, non serve a nessuno concentrarsi su nuove costruzioni. Probabilmente l’unico modo intelligente per fare edilizia in Italia nel prossimo futuro è capire che tutto passa attraverso la ristrutturazione vera e propria. E per quanto riguarda le fonti rinnovabili? Per quanto riguarda l’energia è un momento un po’ diverso. E’ innanzi tutto necessario che venga tutelato il diritto. Mi spiego, a Roma abbiamo visto che veniva esposto il marchio EU anche da chi non è certamente europeo. Se è così e lo Stato non fa niente, io sono pronto a cancellare tutte le mie certificazioni e ad andare all’estero. Non è etico né leale verso i concorrenti. Non è possibile sopravvivere con società che fanno dumping e che quindi vendono sul nostro mercato ad un prezzo assolutamente inferiore a quello italiano ed europeo. Però a guardare la solidità della sua azienda si direbbe che il Made in Italy paghi ancora Certo, grazie alla creatività e alla qualità italiana, che è un nostro punto fermo, in questi anni siamo cresciuti molto. Non nascondo che questo aspetto sta continuando a darci una spinta non indifferente. La qualità ha continuato a pagare anche in questi anni difficili e credo che, soprattutto in futuro, pagheranno quelle innovazioni che saremo in grado di proporre sul mercato. Non dimentichiamo che negli ultimi anni hanno chiuso molte delle imprese che “incollavano le etichette made in EU” pur importando i materiali dall’estero. In che modo si può continuare a innovare? Noi imprenditori non possiamo pensare che proposto un prodotto sia quello per l’infinito, non possiamo smettere di investire in innovazione. Ovvio che per investire dobbiamo guadagnare. Noi abbiamo fatto un investimento di 30 milioni e non abbiamo preso niente dallo Stato, dalla Regione. Quindi perché gli investimenti continuino ad essere fatti nella nostra azienda dobbiamo guadagnare. Guardi che non sarebbe difficile raggiungere i prezzi di qualche competitore asiatico: basterebbe usare materiale scadente, fare dumping. Il Governo italiano purtroppo non è stato molto attento a questi aspetti. Vedremo cosa faranno Passera e Clini, nuovi Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. A questo proposito cosa si augura che faccia il nuovo Governo per le rinnovabili? Io, contro i miei interessi, spero che si passi a una tariffa omnicomprensiva, non ci si può basare troppo sui contributi pubblici. Vogliamo lavorare con certezza: se dobbiamo investire è necessario avere delle sicurezze di ritorno non a un anno: il nostro conto energia arriva fino al 2012. Non si conoscono le quote del 2013: come si può pensare che io investa milioni di euro senza certezza? Ormai si guadagnano percentuali piccole, è necessario poter programmare gli investimenti. Mi parli del nuovo modulo fotovoltaico colorato Non è un prodotto del tutto nuovo, è un’applicazione nuova, frutto dell’ingegno creativo, della ricerca e dello studio del comparto interno di Ricerca e Sviluppo. Per andare incontro alle esigenze di applicazione e integrazione architettonica, soprattutto nei progetti in cui altrimenti l’inserimento di componenti fotovoltaici non sarebbe permesso, abbiamo realizzato questo innovativo pannello colorato su misura. Il processo di produzione altamente tecnologico ha permesso la realizzazione di un modulo estremamente efficiente: il nuovo modulo policristallino, costituito da 60 celle 156X156mm a 3 busbar, vanta infatti una potenza di 225W. La caratteristica che possiamo fornire in più ai nostri clienti è una cornice dello stesso colore delle celle del modulo e su richiesta kit di fissaggio ugualmente colorati. La linea di produzione è sempre automatica? La linea di produzione dello stabilimento produttivo di Castelfidardo assembla il modulo fotovoltaico in maniera totalmente automatizzata: tutte le fasi produttive sono attentamente controllate da opportuni test che ne controllano l’esatta esecuzione. Come per il modulo fotovoltaico standard, anche per quello colorato l’intera produzione avviene senza che l’operatore venga mai a contatto con le celle del modulo, condizione essenziale che permette di non inficiare l’integrità della cella e del modulo stesso. Questa caratteristica non è da sottovalutare, molti produttori asiatici pubblicizzano visivamente i propri operatori che tengono in mano le celle o le lavorano, vi assicuro che non è un aspetto da pubblicizzare anzi documentano come le celle vengano contaminate. Si tratta di un prodotto particolarmente indicato per il restauro? Sì ma non solo, è prevista una rosa di 4 colori. Il modulo con celle rosso mattone, presentato in occasione di Enersolar+, si integra perfettamente con la superficie del più comune tetto a coppi che si trova spesso in edilizia residenziale. Per completare l’installazione nel modo più uniforme possibile, il modulo può essere fornito con kit di fissaggio dello stesso colore. E’ un prodotto su cui contiamo molto. Per il futuro non puntiamo molto sui grandi impianti, anche se abbiamo vissuto di grandi impianti e continuano ad essere importanti, ma crediamo molto nella possibilità di fare “energia diffusa”. E’ un concetto impopolare perché l’energia diffusa non crea un centro di potere ma a mio avviso è quella che porterà maggior sviluppo in Italia nei prossimi 5 anni. Si tratta di un’alternativa importante che può essere facilmente recepita dai giovani. In che modo? L’energia parla un linguaggio giovane. La salvaguardia e la tutela dell’ambiente sono un dovere per tutti. I ragazzi devono prima di tutto capire che la maggior produzione di energia non deriva dal pannello fotovoltaico né dall’eolico ma dal risparmio e dall’adeguamento nelle case che andranno a fare. Oggi 3kw dovrebbero avanzare in tutte le case, gli appartamenti dovrebbero andare a 1 solo kw, basterebbe usare piccoli accorgimenti: spegnere la luce quando non serve, utilizzare gli elettrodomestici di notte piuttosto che di giorno, evitare di usare litri d’acqua inutilmente. Bisogna fare cultura tra i giovanissimi per cambiare il paese: pensi a quanto si riuscirebbe a risparmiare nei comuni utilizzando per esempio lampade a risparmio energetico invece dei lampioni. Inoltre bisognerebbe spingere molto di più l’energia termica, è una risorsa estremamente sottovalutata ed accessibile a tutti senza grandi investimenti. E perché non lo si fa? Non c’è abbastanza interesse. Noi produciamo anche pannelli solari termici, un impianto termico si può ripagare in 2-3 anni e poi consente di avere acqua calda gratis. C’è una mancanza di comunicazione ma anche di responsabilità sociale: non arriva il messaggio che si tratta di una scelta prima di tutto etica ed anche economicamente molto vantaggiosa. E non è che non si possa fare, basta andare in paesi come Grecia e Turchia per vedere che dappertutto ci sono pannelli termici. E’ realizzabile e permetterebbe di risparmiare fino all’80%. Non è logico, noi operatori lo sappiamo ma non siamo supportati dai nostri politici. Visto che è così attento al mondo dei giovani mi interessa sapere se investe in formazione Anche troppo, facciamo di tutto e di più. Incominciamo istruendo i ragazzi nelle scuole, partendo dagli asili. Facciamo formazione per l’energia ma anche per la guida sicura. Il campione europeo Leo Isolani annualmente organizza nel piazzale del nostro stabilimento lezioni di guida sicura ai ragazzi che possono ottenere il patentino per il ciclomotore. Un’iniziativa accolta ogni anno con entusiasmo da tutti i giovanissimi. Facciamo formazione nelle scuole e non solo nel nostro territorio. Lo scorso 25 e 26 novembre abbiamo avuto le porte aperte in azienda: abbiamo accolto i ragazzi delle scuole, in occasione dell’evento Industriamoci organizzato da Confindustria, di cui sono un esponente a livello nazionale. E’ una bella iniziativa che permette di far conoscere da vicino l’azienda. Portiamo i ragazzi a vedere la linea di produzione dei pannelli fotovoltaici e quella dei radiatori di arredo. Facciamo inoltre formazione e aggiornamento continui al personale dei diversi settori, ai ragazzi laureandi: vengono da noi molti ragazzi per periodi di stage. Facciamo parte anche dell’Istao, l’istituto di formazione, una delle più antiche scuole manageriali operanti in Italia. Quanto è importante l’estero per Brandoni? Parlando per settori, per i radiatori il 50% è mercato estero, il fotovoltaico per il momento coinvolge percentuali minori. Però dobbiamo capire che l’estero e il mondo si stanno muovendo rapidamente. Nel fotovoltaico e nelle rinnovabili stiamo vivendo quella che Rifkin chiama la “terza rivoluzione industriale” che sancisce la fine dei combustibili fossili. Non è più vero che le regole le dettano le grandi multinazionali, le dettano anche i personaggi che fanno 3 kw sopra il loro tetto. Stiamo parlando di una rivoluzione concettuale dell’energia diffusa. Dobbiamo tutti capire che quello che è stato fatto fino ad oggi non si farà più: non è vero che finita la crisi ricominceremo a fare come prima, in realtà cambierà tutto. Bisognerà essere più attenti e mirati su ciò che si vuole fare. Quanto investe in ricerca e innovazione? In ricerca e innovazione a livello di bilancio non investiamo molto, a livello operativo tanto. Spesiamo l’innovazione all’interno del bilancio stesso. Non smettiamo mai di fare ricerca: stiamo per depositare una serie di brevetti, continueremo a lavorare sul pannello che possa essere integrato o meno, che possa essere strutturale, verticalizzato per le pareti. Per farvi capire noi in questo momento con i pannelli fotovoltaici siamo al livello dei primi cellulari che pesavano 5 chili e si tenevano a tracolla. Arriveremo nel giro di pochi anni ai moderni cellulari anche nel fotovoltaico. Noi siamo già pronti, perché all’interno di Brandoni Solare la parola d’ordine è innovare per crescere. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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