La scuola in terra cruda di Nanterre



Un nuovo complesso scolastico non distante da Parigi sperimenta l’impiego della terra cruda compressa. Una tecnica costruttiva antica dal forte messaggio pedagogico ambientale. Il complesso scolastico è un’architettura a doppia dimensione: la parte inferiore realizzata in mattoni crudi, la parte superiore in acciaio inox. Il progetto è di TOA architectes associés

La scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre in terra cruda

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Appena fuori Parigi, nel comune di Nanterre, lungo l’asse della vicina La Défense, dallo scorso autunno è entrata in funzione una nuova scuola (materna ed elementare) intitolata alla cantante sudafricana Miriam Makeba.

In un contesto urbanistico denso di edifici alti, il nuovo complesso scolasticofrutto di un concorso di progettazione vinto dallo studio TOA architectes associés con sedi a Parigi e Strasburgo, offre un nuovo paesaggio e un forte messaggio ecologico.

Pedagogia ambientale

L’obiettivo dei progettisti per il nuovo edificio era infatti mettere a punto una serie di dispositivi a supporto di una nuova pedagogia caratterizzata in senso ambientale.

Ciò che colpisce della scuola è la sua doppia dimensione: la parte inferiore, ancorata al suolo, realizzata in terra cruda compressa: la parte superiore, quasi sospesa in cielo, in acciaio inox.

La scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre in terra cruda
Nella parte inferiore dell’edificio, pareti di terra cruda, in quella superiore lamiere di acciaio inox

Il complesso scolastico dedicato a Mama Africa ha ricercato e trovato un approccio mimetico, anche attraverso la realizzazione di una copertura a verde, priva di impianti tecnici (tranne che per la presenza di pannelli solari).

Combinando terra cruda e acciaio inossidabile la materialità dell’edificio unisce modernità e tradizione: una risposta architettonica ai problemi ambientali contemporanei.

Interni della scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre con inserti di pareti di terra cruda
Interni della scuola con inserti di pareti di terra cruda

La terra è infatti riciclabile all’infinitopossiede una contenuta impronta ecologica, mentre l’acciaio inossidabile, utilizzato sottoforma di lamiera sottile, offre protezione e durata illimitate.

Sperimentare e innovare

Con questo loro progetto gli archietti di TOA hanno potuto verificare le potenzialità d’uso della terra cruda in situazioni urbane dense: un’opportunità per sperimentare e dar vita alle utopie o, anche più semplicemente, per costruire e vivere meglio.

La scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre in terra cruda
Nella parte inferiore dell’edificio, pareti di terra cruda, in quella superiore lamiere di acciaio inox

Ma c’è anche chi ha scelto volutamente di innovare. Si tratta del comune di Nanterre. Con questa realizzazione in terra cruda, la prima nell’Île-deFrance, la municipalità locale ha scelto la strada dell’innovazione. Non certo una novità, se pensiamo che la città francese, già dieci anni fa, si è dotata, tra le prime, di un piano di adattamento climatico.

Le tecniche costruttive

Ma la scelta di utilizzare la terra cruda nelle costruzioni va valutata con attenzione, in quanto il materiale deve sempre mantenere le caratteristiche di qualità richieste per il suo impiego, che differiscono anche in base alle tecniche utilizzate, che siano sottoforma di componenti di piccole dimensioni (bauge) o pisé (tecnica costruttiva che impiega terra poco umida compattata all’interno di casseforme) o in mattoni di terra cruda (adobe).

Immagini di cantiere della scuola Miriam Makeba di Nanterre . La lavorazione della terra cruda compressa
Immagini di cantiere. La lavorazione della terra cruda compressa

Importante, quando si decide di lavorare con la terra, è l’immagazzinamento del terreno: le condizioni di conservazione devono mantenersi identiche per garantireper ogni consegna, caratteristiche e proprietà meccaniche idonee. Infine, occorre verificare attentamente l’assenza di impurità e di inquinanti.

I benefici ambientali

La scelta di utilizzare la terra come materiale da costruzione ha indubbi benefici ambientali: il bilancio delle emissioni di CO2 è contenuto (il materiale non richiede cottura e quindi serve poca energia per la sua trasformazione), l’impiego è reversbile e il materiale è riutilizzabile all’infinito.

La scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre
I colori della sera sulle facciate della scuola

Inoltre, ha un’alta capacità di regolazione igrotermica che offre agli ambienti il giusto comfort abitativo. L’alta densità del materiale conferisce un’elevata inerzia termica, che consente l’accumulo del calore del sole e il suo rilascio in un secondo momento.

Infine, è la vera alternativa ai materiali da costruzione attuali, in quanto non produce inquinamento indoor. 

Interni della scuola materna ed elementare Miriam Makeba di Nanterre con inserti di pareti di terra cruda
Gli interni della scuola

Dal punto di vista statico, le murature di terra cruda autoportanti sono servite per realizzare sia il muro di cinta del complesso (controventato) sia il primo piano dell’intero edificio scolastico. Per sostenere la parte superiore del fabbricato è stata realizzata una struttura portante di supporto, in travi e pilastri in cemento armato.

Immagini di cantiere della scuola Miriam Makeba di Nanterre

Nel complesso sono state impiegate circa 300 tonnellate di terra proveniente da un impianto di produzione di laterizi di Allonne, località a ottanta chilometri a nord di Parigi.

Le dotazioni impiantistiche

Il complesso scolastico è un architettura bioclimatica a energia positiva. Il tetto in vetro, posizionato al di sopra della parete interna di pisé, accresce la capacità di catturare la luce e il calore e ne amplifica la restituzione grazie all’inerzia termica della terra cruda.

La ventilazione è garantita da un sistema naturale che permette di raffrescare ogni singola aula. Il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria è garantita da una caldaia a legna alimentata a pellet, mentre la terrazza sul tetto verde della scuola è dotata di pannelli fotovoltaici.

Parla il direttore dei lavori

L’architetto Valentina Sistri, direttore dei lavori del cantiere di Nanterre
L’architetto Valentina Sistri, direttore dei lavori del cantiere di Nanterre

Valentina Sistri, torinese, laureata in storia e conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Torino e in architettura all’Ensa di Paris-la-Villette, per sei anni e fino a pochi mesi fa ha lavorato nello studio di progettazione TOA architectes associés.

Per lo studio parigino è stata direttore dei lavori del cantiere di Nanterre. A lei abbiamo chiesto cosa ha voluto dire lavorare con una tecnologia antica e nuova allo stesso tempo.

«È stato sicuramente importante lavorare con imprese molto responsabili, che hanno collaborato e che ci hanno anche aiutato a risolvere i problemi che si presentavano, compresa la protezione della terra nel periodo di fermo di cantiere. Molto utile è stata l’attività di formazione che le imprese impegnate in cantiere hanno impartito alle maestranze di cantiere sulle costruzioni in terra cruda. Oggi l’Île-de-France può contare su operai che sanno lavorare anche con questa tecnologia. Non posso poi scordare lo stupore degli operai di cantiere nel lavorare con la terra cruda, di cui hanno appreso le proprietà. E nemmeno dimenticare la meraviglia dei bambini e delle loro mamme di fronte a un materiale così particolare: tutti avevano voglia di toccare i muri e tutti ne hanno apprezzato le peculiarità, soprattutto in estate quando all’interno della scuola la temperatura era di 15 gradi inferiore rispetto all’esterno. La terra ha saputo trasmettere a tutti la sua fisicità: operai, bambini, insegnanti e genitori. Un bel risultato, una bella conquista».

Dettaglio costruttivo del muro di terra cruda della scuola Miriam Makeba di Nanterre
Dettaglio costruttivo del muro di terra cruda (credits, TOA architectes associés)
La sezione trasversale della scuola Miriam Makeba di Nanterre
La sezione trasversale (credits, TOA architectes associés)
Assonometria della scuola Miriam Makeba di Nanterre
Assonometria della scuola (credits, TOA architectes associés)

TOA architectes associés – Thierry Maire, Olivier Mehéux e Alain Oesch sono i tre architetti che nel 1995 hanno dato vita allo studio di architettura Toa architectes associés. Dopo gli anni di studio alla National School of Arts and Industries di Strasburgo, hanno vinto il concorso internazionale Europan 3. Nel 2008 si è unita a loro Christelle Besseyre-Gayaud e nel 2015 Pascal Thomas.



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