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A cura di:La Redazione Lo Studio del WWF “Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia” è allarmante e impietoso: le foreste, che svolgono un ruolo prezioso per l’ambiente, assorbono le emissioni e limitano l’aumento delle temperature, stanno scomparendo. 8000 anni fa occupavano la metà della superficie terrestre, oggi ne è rimasto solo il 30% e la deforestazione viaggia a ritmi impressionanti, mettendo a rischio la sopravvivenza di intere comunità e con gravi impatti sulla biodiversità. Tra il 2004 e il 2017 si sono persi 43 milioni di ettari di foreste, un’area grande come l’intera California, soprattutto in aree tropicali e sub-tropicali. Il rapporto analizza in particolare i 24 principali fronti di deforestazione in 29 Paesi di Asia, America Latina e Africa, che con 377 milioni di ettari rappresentano circa un quinto della superficie forestale delle zone tropicale e sub-tropicale. Inoltre quasi la metà delle foreste di queste aree sono state frammentate per essere in parte destinate all’allevamento o per la produzione di soia. L’agricoltura emerge come la prima causa di deforestazione, soprattutto in America Latina e Asia dove intere zone verdi vengono trasformate per le coltivazioni sia per il mercato interno che per soddisfare la domanda mondiale. Rispetto a qualche anno fa sono calati i numeri della deforestazione per l’estrazione del legname, mentre aumenta in molti paesi la realizzazione di nuove reti stradali per semplificare le attività commerciali, a scapito delle foreste. A incidere anche le pressione delle operazioni minerarie non industriali, l’accaparramento di terreni di proprietà pubblica e l’aumento degli insediamenti umani all’interno degli ecosistemi naturali. Per sconfiggere la deforestazione secondo il WWF è necessario pianificare interventi globali e non solo legati ai singoli territori, in grado di impattare sulla produzione di materie prime o intere filiere produttive. “Non esistono ancora “silver bullets”- si legge nel comunicato. Le sfide principali riguardano l’adattamento delle risposte allo specifico contesto e la prevenzione dell’insorgenza di nuove impreviste minacce, frutto degli effetti delle risposte. Occorre trovare un equilibrio tra rigore e inclusività: le economie illegali e quelle sommerse, infatti, continuano a minare gli sforzi di sostenibilità”. Ma va ricordato che è necessario un impegno anche da parte dei cittadini, i consumi dei paesi occidentali impattano infatti in maniera significativa sulla deforestazione : va ridotto il consumo di carne ed è importante scegliere prodotti in cui sia chiara una provenienza estranea alla deforestazione, in questo senso dovrebbero essere anche i Governi che importano determinati prodotti a stabilire regole certe, a garanzia che la produzione di questi prodotti non violi i diritti umani delle popolazioni indigene e delle comunità e assicuri il rispetto della biodiversità. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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